Celiachia, grido d’allarme delle famiglie molisane “Rischiamo di perdere il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine”

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CAMPOBASSO – L’Associazione Italiana Celiachia Molise si fa portavoce del disagio dei pazienti celiaci molisani che rischiano di perdere il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine.

I diritti che la legge riconosce a chi è affetto da celiachia rischiano di diventare lettera morta per i pazienti molisani. Nelle ultime settimane, in particolare, è diventato sempre più incalzante il grido d’allarme delle famiglie molisane con figli e componenti celiaci che oltre a doversi far carico dei costi sempre più elevati dei prodotti alimentari senza glutine – è noto che i prezzi di questi alimenti non conoscano termini di assestamento ma che anzi siano rincarati esageratamente negli ultimi tempi costando in media oltre il settanta per cento in più rispetto ad un’alimentazione tradizionale – adesso si trovano a dover affrontare la sempre crescente diminuzione dei punti vendita molisani che accettano i buoni per l’erogazione gratuita dei beni di prima necessità e questo a causa dei lunghissimi tempi di rimborso degli stessi da parte della Regione Molise e dell’Asrem.

L’Aic (Associazione Italiana Celiachia) Molise si è pertanto fatta portavoce della richiesta d’aiuto proveniente dai pazienti celiaci molisani e rivolgendosi ai vertici della Regione Molise e dell’Asrem chiarisce come i punti vendita che accettano i buoni del SSN siano gravati da lunghi tempi di rimborso da parte della Regione Molise/Asrem e pertanto i commercianti “si trovano costretti ad indebitarsi o ad anticipare con fondi propri il pagamento ai fornitori”. Non meno grave è la notizia che riguarda uno dei due punti vendita convenzionati – tra i più assortiti del capoluogo – il quale, prosegue l’Aic, “ha informato i propri clienti celiaci che a breve non accetterà più i buoni del SSN. Questo trend di riduzione dei punti vendita convenzionati sarà in crescendo in tutte le altre città della Regione e non si arresterà fino a quando l’Asrem/Regione Molise non provvederà a pagare i buoni agli esercenti in tempi compatibili con la sopravvivenza commerciale. La denuncia delle famiglie si palesa quale vera e propria richiesta di aiuto rispetto ad un disservizio sanitario che comporta disagi e preoccupazione, tanto da rivolgersi all’Associazione Italiana Celiachia Molise affinché si faccia portavoce di quello che possiamo definire un vero e proprio caso di malasanità. Con la chiusura dei negozi specializzati e/o la non accettazione dei buoni mensili da parte degli stessi viene meno il diritto del paziente celiaco, acquisito negli anni ’80, di avere garantita l’erogazione gratuita degli alimenti sostituivi senza glutine, diritto inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza, dato che la dietoterapia senza glutine rimane l’unica cura disponibile per il celiaco che va eseguita in maniera rigorosa per tutta la vita. L’erogazione gratuita degli alimenti sostitutivi consente, infatti, a tutti i pazienti celiaci pari accesso alla terapia, che altrimenti risulterebbe molto costosa a causa dei prezzi elevati degli alimenti rispetto agli analoghi convenzionali.

L’Associazione Italiana Celiachia Molise si augura che questa richiesta d’aiuto non passi inosservata e che i vertici della Regione Molise/Asrem si attivino al più presto nel dare risposte sullo stato attuale dei fatti e allo stesso tempo di trovare una soluzione in tempi rapidi”.

La celiachia è una malattia autoimmune trasmissibile geneticamente  causata dall’intolleranza al glutine, la proteina contenuta in vari cerali come frumento, segale, orzo e avena. Ben lungi dall’essere una scelta modaiola, questa patologia segna a vita le scelte alimentari del paziente e non esistendo ancora una cura o un vaccino che consentano di sviluppare tolleranza al glutine, non rimane che raccomandarsi ai diritti sanciti dalla legge e alla sensibilità culturale di chi dovrebbe garantirne il rispetto e la tutela ma per adesso non si può affermare che la Regione Molise faccia abbastanza per i pazienti celiaci e questo la pone in una posizione contrastante con quella che le consentirebbe di ergersi a Regione modello.

Federica Passarelli

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