Usa, i fondi Esg costano meno

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Da uno studio Swiss Finance Institute sui fondi comuni americani è emerso che i fondi Esg presentano costi netti inferiori a quelli non Esg. Inoltre, anche se le commissioni lorde sono superiori, l’uso strategico delle waivers fee riduce il costo effettivamente pagato dai clienti

Negli Stati Uniti i fondi Esg hanno costi lordi superiori ai fondi non Esg. Tuttavia, i costi netti sono inferiori, questo grazie all’ampio uso da parte dei fondi Esg di fee waivers, una sorta di “rinuncia” o “esenzione” alle commissioni che di fatto rendono più bassa la commissione effettivamente applicata.

Questi dati sono documentati nel paper The Puzzle of Esg Fund Fees all’interno del quale due esperti del Swiss Finance Institute, Aaron J. Black e Julian F Kölbel, hanno dimostrato che sebbene gli investitori sostenibili siano disposti a pagare di più, in realtà hanno pagato di meno, ossia «la propensione a pagare (willingness-to-pay, wtp) degli investitori Esg non si è tradotta in commissioni più elevate».

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Oggetto di indagine sono le osservazioni trimestrali (dal 1° trimestre 2011 al 2° trimestre 2024) di 44.220 tra fondi comuni aperti statunitensi ed Etf all’interno del dataset Crsp.

Il tema delle commissioni dei fondi Esg era già stato affrontato in precedenti articoli (vedi articolo “Caro” Esg, ma quanto (e perché) mi costi?) dal quale era emerso che, sebbene gli investitori in linea generale non fossero d’accordo sul fatto di applicare prezzi più alti per gli Esg, una buona parte li considerava tuttavia appropriati per le strategie con investimenti a impatto (47%) o per la decarbonizzazione (38%).

I FONDI ESG HANNO COSTI NETTI INFERIORI

L’indagine ha rivelato che i fondi Esg negli Stati Uniti dal 2011 al 2024 hanno applicato costi netti inferiori, in media, di 9,5-12,7 punti base rispetto ai fondi non Esg. I fondi Esg hanno iniziato a essere più economici nel 2015 e il delta nelle commissioni è rimasto statisticamente significativo fino al 2024.

Gli esperti hanno individuato tre possibili spiegazioni a questo minor costo dei fondi Esg: (1) i fondi Esg presentano rendimenti attesi più bassi, (2) la maggiore concorrenza tra i fondi Esg esercita una pressione al ribasso sulle commissioni e (3) attraverso una strategia cross-selling, i fornitori di fondi applicano strategicamente ai fondi Esg commissioni basse per vendere in modo incrociato i fondi con commissioni più elevate.

Questo minor costo dei fondi Esg è stato osservato in diversi sottocampioni: fondi vecchi contro fondi giovani, fondi grandi contro fondi piccoli.

Queste dinamiche hanno portato a un sostanziale risparmio di costi per gli investitori Esg, stimato in circa 1 miliardo di dollari dal 2011 al 2023, con un picco annuale di 230 milioni di dollari nel 2022.

L’UTILIZZO STRATEGICO DELLE FEE WAIVERS

Le statistiche mostrano che i fondi Esg presentano costi netti più bassi, commissioni di gestione, commissioni di distribuzione e Total Shareholder Cost inferiori. I fondi Esg presentano anche maggiori rinunce (fee waivers), le quali si traducono in commissioni inferiori pagate dagli investitori. Tuttavia, i fondi Esg presentano commissioni lorde (Gross Expense Ratio) e “altre” commissioni più elevate.

L’uso strategico delle rinunce delle fee (waivers fee) è un fattore chiave per la riduzione dei Net expense ratio dei fondi Esg. Queste rinunce, che sono più frequenti e di maggiore entità per i fondi Esg rispetto ai fondi non Esg (le fee waivers dei fondi Esg sono, in media, maggiori di 16,2 punti base rispetto ai fondi non Esg) compensano le commissioni lorde più elevate.

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«Questi risultati suggeriscono che la rinuncia alle commissioni funziona come strumento competitivo, rendendo i fondi Esg più attraenti all’interno di un mercato in rapida crescita. Inoltre, suggeriscono che una wtp ex-ante per gli investimenti sostenibili non si traduce necessariamente in costi ex-post più elevati».

Come sottolineato dagli autori «questa evidenza potrebbe essere utile ai responsabili politici, in quanto mette in discussione l’aspettativa che gli investitori sostenibili debbano costantemente sostenere commissioni più elevate».

Noemi Primini

 

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