Dolomiti senza il Giro, la protesta: «Persa un’occasione»

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Nell’anno che porta alle Olimpiadi, il Giro d’Italia non percorrerà le strade delle Dolomiti.

È un coro di disappunto quello che si leva all’indomani della presentazione ufficiale dell’edizione 108 della corsa rosa. Il Bellunese avrà solo un passaggio nel basso Feltrino, un mordi e fuggi nella 15ª tappa, la Fiume Veneto-Asiago nel 25 maggio.

Nessuna partenza, nessun arrivo di tappa. La Pedavena – Col Drusciè (Cortina) è tramontata mesi fa, per la rinuncia dello stesso sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi.

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«E non c’erano alternative?», tuonano i sindaci. Perché stavolta il malumore non corre solo sui social. Lì si diffonde, ma racconta di un malessere diffuso, per un evento olimpico che il territorio extra Cortina non ha mai sentito come suo. E perdere anche il Giro d’Italia suona come una beffa, nell’anno che porta dritto ai Giochi.

«La tappa Pedavena-Cortina, egoisticamente, avrebbe portato grande visibilità al feltrino e, ancora più egoisticamente, al comune di Cesiomaggiore (Paese del ciclismo con un Museo Storico della Bicicletta). Avrebbe portato grande pubblicità alla provincia e al grande evento olimpico dell’anno venturo», spiega il sindaco di Cesio Zarlo Zanella. «I privati si erano impegnati a sostenere questo evento».

Il pubblico, invece? Zanella non ci va tanto per il sottile: «La tappa è stata cestinata a tavolino da alcuni politici/amministratori bellunesi ancora prima di approfondire vantaggi e svantaggi, prima ancora di sviscerare con tutti i portatori di interesse eventuali problemi o punti di forza. Io non ci sto. Non posso accettare che due-tre persone scelgano a loro piacimento gli eventi di un’intera provincia senza condividere nei tavoli istituzionali le opportunità che si presentano all’orizzonte».

Opportunità, spiega Zanella, di far vedere tutto il territorio della provincia, non solo quella Cortina che potrà ammirare chi ci arriverà per assistere alle gare olimpiche.

«Non si capisce come le Olimpiadi possano essere considerate un evento per la provincia, per il suo rilancio, se il territorio non è stato minimamente coinvolto in tutte le attività di contorno», continua il sindaco di Cesio. «Bisogna sfruttare il 2025 per promuovere l’intero territorio, e il Giro in questo sarebbe stato un’opportunità. Invece rimarremo due territori slegati: uno che avrà tutto, l’altro che non avrà nulla».

Zanella è un fiume in piena. Critica il mancato coinvolgimento degli amministratori non solo nelle Olimpiadi, ma nella scelta stessa di cancellare la tappa della corsa rosa.

«Tappa per la quale la Provincia ha un fondo economico (Fondo grandi eventi) dedicato», ricorda. «Nel 2025 come verranno spese le risorse di questo fondo? Non è che sarà usato per organizzare eventi legati alla pista da bob, così da garantirne la legacy?», azzarda Zanella. «Se così fosse, esigo che nell’assemblea dei sindaci della Provincia venga illustrata preventivamente la destinazione delle risorse».

«Chi sceglierà come investire quei fondi quest’anno? Ci metteremo ancora a fare concerti che non portano nulla?», si aggancia il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin. «Capiamoci sulla definizione di grande evento: per me è qualcosa che va oltre i confini provinciali, che ci fa vedere e conoscere nel mondo».

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Zanella poi chiude sollevando il tema del perché Cortina si è tirata indietro per l’arrivo di tappa: «Lo si spieghi ai sindaci. I cantieri? E allora come fanno ad organizzare la Coppa del mondo di sci? Non accetto nemmeno mi si dica che è Rcs a decidere: quella tappa era stata approvata. C’è una regia politica dietro la cancellazione».

«Ci saranno sicuramente delle valide motivazioni… ma nulla è mai stato condiviso sul tema», rilancia il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin. Anche lui parecchio infastidito.

«Le Olimpiadi sono un evento che si sono giocati il Comune di Cortina, la Provincia e la Regione, il resto del territorio non è mai stato coinvolto. Se sono un evento di tutti, non lo è il Giro? E allora perché hanno deciso in due di cancellare la tappa che avrebbe dato lustro alla provincia intera?», si chiede De Pellegrin.

«Non si poteva fare l’arrivo di tappa in un’altra valle? È mai stato aperto un confronto con i sindaci? In ottica Olimpiadi, che ci viene ribadito di continuo sono un evento di tutto il territorio, avere il Giro d’Italia avrebbe dato visibilità a tutta la provincia. Come al solito, è mancata una visione unica e condivisa».



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