I 25 anni degli Osservatori Digital Innovation tra ricerca e innovazione

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Oltre 100 report di ricerca realizzati da un team di 166 persone, più di 300 eventi, 200.000 iscritti a sito e newsletter, 50.000 partecipanti ai convegni ogni anno, oltre a 700 partner e sponsor: sono questi i numeri che sintetizzano i 25 anni degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.

Il primo degli Osservatori – oggi se ne contano 51 – fu l’Osservatorio eCommerce B2c che nacque il 20 dicembre 1999, in un periodo di grande fermento per l’innovazione digitale e nel pieno della cosiddetta “bolla Internet”.

In questi 25 anni gli Osservatori hanno operato sempre con la stessa missione: produrre, diffondere e rendere accessibile un corpo di conoscenza originale sulle opportunità e sugli impatti delle tecnologie digitali per imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, in modo da favorirne lo sviluppo sostenibile e l’uso consapevole.

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Il fattore distintivo è un’attività di ricerca che coniuga modelli e teorie con solide evidenze empiriche, costruita attraverso spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e stabili, monitorando le evoluzioni dei fenomeni nel tempo.

L’impatto degli Osservatori Digital Innovation nella promozione della ricerca e innovazione digitale in Italia

In questo percorso, gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano hanno avuto un impatto rilevante sull’ecosistema della ricerca, della divulgazione scientifica e della formazione e sull’indirizzo delle strategie digitali di imprese, istituzioni e PA.

Solo tra il 2018 e il 2023 hanno prodotto oltre 260 pubblicazioni scientifiche, coinvolgendo 26 università internazionali e oltre 2.000 studenti in circa 1.000 tesi di laurea e 200 stage curriculari.

Hanno collaborato con 1.150 aziende, 100 associazioni di categoria e oltre 400 startup internazionali e hanno lavorato a fianco di 10 Ministeri e 23 istituzioni italiane ed estere per supportare la definizione di norme, l’elaborazione e il monitoraggio di strategie per il digitale o l’introduzione in modo sistemico dell’innovazione tecnologica.

Ad esempio, l’Osservatorio Quantum Computing & Communication sta supportando lo sviluppo delle tecnologie quantistiche in Italia, promuovendo eventi e collaborazioni con imprese, istituzioni e università, e fornendo il proprio contributo al disegno delle politiche nazionali post PNRR sul settore.

L’Osservatorio Agenda Digitale ha avuto un ruolo cruciale nel Piano triennale per l’informatica nella PA 2024-2026, contribuendo a definire le strategie di digitalizzazione di diverse amministrazioni pubbliche.

L’International Observatory on Electronic Invoicing ha creato una rete globale di esperti per monitorare l’evoluzione della fatturazione elettronica e ha formato un gruppo di lavoro internazionale stabile che coinvolge oltre 20 Paesi nel mondo.

L’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility ha contribuito al Progetto 1000-MAD, realizzato dal team AIDA del Politecnico di Milano, con il supporto di MOST, che si pone l’obiettivo di favorire lo sviluppo della guida autonoma in Italia e la definizione di linee guida per la definizione di nuove future normative su questi temi.

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“Venticinque anni sono un bel traguardo, che abbiamo raggiunto guidati dalla visione che l’Innovazione Digitale rappresenti una grande opportunità per lo sviluppo del Paese – afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico e co-fondatore degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano insieme a Umberto Bertelè, Andrea Rangone e Mariano Corso -, ma anche mettendo in guardia dai potenziali rischi delle tecnologie, per favorire una progettazione del digitale consapevole e sostenibile. Le tecnologie digitali, infatti, non sono neutre, hanno un impatto etico e vanno indirizzate al bene della società.

“Nel corso degli anni – continua Perego – abbiamo individuato gli ambiti più innovativi e favorito l’incontro tra domanda e offerta di diversi settori, contribuendo a spingere il Paese verso una sempre maggiore digitalizzazione. Per il prossimo futuro ci aspettano ulteriori sfide, che abbiamo iniziato a progettare: generare un impatto positivo sulla società, mettere in evidenza le questioni etiche dell’innovazione, anticipare gli scenari di domani e orientare l’azione con un occhio al bene comune, uno sguardo internazionale e una sempre più forte attenzione alla sostenibilità”.

Venticinque anni di evoluzione digitale: l’evoluzione degli Osservatori e i progetti in cantiere per il 2025

Quello degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano è un viaggio lungo 25 anni, con un occhio sempre attento alle novità digitali che hanno cambiato il mondo.

Dopo l’avvio nel 1999, nel 2001 è stato avviato un focus sul B2b, con la nascita dell’Osservatorio sull’eCommerce B2b, seguito da quelli sulla Intranet (l’antenato dell’attuale Smart Working) e sui servizi Mobile a valore aggiunto. Nel 2004, anno della nascita di Facebook, sono nati la Digital Transformation Academy per i CIO e le prime ricerche nel settore finanziario e bancario.

Due anni prima del lancio dell’iPhone, sono nati l’Osservatorio sulle tecnologie RFID (oggi IoT) e quello sulle soluzioni business supportate dai dispositivi mobili. Tra il 2007 e il 2008, le analisi sui media digitali, la sanità digitale, i pagamenti digitali, i Big Data e la Cybersecurity.

Anno dopo anno, fino ai 51 Osservatori attuali, che analizzano i principali trend di innovazione tecnologica, l’impatto in settori e processi, i diversi strumenti e approcci per l’innovazione digitale.

Ultimo nato, nel 2024, l’Osservatorio Digital & Sustainable che analizza opportunità e rischi della sostenibilità nell’adozione del digitale.

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Altri 6 sono in partenza il prossimo anno, tra cui l’Osservatorio Digital & Kids e l’Osservatorio Silver Economy & Active Ageing, che studieranno l’impatto del digitale anche nel mondo dei bambini e in quello degli anziani, e l’Osservatorio Center 4 Digital Envisioning, che supporterà l’identificazione di scenari futuri abilitati in modo trasversale dalle tecnologie digitali, per saperne leggere opportunità e rischi.




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