Gli impianti fotovoltaici crescono, le tecnologie alla base si perfezionano. I soggetti che producono energia pulita si diversificano, si organizzano secondo un modello associativo e orizzontale utile a crescere ancora. Le città si trasformano, e trasformano ciò che accade sopra le nostre teste mentre ci muoviamo, viviamo la città accedendo ai suoi servizi e rinnoviamo il nostro rapporto con la terra. Proprio come la luce, l’energia solare può arrivare ovunque senza escludere nessuno, se sappiamo trarne il giusto beneficio.
A inizio novembre, il servizio europeo di monitoraggio dei cambiamenti climatici Copernicus, ha definito “praticamente certo” il 2024 come l’anno più caldo mai registrato. L’anno che sta per chiudersi è il primo a oltrepassare la soglia degli 1,5 gradi centigradi in più rispetto ai livelli preindustriali: quella che, secondo l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, non avremmo dovuto superare prima della fine del secolo. In questo quadro complicato, di certo non aiutato dall’esito degli ultimi negoziati per il clima alla Cop19 di Baku, il comparto delle energie rinnovabili continua a crescere.
Ma se parlare di come aumentare la produzione di energia pulita continua a tenere banco sia nel discorso pubblico che nel dibattito politico, quello relativo all’efficientamento energetico civile, che riguarda case, edifici pubblici e non solo, soffre un maggiore ritardo: “Parlare di efficienza energetica è meno semplice per due motivi”, ha detto a LifeGate Monica Frassoni, ex eurodeputata con il partito dei Verdi e cofondatrice dell’associazione European Alliance to save Energy, di cui è presidente. “Innanzitutto, perché significa coinvolgere molti soggetti. Vuol dire intervenire sulle case, sull’industria, sulle istituzioni portando a bordo molteplici attori. Poi, perché l’impatto dell’efficientamento energetico è ancora difficile da misurare. Ma oggi mettere insieme il tema delle rinnovabili e quello dell’efficienza è prioritario. Dobbiamo legare il tema di una domanda virtuosa alla necessità di uscire dalla dipendenza fossile. Qui risiedono le maggiori resistenze, che prima di essere economiche e politiche sono culturali”, continua Frassoni ospite nel podcast di LifeGate “News dal Pianeta Terra” insieme alla ricercatrice senior sui temi dell’energie e l’efficienza energetica per il think tank Ecco Francesca Andreolli. L’intervista, che oltre ad analizzare lo stato attuale del fotovoltaico in Italia e Unione europea ha provato ad allargare il campo, considerando il tema dell’efficienza energetica in tutte le sue forme e implicazioni pratiche, è ora disponibile in versione integrale.
Nel 2024 il comparto del fotovoltaico ha offerto segnali positivi, che abbiamo voluto raccogliere e raccontare. Riguardano tanto il piano globale, grazie a una crescita sostanziale dell’energia installata, quanto gli ambiti più specifici e localizzati della società. Segno che la transizione ecologica procede, nonostante le nuove dinamiche globali e il disordine geopolitico che si è imposto negli ultimi anni sembrino averla depotenziata, se non altro sottraendole parte dello spazio di cui avrebbe bisogno all’interno del dibattito pubblico e istituzionale.
Un anno oltre ogni previsione per il fotovoltaico nel mondo
Non si può certo dire che il 2024 non sia stato un anno sorprendente per l’energia solare: a dimostrarlo è l’ottima performance delle installazioni di impianti fotovoltaici nel mondo, confermata dal rapporto del think tank energetico Ember. Il 2024 ha superato le più ottimistiche previsioni, arrivando ad una stima sulla crescita del solare nel mondo di 559-627 gigawatt (GW) entro la fine dell’anno. Un dato che rappresenta un incremento del 29 per cento rispetto al 2023, anno che aveva già visto un impressionante aumento dell’87 per cento rispetto al 2022. Le stime di Ember si basano sui dati raccolti da 15 paesi. Di questi, ben 11 hanno installato nel 2024 più pannelli fotovoltaici rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fare da capofila al novero di paesi virtuosi c’è Portogallo, che ha aumentato le installazioni di nuova capacità solare di 2,29 volte, seguito da Turchia (2,07), India (1,77), Stati Uniti (1,55) e anche l’Italia (1,41). In nostro paese. Proprio l’Italia, che rappresenta il terzo mercato per il solare in Europa, si è rivelato il paese più dinamico quest’anno, recuperando terreno su Germania e Gran Bretagna. Il mercato maggiore a livello mondiale si conferma la Cina, la nuova capacità solare installata tra gennaio e luglio 2024 è stata superiore del 28 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Le celle solari stanno diventando sempre più efficienti
È stato raggiunto un nuovo record di efficienza per le celle solari in perovskite – una delle tecnologie più promettenti e già applicate – con un tasso del 25,7 per cento. Le celle solari sono il cuore dei sistemi di generazione dell’energia fotovoltaica. Si tratta di piccoli tasselli in grado di assorbire l’energia del sole e convertirla in elettrica. Più tasselli formano i moduli fotovoltaici, comunemente chiamati “pannelli”, che sono proprio quelli utilizzati per ricoprire case, edifici e non solo. Fino a pochi anni fa le più comuni celle in silicio avevano un’efficienza del 10 o del 15 per cento. Si tratta dunque di un grande salto in avanti, che ha beneficiato della ricerca costante portata avanti dagli scienziati del Postdam Institute, in collaborazione con l’Accademia cinese delle scienze. La perovskite è inoltre una tecnologia più economica e versatile rispetto al silicio, rendendo in prospettiva l’energia solare ancora più accessibile e sostenibile a livello globale.
