Un altra giornata di passione per chi viaggia in treno. Tra maltempo e guasti, ritardi fino a 6 ore e cancellazioni al Sud, con problemi anche sulla linea Alta Velocità (AV) tra Roma e Firenze. Matteo Renzi, insieme a M5S e Pd, chiede le dimissioni del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, difeso però dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma.
Maltempo al Sud, Calabria tirrenica isolata
Quando non si tratta di chiodi o scioperi, a colpire il traffico ferroviario ci si mette il maltempo.
La mattina di martedì 14 gennaio, dalle ore 7:40, ha visto la sospensione della circolazione sulla linea Reggio Calabria-Paola-Salerno, con:
- 9 treni tra AV e Intercity cancellati o limitati
- 5 treni fermi
- 2 treni con ritardi oltre i 350 minuti (quindi oltre 6 ore)
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini
Il maltempo aveva colpito il tratto già dalla sera prima: il problema principale è rappresentato da forti raffiche di vento che hanno fatto letteralmente volare sui binari oggetti metallici esterni alla ferrovia.
Nel cestone delle criticità anche la pioggia intensa che non ha permesso ai treni di portare avanti una circolazione regolare.
Sulla Calabria tirrenica, in diversi comuni sono caduti alberi e quelli pericolanti sono stati rimossi: a Paola, in provincia di Cosenza, nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 gennaio un pino si è persino abbattuto sulla scalinata dell’ingresso all’ospedale San Francesco, fortunatamente senza causare feriti.
Guasto sull’AV tra Roma e Firenze
Se il maltempo non dipende dalla bontà o meno dell’operato del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, quest’ultimo è però finito nel bersaglio dell’opposizione per il guasto sull’AV tra Roma e Firenze.
Tra Valdarno e Arezzo un guasto ha rallentato la circolazione ferroviaria sulla linea AV tra Roma e Firenze, tornando regolare solo alle ore 10:37, con ritardi inizialmente di almeno 30 minuti.
Gli attacchi a Matteo Salvini da Renzi a M5S e Pd
Il primo scagliarsi contro Salvini è stato l’ex premier Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che su X ha scritto:
Gli ha fatto eco Gabriella Di Girolamo, capogruppo M5s in commissione Trasporti al Senato, che in una nota ha sottolineato i “ritardi osceni dei treni a macchia d’olio in tutto il Paese: questa situazione non è più sostenibile. Spostarsi in treno è diventata un’ascesa al calvario per i malcapitati italiani, e il ministro Salvini anche oggi è desaparecido su questo fronte. Tra Salerno e Reggio Calabria ci segnala uno scenario impietoso con la circolazione praticamente ferma, mentre tra Roma e Firenze l’ennesimo guasto sull’alta Velocità sta causando ritardi a cascata: siamo lo zimbello d’Europa. E’ giunta l’ora che intervenga la premier Meloni: se il suo ministro dei Trasporti non vuole metterci la faccia, lo rimuova o lo faccia dimettere. Non si può giocare così con la vita dei passeggeri. Si fermi ogni aumento del costo dei biglietti per i prossimi due anni, e si cerchino soluzioni serie e rapide: non possiamo star qui ogni mattina a denunciare l’armageddon nelle stazioni italiane”.
Simona Bonafè, vicepresidente dei deputati Pd, sui social ha riferito che “il treno su cui viaggiavo stamani è arrivato a destinazione con ‘solo’ 60 minuti di ritardo! E poteva andare peggio, visto il tabellone. Una vergogna che si ripete ormai con troppa frequenza”.
FdI e Fs dalla parte di Matteo Salvini
A difendere Salvini ci ha pensato Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera, che ai microfoni di Rai Radio 1 ha dichiarato che “attribuire a Matteo Salvini la responsabilità di quello che sta avvenendo sulla rete (ferroviaria, ndr) è profondamente ingeneroso, ingiusto e anche sintomo di incompetenza, perché significa non conoscere quello che è stato fino a oggi lo stato manutentivo della rete”.
In soccorso al ministro anche Stefano Donnarumma, ad di Ferrovie dello Stato, che minimizzato i problemi dei passeggeri: “Un disagio che può impattare su migliaia di persone non può essere raccontato come un disastro, dato che ne spostiamo contemporaneamente due milioni di persone che sono ben contente di andare sui nostri treni”, ha dichiarato ripreso dall’Ansa.
Poi, parlando di Matteo Salvini, ha affermato che “segue le attività da vicino, vuole essere sempre ragguagliato sulle attività che mettiamo in campo, non vorrei un altro rapporto che non fosse questo perché ho un rapporto diretto. Siamo ascoltati come azienda, non riceviamo pressioni che non siano quelle di natura strategica e legate proprio all’aspetto del servizio”.
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