L’acqua è una risorsa preziosa su cui ogni Stato dovrebbe compiere investimenti strategici alla luce degli impatti imponenti dei cambiamenti climatici. La fragile Italia in particolare dovrebbe darsi degli obiettivi di crescita del riutilizzo e contenimento degli sprechi.
Il comparto agricolo italiano consuma troppa acqua, rappresentando il 57% del totale dei prelievi d’acqua, seguito da usi civili (31%) e industriali (12%), secondo i dati diffusi da Legambiente nel suo Forum Acqua nazionale 2024. Solo il 4,6% dei terreni irrigati utilizza acque reflue depurata quando invece dai depuratori potrebbero uscire 9 miliardi di m³ all’anno di acqua ricca di nutrienti.
E poi c’è la questione del recupero e riutilizzo delle acque piovane, un potenziale importante, su cui serve una visione strategica capillare sul territorio che favorisca l’accumulo e la reimmissione in falda e che avrebbe anche l’effetto di mitigare e ridurre i danni di eventi meteo estremi.
Pur rappresentando solo il terzo settore per consumo di acqua in Italia, il comparto industriale a livello globale consuma circa 10-15 milioni di litri di acqua in pochi minuti. Un’enormità, soprattutto se riferita a una risorsa come l’acqua che è un elemento indispensabile per la vita e per tutte le attività dell’uomo.
Sulle strategie di gestione dell’acqua urge quindi un cambio di paradigma secondo un approccio di economia circolare che includa azioni mirate al risparmio, riuso e riutilizzo di questa risorsa.
In questo contesto si propone con tutte le sue competenze Edison Next, la società del Gruppo Edison che ha la missione di accompagnare aziende, territori e Pubbliche Amministrazioni nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica. Presente in Italia, Spagna e Polonia con più di 3.700 persone presso oltre 70 siti industriali, 2.300 strutture pubbliche e private e 300 città, affianca i suoi clienti ponendosi come partner solido e di lungo periodo, portando competenze, capacità di investimento e una prospettiva completa sulle tecnologie mature e su quelle che saranno protagoniste nei prossimi anni. Ciò è reso possibile grazie a una piattaforma innovativa ed efficiente di servizi, tecnologie e competenze combinati in un percorso su misura per le esigenze specifiche di ciascun cliente e territorio e che spazia da sistemi di autoproduzione, a soluzioni per l’efficienza energetica, allo sviluppo dei green gas, ovvero idrogeno e biometano, a soluzioni per la mobilità sostenibile, dove riesce a mettere in campo tutti e tre i vettori, elettrico, idrogeno e biometano, a interventi di smart city e progetti di rigenerazione urbana, a soluzioni per la circular economy.
Proprio nell’ambito della gestione delle acque, sviluppa azioni mirate al risparmio e al riutilizzo delle acque industriali e reflue ai fini di ridurre l’impronta idrica degli impianti delle industrie, con l’obiettivo di chiudere il ciclo delle acque. Inoltre, progetta e realizza interventi volti a rendere più resiliente il sistema idrico delle realtà industriali anche attraverso la realizzazione di bacini artificiali e/o altri sistemi di accumulo in grado di captare le acque meteoriche pure in un regime, come quello attuale, caratterizzato da eventi meteorici estremi.
Esempi concreti e di successo di trattamento acque sono rappresentati da due soluzioni sviluppate da Edison Next per clienti industriali.
La prima è composta da un sistema di depurazione delle acque reflue che permette di ridurre del 60% lo scarico in acque superficiali e di conseguenza l’acqua primaria in ingresso allo stabilimento in modo del tutto naturale. Si tratta della fitodepurazione, tecnologia che prevede la depurazione delle acque reflue in un bacino impermeabilizzato in cui il substrato ghiaioso e quello vegetale combinano la loro azione per rendere pulita l’acqua. Il progetto è stato sviluppato per uno stabilimento del settore automotive del Nord Italia e la sua unicità consiste nell’applicazione della tecnica di fitodepurazione al settore dell’industria meccanica, tipicamente caratterizzata da acque molto povere di sostanza organica. L’intervento prevede l’utilizzo di una vasca di fitodepurazione a flusso verticale di 2.500 m2 in cui sono piantumate 4 essenze vegetali di specie compatibili con l’ecosistema della Riserva naturale delle Barragge.
Il secondo esempio è rappresentato una soluzione progettata e realizzata da Edison Next: si tratta del biolago, ovvero un bacino artificiale che permette di recuperare l’acqua piovana dello stabilimento e di filtrare naturalmente l’acqua utilizzata nel processo produttivo con l’ausilio delle specie vegetali che vivono intorno e in esso. Il biolago, sfruttando la rete di raccolta delle acque pluviali, le convoglia nei suoi bacini artificiali. La sua superficie è di quasi 20.000 m2 e la sua capacità di stoccaggio raggiunge un recupero massimo annuale di 500.000 m³, che corrispondono al fabbisogno idrico di 6.000 famiglie. L’acqua così recuperata è estremamente pregiata, infatti non contiene calcare, e questo consente il suo utilizzo in tutte le fasi di produzione. A tale risultato si giunge grazie a una sezione di fitodepurazione del bacino in cui sono state inserite delle piante che naturalmente trattengono eventuali tracce di metalli presenti e tutti i solidi sospesi. In questo modo l’acqua ottenuta potrebbe essere addirittura utilizzata come acqua potabile.
Questa soluzione è stata adottata presso uno stabilimento, sempre del settore automotive, presente nel Sud Italia ed è stata costruita per proteggere la biodiversità dell’area circostante.
Grazie al biolago è possibile minimizzare l’impronta idrica e creare un’ambiente che preserva la vita di molte specie vegetali e animali in favore della biodiversità.
Una soluzione vincente sia per l’ambiente che per le attività industriali, garanzia del mantenimento in loco di attività ad alto valore aggiunto e forte incidenza sociale, che non impattano negativamente sulla salute dei cittadini e sulla natura in genere. Un risultato per niente scontato in un territorio fortemente antropizzato come quello italiano, spesso costretto a scegliere tra mantenimento di posti di lavoro connessi a produzioni industriali e benessere socioambientale.
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