L’efficienza degli impianti con accumulo, grazie al sistema integrato di Huawei FusionSolar
Gli impianti fotovoltaici riguardano tuttavia un insieme più complesso di elementi tecnologici rispetto ai soli pannelli. Tra questi ci sono, per esempio, i sistemi di accumulo, fondamentali per stoccare l’energia solare catturata durante le ore diurne e utilizzarla quando ce n’è maggior bisogno. Altri elementi sono gli invertitori di corrente o gli ottimizzatori. Spesso queste componenti convergono all’interno dello stesso impianto solare pur provenendo da aziende diverse: ciò può comportare inefficienze del sistema, dal momento che le varie parti non sono “pensate” per lavorare insieme. Una soluzione a questo “rischio” è quella adottata dall’azienda Huawei FusionSolar, che fornisce tecnologie per il settore del fotovoltaico. Ha infatti studiato una soluzione integrata, in cui tutti gli elementi sono pensati, progettati e disegnati insieme, che permette agli impianti di lavorare meglio, evitando inefficienze del sistema e facilitandone l’utilizzo. L’azienda cinese ha anche studiato un nuovo sistema di accumulo, Luna s1, che fornisce il 40 per cento in più di energia totale utilizzabile rispetto ad altri sistemi e risponde ai criteri di maggior sicurezza da incendi e esposizione a basse temperature.
Le comunità energetiche italiane si moltiplicano
Dare centralità alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) nel contesto della transizione ecologica significa coinvolgere più soggetti possibili. Una Cer è infatti un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese, capace di mettere in pratica un approccio decentralizzato alla produzione e distribuzione dell’energia, in cui i membri della comunità possono essere produttori, consumatori o entrambe e le cose. Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono state introdotte in Italia con il decreto Milleproroghe 162/2019, che ha recepito le linee guida della Direttiva europea Red II. Da allora, il numero di Cer in Italia è cresciuto, seppur resti ancora esiguo. Nel 2024, le comunità energetiche in Italia sono cresciute dell’89 per cento, passando da 89 a 168 iniziative attive. Tra queste, spicca la comunità di Torre Boldone, vicino a Bergamo, la più grande del Paese: ben 3 megawatt (MW) di potenza che alimentano le case delle 8.500 persone del paese. Le regioni più attive sono Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia. Tuttavia, 50 per cento dei casi si tratta, come detto, di semplici associazioni e con impianti di piccola o piccolissima taglia. Sono ancora pochi gli impianti oltre i 200 kilowatt (kW).
“In Italia, gli impianti fotovoltaici su vasta scala sono cresciuti lentamente negli ultimi 10 anni. – spiega Andreolli – Dopo il boom dei primi incentivi nel 2010 c’è stato un effettivo rallentamento. La crisi energetica seguita all’invasione russa dell’Ucraina ha dato il via a una nuova fase di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda impianti più piccoli. Da questo punto di vista, il piano RePowerEu e Superbonus in Italia hanno dato una grossa spinta soprattutto agli impianti più piccoli a uso domestico. Nel 2023 sono stati installati oltre 2 GW, per la metà derivanti da interventi di tipo residenziale. Per questo tipo di operazioni, la principale barriera restano i costi. Per questo sarebbe importante mantenere una forma di incentivazione con un’aliquota specifica per gli interventi volti all’efficientamento energetico”.
Parcheggiare più sostenibile è possibile, in Francia
La Francia ha introdotto una legge che obbliga i parcheggi con oltre 80 posti auto a installare tettoie fotovoltaiche. Il decreto pubblicato da Parigi a metà novembre non rappresenta, a onore del vero, una novità, ma attua una disposizione della legge francese sulle rinnovabili del 2023. Il provvedimento differenzia tra due tipologie di parcheggi, imponendo loro tempistiche diverse nella realizzazione delle pensiline fotovoltaiche. Quelli più piccoli – da 80 a 400 posti – dovranno adeguarsi entro il 2028, mentre quelli più grandi già entro il 2026. L’obiettivo dell’atto di governo è generare fino a 11 gigawatt (GW) di energia fotovoltaica – l’equivalente di una decina di reattori nucleari – per ridurre le emissioni e soprattutto per integrare il fotovoltaico a partire dagli spazi urbani senza occupare ulteriore suolo. La misura è stata proposta anche negli emendamenti alla Manovra di bilancio 2025 dell’Italia, ma la Francia ha battuto Roma sul tempo. Tuttavia, il Comune di Firenze ha appena approvato un ordine del giorno per perseguire lo stesso obiettivo.
