Giustizia a Lugano: ‘Scandalose le parole dei municipali’

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«Trovo scandalose le dichiarazioni del Municipio di Lugano, che ha dichiarato di usare una sua azienda partecipata (la Ail Servizi Sa, ndr) per fare ciò che non può fare per legge e per bypassare il Consiglio comunale». Non usa mezzi termini Amalia Mirante, deputata in Gran Consiglio (Avanti con Ticino & Lavoro) nel commentare criticamente le dichiarazioni del sindaco di Lugano Michele Foletti e del municipale Raoul Ghisletta in merito all’opzione del comparto Sant’Anna, quale sede logistica del futuro Palazzo di giustizia. La Ail Servizi Sa ha stipulato con l’attuale proprietaria, la banca Efg, un diritto di compera della durata di un anno, per 50 milioni di franchi, e subito li ha proposti al Cantone, nell’ambito del concorso pubblico per trovare una soluzione logistica al Terzo potere dello Stato, che è scaduto venerdì. Su questa mossa, oltre all’atto parlamentare presentato a livello comunale e alla presa di posizione dell’Mps, Avanti con Ticino & Lavoro ha presentato un’interrogazione al Consiglio di Stato.

L’operazione ‘compete a un ente pubblico’

Non solo. La deputata in Gran Consiglio considera completamente fuori posto «il passaggio nel quale il Municipio si vanta di aver sottratto un buon affare a un imprenditore. Ma stiamo scherzando? Qui stiamo veramente confondendo i ruoli e non si è più in grado distinguere cosa fa un ente pubblico quando opera nel privato, ma non usano i soldi delle tariffe dei cittadini e delle imprese. In questa operazione di privato non c’è nulla». Tuttavia, la Ail Servizi Sa, formalmente, può operare come una società privata… «Già ma questa cosa grida vendetta al cielo. È scandaloso, che un’azienda dichiari di avere otto dipendenti e che voglia acquistare cinque parti di un palazzo. Da tutti i punti di vista, non è un’operazione che compete a un ente pubblico» sostiene la deputata.

Un’operazione che, d’altra parte, lo stesso Foletti, sindaco di Lugano, che ieri non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni, aveva suggerito alla banca Efg dopo la bocciatura, in votazione popolare, dell’acquisto dell’ex stabile Banca del Gottardo per 80 milioni di franchi quale nuova sede del Palazzo di giustizia. Tanto è vero che il Municipio ha allegato una lettera di appoggio alla proposta di Ail Servizi Sa, partecipata dalla Città di Lugano e già oggetto di polemiche per alcuni aspetti problematici. «Mi stupisco che escano certe dichiarazioni», afferma Mirante che mette in dubbio la liceità dell’operazione. Un’operazione che sarebbe stata agevolata dall’avvocato e deputato in Gran Consiglio Enea Petrini (Lega dei ticinesi), che in proposito viene tirato in ballo da Stefano Artioli Artioli nel suo intervento che pubblichiamo nella rubrica ‘Dibattiti’ (cfr. sotto). Un conto è che la Città cerchi in tutti i modi il mantenimento della sede logistica della Giustizia a Lugano, un altro paio di maniche sono le modalità per conseguire l’obiettivo condiviso dalla stragrande maggioranza della politica luganese.

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Chiesta la massima imparzialità

Insomma, nell’atto parlamentare presentato da Avanti con Ticino & Lavoro si richiama “la delicatezza del tema e l’importanza di garantire la massima imparzialità e trasparenza nell’uso di risorse pubbliche” alla luce “delle diverse questioni critiche che necessitano di un chiarimento formale”. Alle dieci domande sottoposte al governo cantonale, si pretendono “risposte chiare dal potere esecutivo per assicurare una gestione equa, efficiente e sostenibile del processo decisionale in corso. In effetti, nell’operazione, la Ail Servizi Sa “ha ottenuto un diritto di compera per 50 milioni di franchi, sollevando interrogativi sulla trasparenza dell’intero processo”.

La società, le cui azioni sono al 100% in mano alla Città di Lugano, non possiede il capitale necessario per sostenere l’operazione. Stando a nostre fonti, potrebbe essere stata scelta la strada di una ipoteca. In questo caso potrebbe essere stata la stessa banca Efg a finanziarie la Ail servizi Sa a condizioni alquanto favorevoli, in una manovra che meriterebbe una spiegazione pubblica. Muovono da queste considerazioni, le seguente domande: “Saranno tenuti in considerazione anche eventuali effetti negativi sulla fruibilità degli spazi legati a importanti cantieri cantonali o regionali (leggi progetto Tram-Treno)? Come intende l’amministrazione valutare offerte sottoposte non da proprietari o fiduciari, ma da organizzazioni in possesso di un mero diritto di compera su uno stabile proposto?” Quali meccanismi preventivi sono previsti per evitare conflitti di interesse nella decisione? Si conferma che il Governo potrebbe sottoporre al Gran Consiglio uno stabile non presente nella lista definitiva?”

C’è un tetto massimo di spesa?

Inoltre, al Consiglio di Stato viene chiesto quali saranno i criteri tecnici, logistici ed economici sulla base dei quali verranno valutate le proposte ricevute. L’interrogazione vuole sapere anche “quali standard oggettivi verranno applicati per la valutazione della qualità degli immobili offerti? È prevista una supervisione esterna o indipendente del processo di valutazione? Verrà pubblicata una graduatoria finale con i criteri e la relativa ponderazione? È stato stabilito un tetto massimo di spesa per l’acquisto o la locazione degli immobili? I criteri di selezione prevedono specifiche certificazioni energetiche per gli immobili e un punteggio aggiuntivo per quelli che già rispettano standard ambientali elevati?”



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