Calenzano (Firenze), 10 dicembre 2024 – Lavoratori, padri di famiglia. Usciti in un lunedì qualunque per andare a lavoro e mai più tornati. Cinque vittime, cinque storie. Sono le persone morte nell’esplosione di Calenzano, nella tremenda deflagrazione del deposito dell’Eni. Un impianto da 170mila metri quadri, molto esteso e molto importante per il rifornimento dei distributori di tutta la Toscana.
L’esplosione in diretta: telecamera riprende tutto
Qui le cisterne vengono a caricare per poi appunto portare il carburante nelle stazioni di servizio. Da qui partono per rifornire gli impianti. Un lavoro fondamentale per la collettività e molto delicato, visto il tipo di carico che portano. Sarà acesso la procura a snodare la matassa, a capire cosa è accaduto e perché ci sia stata l’esplosione. Ma per le famiglie e gli amici, resta intanto il dolore e il lutto.
In una provincia, Firenze, che in questo 2024 ha pagato un alto tributo di sangue. Con, a febbraio, un’altra tragedia collettiva, il crollo nel cantiere della nuova Esselunga di via Mariti che provocò anche in quel caso cinque vittime. Ma ecco chi erano le persone morte a Calenzano.
Vincenzo Martinelli, camonista
Aveva 51 anni e viveva a Prato. Aveva due figlie Vincenzo Martinelli. Era un camionista, guidava le cisterne. Nella mattina dell’esplosione era nello stallo numero 6, pronto a caricare il suo camion. E’ stato investito dall’esplosione ed è stata la prima vittima che è stata riconosciuta. Nato a Napoli, era a Prato dal 1998. Viveva in centro, a poca distanza dall’impianto in cui andava a caricare il carburante con l’autocisterna. Era, come gli altri autisti, ovviamente molto conosciuto dai benzinai per il suo contatto quotidiano con gli esercenti. Secondo le testimonianze, si è accorto un attimo prima che qualcosa non funzionava. “Ha fatto un balzo indietro prima dello scoppio”, racconta un collega ferito che era vicino a lui.
Carmelo Corso, camionista
Viveva a San Giorgio a Colonica (Prato). Carmelo Corso aveva 56 anni. Anche lui era un autista di autobotte molto conosciuto. Era nella zona del carico insieme a Martinelli quando è stato investito dalla tremenda esplosione che alle 10.22 è stata sentita in mezza provincia di Firenze, capoluogo compreso. E’ stato trovato tra i rottami dell’impianto. Lascia la moglie e due figli. Viveva a San Giorgio a Colonica dal 1993 ma era siciliano, originario di Catania. Un uomo che non si è mai tirato indietro davanti a una richiesta di aiuto. Solo un anno fa, nel novembre 2023, si era prodigato, insieme ai figli, per soccorrere chi aveva subito danni durante l’alluvione che colpì Prato.
Davide Baronti, camionista
Abitava a Bientina, in provincia di Pisa. Davide Baronti aveva 49 anni. Era originario di Livorno. Era dipendente, come Corso e Martinelli, delle aziende che gestiscono la distribuzione del carburante in tutta la Toscana. Andava a caricare la cisterna sia al sito di Calenzano sia a quello di Livorno. Lascia la moglie e due figli. Anche il fratello di Davide, Luca, è un autotrasportatore. Baronti si trovava all’interno del sito e anche lui nel momento dell’esplosione era occupato nel carico delle autobotti.
Gerardo Pepe, manutentore
Era originario della Basilicata, di Sasso di Castalda (Potenza). Gerardo Pepe, 45 anni, era un manutentore. Si trovava a Calenzano da una quindicina di giorni e stava lavorando insieme all’altra vittima della Basilicata, Fabio Cirelli, proprio all’impianto di carico delle autobotti. Era dipendente di una ditta esterna che appunto era stata ingaggiata da Eni per gli interventi sull’impianto. Pepe, come Cirelli, era dipendente della ‘Sergen’, una ditta con sede a Grumento Nova (Potenza), che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi. Profondo il cordoglio nel piccolo centro di Sasso di Castalda, dove tutti si conoscono e dove la morte di Pepe, che era nato in Germania, ha destato profondo cordoglio.
Franco Cirelli, manutentore
Anche Franco Cirelli, 50 anni, come Pepe, viveva in Basilicata ed era dipendente della Sergen di Grumento Nova. Con Pepe stava intervenendo per la manutezione dell’impianto quando c’è stata l’esplosione. Nato a Matera, era residente a Cirigliano (Matera). Cirelli lascia due figli piccoli. Il paese di Cirelli proclamerà il lutto cittadino in vista dei funerali. Profondo anche in questo piccolo centro di poche anime il cordoglio della gente.
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