Barcellona avrà scuole più efficienti tassando il turismo di massa
Usare il turismo per finanziare la transizione ecologica della città: è questa la sfida che si è posta l’amministrazione di Barcellona, che intende utilizzare i proventi della tassa di soggiorno dei suoi 7 milioni di visitatori annui per coprire le spese di un ambizioso progetto per l’efficientamento energetico degli edifici. Si prevede che 170 scuole saranno dotate di pannelli fotovoltaici, sistemi di condizionamento e impianti di riscaldamento a pompa di calore entro il 2029. Come fa notare Andreolli, “le pompe di calore hanno un’efficienza molto maggiore rispetto alle normali caldaie a condensazione. Basti pensare che le caldaie a gas più nuove hanno un’efficienza che ammonta a meno dell’1 per cento, mentre le pompe che sfruttano il calore dell’esterno hanno un’efficienza del 3-4 per cento. Ciò significa che l’energia termica che producono è 3 o 4 volta quella elettrica che consumano”.
Tornando al caso spagnolo, il paino di Barcellona non riguarda solo le scuole, poiché l’energia prodotta in eccesso sarà condivisa con altri edifici pubblici e residenze circostanti, creando una rete energetica integrata e sostenibile. Il costo stimato è di 100 milioni di euro, che arriveranno appunto dai proventi della tassa di soggiorno aumentata da a 2,75 a 3,25 euro al giorno. Il capoluogo della Catalogna ha dovuto scontrarsi con un malcontento popolare generalizzato dettato dalla turistificazione massiccia. La crescita del mercato degli affitti brevi ha fatto aumentare i prezzi delle case per tutti, innescando una vera e propria crisi dell’abitare. Se da una parte la città accoglie visitatori e offre loro nuove opportunità di consumo, privatizzando sempre più l’offerta del centro, dall’altra soffre per la carenza di servizi pubblici essenziali: uno su tutti, l’acqua. L’1 febbraio, la comunità autonoma della Catalogna è stata costretta a dichiarare lo stato di emergenza idrica. Soluzioni come questa legano a doppio filo i provvedimenti necessari alla transizione ecologica a fenomeni come l’overtourism, abbracciando un modello di rinascita unico, che tenga insieme la lotta ai cambiamenti climatici, la gestione del turismo e lo sviluppo sostenibile della città.
Il vino italiano abbraccia l’agrivoltaico
Nelle campagne di Gioia del Colle, in Puglia, è nata la Vigna agrivoltaica di comunità, dove i grappoli d’uva crescono all’ombra dei pannelli solari. Inaugurata a fine 2023 è frutto di un lungo e innovativo progetto che ha portato all’installazione di un sistema di moduli fotovoltaici da 1 MW su 6 ettari di terreno coltivato. In pratica, i pannelli diventano pergole per le piante di vite, che crescono in parte al sole e in parte all’ombra. L’impianto di Gioia del Colle è dotato di sensori che monitorano la condizione delle foglie, l’umidità del suolo e le variazioni del vento per consentire interventi mirati, oltre a un sistema di recupero delle acque meteore che vengono poi utilizzate per l’irrigazione. Un’esperienza in sintonia con il contenuto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha promosso attivamente l’adozione dell’agrivoltaico in Italia. Nonostante sia una tecnologia ancora tutta da sviluppare che mantiene alcune criticità – quella evidenziata dagli attivisti riguarda il fatto che una sbagliata pianificazione possa favorire un ulteriore consumo di suolo – ciò che non è mai stato messo in dubbio è il fatto che l’agrivoltaico rappresenti un’opportunità collettiva, capace di apportare benefici ambientali, economici e sociali.
Citare applicazioni come l’agrivoltaico è un esperimento utile ad ampliare l’orizzonte delle applicazioni dell’energia solare: “Sarebbe importante valorizzare tutto l’ecosistema tecnologico utile all’efficientamento energetico. Oltre alle più citate pale eoliche o agli impianti fotovoltaici, è importante da visibilità a tutta la gamma di soluzioni, dall’utilità delle valvole per i sistemi di riscaldamento al ruolo dei vetri nella riduzione della dispersione termica degli edifici, passando per le già citate pompe di calore”, aggiunge Frassoni che conclude menzionando “la funzione esemplare del settore pubblico. Stimolare sempre più autorità locali e nazionali a efficientare i propri edifici è fondamentale per dare il buon esempio”.
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