I giovani sono saliti sul palco di Sant’Ilario, già vecchissimi (di Andrea Marsiletti) –

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Questa mattina è andata in scena la premiazione di Sant’Ilario.

Di questa celebrazione ho già scritto nei giorni scorsi e non ripeto la mia valutazione severa (leggi).

La “novità” dell’edizione 2025 è stata la passerella sul palco dei giovani di “Parma capitale dei Giovani 2027”. Gli organizzatori voluto dare un tocco giovane al Sant’Ilario. Per quello che poi si è visto più che giovane, direi giovanile. Ma dovrei dire vecchio.

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A chi si attendeva una ventata di freschezza sono cascate le braccia quando i giovani hanno preso la parola. Le solite parole sentite e strasentite. Hanno parlato di rigenerazione urbana, promozione del prosciutto e del parmigiano reggiano, di Giuseppe Verdi, di “principi trasformativi” come dei politici di 60 anni (ascolta i loro interventi dal minuto 1.14). L’ufficio stampa della Camera di Commercio dell’Emilia scrive comunicati stampa con un linguaggio più sbarazzino!

Una volta chiamati sul palco, il Sistema Parma li ha applauditi, gli ha dato la pacca sulla spalla e loro hanno contraccambiato portando in dono di una “P” di Parma fatta con il cartone, per poi scendere dal palco in buon ordine.

L’impressione che ho avuto, ma vorrei dire la certezza, è che quei giovani cercassero l’approvazione dei tromboni dei Sistema Parma seduti davanti a loro nelle prime file dell’Auditorium Paganini, di farsi accettare. Sembrava si stessero candidando come loro eredi, non come alternativa, neppure generazionale.

Prima di congedarsi hanno ringraziato le Istituzioni locali “perchè hanno avuto la fortuna di essere ascoltati” nel dossier di Capitale dei Giovani. Mamma mia!

E poi quei continui richiami al “futuro”.

Prendo in prestito le sacrosante parole del giornalista e analista geopolitico Dario Fabbri: “Sono i vecchi quelli che parlano di futuro, i veri giovani parlano di presente“. In Vietnam, Iran e Turchia dove i giovani ci sono per davvero per numero e identità, questi non parlano mai di futuro, perchè un ventenne in quegli Stati pensa: “Ma quali generazioni future? Dopo di me il diluvio!”. Un ventenne vero non pensa di morire, non morirà mai. Sono i vecchi che sul punto di morte riflettono sul mondo che lasceranno. I giovani veri non chiedono una società più giusta, ma una società per sè, che vogliono prendersi oggi, non tra trent’anni.

E quindi non può stupire che, rimanendo agli ultimi 10 anni, non sia possibile citare un nome di un ventenne parmigiano che sia emerso in città in qualsiasi campo, che si sia distinto per un’idea o un progetto innovativo, per un ruolo che si è saputo conquistare. Uno forse c’è, ma se lo cito viene giù il mondo…

A Parma non ricordo la convocazione di una manifestazione giovanile che non fosse l’emanazione locale di una indetta dalla svedese Greta Thunberg, piuttosto che dagli afroamericani di “Black lives matter”, financo delle Sardine di Bologna. Fate mente locale: nessuna. Del resto basta vedere i loro profili social di Instagram e Tik Tok per rendersi conto di questa apatia. Ovviamente generalizzare è sbagliato, e non lo faccio. Le eccezioni ci sono.

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Non è sempre stato così. I tempi sono cambiati, certo, ma ci sono stati anni in cui i giovani di Parma erano in prima fila nelle manifestazioni di piazza, nella critica quando non nell’insubordinazione. Le avanguardie pronunciavano la parola magica “rivoluzione”.

A Parma oggi non c’è nessun giovane a cui gli altri suoi coetanei riconoscano qualcosa. Anni fa uno come Lorenzo Lasagna (nella foto sotto, al centro), tanto per fare un nome, era un leader giovanile, riconoscibile, riconosciuto, amato da una parte, avversato ma rispettato dall’altra. Non credo che da giovane Lasagna sarebbe andato a Sant’Ilario con dei doni per le Istituzioni in mano. Non lo farebbe neanche oggi a cinquant’anni.

Chiudo in modo propositivo, com’è giusto che sia. Mi appello ai ragazzi di “Parma Capitale dei Giovani 2027”: sprigionare su questa città tutta la vostra energia cercando di proporre progetti davvero innovativi e di coinvolgere non solo un centinaio di giovani della Parma patinata o delle rappresentanze delle istituzioni scolastiche o universitarie ma anche quelli del disagio, quelli in difficoltà, quelli che hanno bisogno di voi.

Se ci riuscirete farete un grande servizio ai giovani e alla città.

Altrimenti questa nomination sarà l’ennesima passerella inutile.

E voi non rappresenterete nessuno, solo la Parma dei vecchi che con tono paternalistico vi dirà che siete stati bravissimi. Che siete il futuro della città!

Se ci crederete sarete molto ingenui, anche per la vostra età.

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Andrea Marsiletti



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