la previsione dell’Istat. Perché e cosa vuole fare il governo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Gli italiani sono sempre più vecchi, tra denatalità e migrazione dei giovani. In questo scenario, anche viste le nuove tecnologie che dovrebbero migliorare la salute, secondo l’Istat l’aspettativa di vita salirà nei prossimi anni, avendo effetti anche sulle pensioni. Le previsioni dell’Istituto di statistica, stando alle attuali regole della legge Fornero, prevedono quindi che nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni. Scongiurato quindi l’aumento dell’età pensionabile di tre mesi a partire dal 2027, dopo “l’errore” rientrato dell’Inps, nei prossimi anni si dovrebbe assistere comunque a un innalzamento dei requisiti per uscire dal lavoro.

 

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Congelato l’aumento dell’età pensionabile nel 2027

L’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita per ora è congelato. L’Inps lo ha rimosso dai suoi sistemi. Ci sarà tempo fino alla fine dell’anno per trovare una soluzione su come evitare un nuovo scatto dell’età nel 2027. Il meccanismo di adeguamento automatico è già rimasto bloccato per sei anni. Nel 2027 diventeranno otto. Questo congelamento “a termine” era stato deciso nel decreto numero 4 del 2019, lo stesso che aveva introdotto Quota 100, il pensionamento con 62 anni di età e 41 di contributi.

Un nuovo rinvio di due anni, al 2029, è una delle soluzioni allo studio dei tecnici per evitare che il meccanismo riparta e soprattutto sarebbe un modo per prendere tempo per una soluzione più strutturale. Anche perché lo scatto dell’età di pensionamento cadrebbe in un anno elettorale. L’altra ipotesi sul tavolo è limitare l’adeguamento soltanto alla pensione di vecchiaia, quella che oggi si ottiene compiuti i 67 anni di età, e non più anche a quella di anzianità che si ha una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi.

 

Il provvedimento

Anche perché l’aumento dell’età “contributiva” è una sorta di unicum del sistema previdenziale italiano e non era prevista nemmeno nella norma originaria che aveva introdotto il meccanismo. C’è un punto però, che non può essere sottovalutato. L’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita, è considerata dagli investitori internazionali una garanzia che la spesa pensionistica non sfugga di mano e con essa il debito pubblico. Anche per questo la riforma Tremonti-Sacconi che introdusse nel 2010 questo meccanismo, fece in modo che si trattasse di una decisione tecnica e automatica, senza un ruolo della politica.

La procedura di adeguamento prevede due passaggi: il primo è che l’Istat renda disponibile il dato sulla variazione della speranza di vita media a 65 anni di età. E questo passaggio è già avvenuto. Il secondo è un decreto del Mef per stabilire l’adeguamento dei requisiti pensionabili. Questo decreto deve arrivare almeno un anno prima della decorrenza dell’aggiornamento.

Siccome il prossimo aggiornamento è previsto per il primo gennaio del 2027, la data ultima per il decreto è il 31 dicembre di quest’anno. Per congelare questo automatismo serve, dunque, una norma di legge. E servono anche delle coperture. Scardinare completamente il sistema di adeguamento automatico, avrebbe un costo miliardario per le casse dello Stato. Congelarlo a tempo renderebbe invece, la misura più sostenibile (ed in effetti è già stato fatto). 

Microcredito

per le aziende

 

 

Lo scenario nei prossimi anni

In ogni caso per l’Istat l’età di pensionamento è destinata ad aumentare ancora nei prossimi anni. Sulla base delle prospettive della speranza di vita, se anche non si passasse dai 67 anni di oggi a 67 anni e 3 mesi nel 2027, si potrebbe arrivare lo stesso a 69 anni e 6 mesi nel 2051. A dirlo è stato lo scorso ottobre il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, nel corso dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul piano strutturale di bilancio.

La stima dell’Istat tiene conto sia dell’invecchiamento della popolazione che dell’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche del deciso squilibrio tra forza lavoro e pensionati nel prossimo futuro. Tutte queste prospettive comportano per l’Istituto di statistica «un’amplificazione dello squilibrio tra nuove e vecchie generazioni che appare guidato più dall’attuale articolazione per età della popolazione che dai cambiamenti demografici ipotizzati». Lo scenario è quello di una popolazione anziana destinata ad aumentare, quella in età attiva e le famiglie sono invece destinate a ridursi, anche a causa del saldo nascite-decessi ancora molto negativo. Tutto questo può avere un impatto sui conti pubblici non indifferente.

 

In pensione a 70 anni

L’aggiornamento prende atto di un inasprimento dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della speranza di vita all’età di 65 anni (parametro usato dalla legge per gli adeguamenti biennali). La salita dell’età pensionabile dal 2027 in poi è in aumento anche rispetto alle stime contenute nell’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico. Già nel 2031 le persone con 65 anni o più potrebbero rappresentare il 27,7% del totale secondo lo scenario mediano dell’Istat (dal 24,4% del 2023 e fino al 34,5% nel 2050). Per questo, come sottolinea l’Istituto, l’impatto sulle politiche di protezione sociale «sarà importante, dovendo fronteggiare i fabbisogni di una quota crescente (e più longeva) di anziani».

L’aumento della speranza di vita incide non solo sull’età di pensionamento, ma anche sull’entità dell’assegno. Più si allunga la vita, più la pensione dovrà essere pagata a lungo. Per questo ogni due anni vengono aggiornati anche i coefficienti di trasformazione dei contributi accumulati in assegno pensionistico. L’ultimo aggiornamento c’è stato solo pochi giorni fa.

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Cosa farà il governo

In tutto ciò finora il governo non è riuscito a intervenire come promesso sulle pensioni, rendendole più accessibili. Anzi, negli ultimi tre anni, da quando è presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le condizioni per accedere all’assegno previdenziale sono diventate più restrittive. Il centrodestra nella campagna elettorale del 2022 aveva promesso: Quota 41, abolizione della riforma Fornero e assegni minimi addirittura a mille euro.

Le promesse dei tre principali partiti di governo (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) si scontrano con la realtà: le pensioni minime sono arrivate a 616,67 euro mensili (poco sopra la metà dei fantomatici mille euro), sono diventati più restrittivi i paletti o si sono ridotti gli assegni per Quota 103 e Opzione donna, è salito l’importo del cosiddetto “bonus Maroni” per ritardare la pensione e le principali regole introdotte dalla tanto invisa alle Destre legge Fornero restano in vigore. 

La Lega all’interno della maggioranza spinge per arrivare a Quota 41 e per congelare l’aumento dell’età pensionistica fino alla fine della legislatura, nel 2027. Sul secondo punto è probabile che si trovi un accordo con gli altri partiti e il governo, mentre su Quota 41 al momento il ministero dell’Economia frena per mancanza di fondi. Non lasciando alla presidente Meloni spazio di manovra, a meno di prevedere nuovi introiti per le casse dello Stato. Ad esempio alzando la tassazione per alcune categorie o fasce di reddito ricche o ricchissime.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link