PUNTATA DI SABATO 14 DICEMBRE – Radio Onda d`Urto

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Sono passati circa tre mesi dall’ultima intervista a Nancy, studentessa universitaria di economia a Gaza, prossima alla laurea in economia con una tesi sul commercio elettronico. In questa puntata di Scuola Resistente facciamo il punto della situazione con lei, facendoci aiutare nella traduzione dall’arabo, anche in questa puntata da Sharif, anch’egli palestinese di Gaza e oggi mediatore culturale a Siena. Dopo aver cambiato per oltre cinque volte rifugio dove trovare riparo dalle bombe che colpiscono indiscriminatamente il nord come il sud, scuole o ospedali, oggi vive in una scuola, sotto la precaria protezione dell’ UNWRA .

Per poter scaricare dei file, utili per la sua tesi di laurea, deve recarsi in un posto ben preciso sotto una tenda a circa 30 minuti di cammino. “La situazione in questi ultimi tre mesi è ulteriormente peggiorata – ci spiega Nancy – tanto che da parecchio tempo, ormai, i nostri pasti (quando ci sono) si riducono a delle fette di pane dove ogni giorno cerchiamo di mettere, tra una e l’altra, qualche cosa di commestibile. Sul piano sanitario invece, in sintesi, si può dire che ci sono soltanto le medicine fondamentali di uso comune come l’ibuprofene mentre quando occorre fare fronte a qualche patologia anche non particolarmente grave ma che richiede qualcosa in più, allora la questione si complica: è stato il caso, per esempio, di mia sorella – continua il proprio racconto Nancy – la quale, dopo mesi in cui l’unico detergente reperibile, il sapone da lavatrice diluito in acqua, le ha causato delle gravi ulcerazioni sulla pelle e una grave forma di allergia. Curare tutto questo con dei semplici antistaminici è stato un problema. Va detto poi che in caso di grave necessità, volendo ricorrere non al semplice presidio medico e ai medicinali di base a disposizione ma ad un’assistenza più complessa, allora in questo caso può capitare semplicemente che si rinunci alle cure”.

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Il problema delle patologie croniche, d’altro canto ma anche le ferite da guerra, come continuano a ripeterci i medici dell’associazione “Medici per Gaza” da un anno a questa parte, è l’incognita informativa più grande in questo massacro genocidario, in quanto l’unico dato certo, riguardante le uccisioni, si ferma alle comunicazioni ufficiali fornite nel quadro ufficiale dell’assistenza ospedaliera. Parlando di futuro e del luogo eventuale dove mettere a frutto le proprie conoscenze, maturate nel campo di studi seguito da Nancy, “la scelta di concentrarmi sul commercio elettronico – ci tiene a sottolineare, facendo trapelare col tono della voce, una notevole sofferenza – è stata dettata proprio dalla consapevolezza che non mi sarà mai consentito di lasciare questa terra. Il modo migliore per mettere a frutto le mie conoscenze ma soprattutto per aiutare il mio paese in futuro sarà quindi quello di promuovere da qui le nostre attività economiche”.

Lunedì 16 dicembre 2024 presso il Dipartimento di giurisprudenza dell’Università “RomaTre”, una delle principali protagoniste israeliane, sul piano dell’ elaborazione giurisprudenziale, in campo costituzionale e soprattutto amministrativo, all’ origine di queste situazioni di sofferenza inaudita inferte a una popolazione depredata di tutto da 80 anni, Daphne Barak Erez, ha ricevuto una laurea honoris causa. La cerimonia è avvenuta praticamente a porte chiuse, su invito “ad personam” con una mail pervenuta al PC di alcuni docenti, il venerdì prima, nel tardo pomeriggio, mentre agli studenti di giurisprudenza l’invito è stato rivolta a voce in maniera informale. Fuori dall’università e all’interno, c’erano a presiedere almeno una quarantina di agenti della DIGOS spalleggiati all’esterno da una camionetta con poliziotti in assetto antisommossa.

Si è trattato di un gesto assolutamente inopportuno, peraltro rinviato più volte, fino alla data del 16, a partire dalla prima decisione risalente a fine 2022: proprio per rimarcare questa vergogna, svoltasi quasi di nascosto, probabilmente per nascondere i legami pericolosi tra l’ateneo e la Fondazione Medor (Leonardo SpA) e in generale col mondo accademico israeliano, un gruppo di dissidenti interni composto da docenti e dottorandi raggruppatisi nel collettivo “Roma Tre Etica” e da studenti del collettivo Cambiare Rotta, ha conferito, simbolicamente, la laurea honoris causa proprio a Nancy, quale riconoscimento delle infinite sofferenze non solo come persona ma anche come studentessa, in una terra martoriata dal pluridecennale colonialismo di insediamento sionista, senza casa e senza la propria struttura universitaria, distrutta anch’essa, insieme ad altre nove, nel quadro di uno “scolasticidio” che rientra pienamente nei parametri per definire come genocidio e pulizia etnica, ciò che sta avvenendo al popolo palestinese.

Stefano Bertoldi, sociologo e formatore, giornalista free-lance. Ascolta o scarica



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