perché Todde può andare avanti

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La questione della decadenza della presidente della regione Sardegna è complessa, specie per i dubbi che si pongono in diritto, ma anche perché è la prima volta che si presenta un caso del genere. Perché operi la decadenza, il provvedimento del Collegio dev’essere definitivo, e diventa tale solo dopo che siano stati esauriti i gradi di impugnazione, o dopo 30 giorni dall’adozione, qualora esso non sia impugnata

Dopo che il Collegio regionale di garanzia elettorale ha emesso un’ordinanza/ingiunzione da trasmettere al Consiglio regionale della rgione Sardegna per l’adozione del provvedimento di decadenza da consigliera regionale di Alessandra Todde, ci si è subito interrogati sugli effetti di tale atto.

Vale a dire se quest’ultimo comporti necessariamente la decadenza di Todde da presidente e, conseguentemente, lo scioglimento del Consiglio e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge statutaria elettorale della Sardegna.

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La questione è complessa, specie per i dubbi che si pongono in diritto, ma anche perché è la prima volta che si presenta un caso del genere.

Cosa dice la legge

Il Collegio regionale di garanzia elettorale è la struttura, istituita presso la Corte d’Appello, che effettua i controlli sulle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni per la Camera, per il Senato e per il Consiglio regionale. La normativa applicabile al caso Todde è la legge regionale che riguarda le spese per la campagna elettorale nelle elezioni per il Consiglio, e rimanda ad alcune sanzioni disposte dalla legge nazionale per le elezioni politiche.

Quest’ultima prevede che, entro tre mesi dalla proclamazione degli eletti, al Collegio debbano essere trasmessi le dichiarazioni e i rendiconti relativi alle spese per la campagna elettorale dei candidati, con la relativa documentazione giustificativa e che l’accertata violazione delle norme che disciplinano la campagna elettorale, dichiarata in modo definitivo dal Collegio, costituisce causa di ineleggibilità e comporta la decadenza dalla carica del candidato eletto.

La legge parla di «delibera della Camera di appartenenza», ma in questo caso il riferimento va inteso al Consiglio regionale, cui spetta il voto sulla decadenza.

“Andare avanti”

A Todde il Collegio di garanzia imputa errori e irregolarità nella rendicontazione delle sue spese per la campagna elettorale del 2024, relativamente ad alcune delle quali ha irrogato alla presidente anche una sanzione pecuniaria di 40mila euro, e ha inoltre trasmesso gli atti alla procura della Repubblica per verificare ipotesi di reato con riguardo, tra l’altro, alle «anomalie riscontrate nelle dichiarazioni depositate».

La presidente si è detta «legittimata ad andare avanti». Questa affermazione è corretta. Perché operi la decadenza, il provvedimento del Collegio dev’essere definitivo, e diventa tale solo dopo che siano stati esauriti i gradi di impugnazione, o dopo 30 giorni dall’adozione, qualora esso non sia impugnata. In caso di ricorso ai giudici, potrebbero servire anche molti mesi per arrivare a una decisione in ultima istanza.

Ma non basta la definitività dell’ordinanza del Collegio di garanzia perché si abbia la decadenza: serve anche una delibera del Consiglio regionale. Ma, prima, l’ordinanza del Collegio deve passare al vaglio della Giunta per le elezioni, che esprime una sua valutazione sull’atto (può accettarla o respingerla, in questo secondo caso con obbligo di motivazioni), e poi «riferisce al Consiglio entro novanta giorni dal momento in cui ne sia venuta a conoscenza».

Al Consiglio spetta pronunciarsi sulla decadenza di Todde. C’è chi dice che esso potrà solo prendere atto di quanto deciso dal Collegio regionale di garanzia elettorale, senza alcuna valutazione ulteriore al riguardo, e chi invece sostiene l’opposto. Ciò che è certo è che la deliberazione del Consiglio è impugnabile davanti ai giudici, come afferma anche la legge statutaria della regione Sardegna del 2007.

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La possibilità di esperire anche verso tale deliberazione ogni rimedio giurisdizionale depone per il fatto che il Consiglio possa operare una valutazione autonoma rispetto a quella del Collegio, attenendosi comunque ai paletti posti dalle norme sulla decadenza, il rispetto dei quali sarebbe oggetto di esame da parte dei giudici, in caso di ricorso.

Al di là di questi aspetti procedurali si pone un’altra serie di questioni: ad esempio, se effettivamente le violazioni di cui Todde è accusata siano tali da determinarne la decadenza, tema di cui di stanno occupando i suoi legali; o se un’irregolarità formale possa inficiare un verdetto elettorale, domanda che attiene più al piano politico che a quello giuridico. La vicenda è solo all’inizio, e servirà seguirne l’evoluzione per acquisire e comporre gli elementi che definiranno il quadro complessivo.

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