Compromessi per sopravvivere. Bayrou dà tre mesi al conclave sulle pensioni, “non dimentichiamo i gilet gialli”

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Non è un’abrogazione, non è una sospensione. Sulla riforma delle pensioni, la parola d’ordine che François Bayrou ha rivolto ai parlamentari è “rinegoziazione”. Nel suo discorso di esordio pronunciato all’Assemblea Nazionale, in cui ha delineato i punti dell’agenda di governo, il primo ministro francese ha aperto “un conclave” per apportare modifiche sulla legge più impopolare dell’era di Emmanuel Macron. La revisione sarà “aperta per un tempo limitato e in condizioni di trasparenza”, ha avvertito. C’è tempo fino a settembre per cambiare l’età pensionabile, su cui se ne può discutere “senza tabù”, ma Bayrou vuole chiudere i discorsi molto prima, al massimo entro tre mesi. L’intesa andrà trovata insieme ai partiti e alle parti sociali, dopo aver chiesto un’analisi di partenza alla Corte dei Conti, così da arrivare a una soluzione comune. La precondizione è che qualsiasi accordo sia “equilibrato”, garantendo la stabilità finanziaria, altrimenti “l’attuale riforma rimarrà in vigore”. Come ammonito dal premier, “l’’ordine che ci dà il paese è di ritrovare la stabilità”.

Nonostante la situazione economica della Francia sia la più grave degli ultimi decenni, Bayrou è un politico troppo navigato per non sapere che avrebbe dovuto concedere qualcosa in cambio della fiducia per governare. Dato che France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e i Verdi hanno chiuso la porta, mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen – che vanta il numero più alto di deputati – è stato messo all’angolo essendo considerato poco affidabile, a giocare un ruolo decisivo sono i socialisti. Dopo una telefonata, il segretario Olivier Faure sembra essersi convinto ad astenersi per non sfiduciare Bayrou, riservandosi però il diritto di pronunciarsi in futuro. “Siamo un’opposizione utile. C’è una sinistra che urla e una che funziona”, ha detto, marcando le distanze da quella di Mélenchon.

Dimostrarsi maturi è la richiesta arrivata da Bayrou. “Il debito è una spade di Damocle”, ha detto durante il suo discorso di oltre un’ora. “La Francia non è mai stata così indebitata. Nel chiedere sempre spese aggiuntive, tutti i partiti di opposizione hanno danzato il tango fatale che ci ha portati oggi sull’orlo del precipizio”. Ad ogni modo, tra la sorpresa generale degli uditori seduti davanti a lui, Bayrou è convinto che “questa situazione sia un vantaggio. Quando tutto va bene – ha spiegato – ci addormentiamo sugli allori. Quando tutto sembra andare male, siamo costretti ad avere coraggio”. La priorità è approvare la legge di bilancio, laddove è caduto il governo precedente guidato da Michel Barnier. In questo senso, per quest’anno il nuovo esecutivo vuole puntare a una crescita dello 0,9% e un disavanzo pubblico pari al 5,4% del Pil rispetto al 6,1% previsto nel 2024, con l’obiettivo di rientrare nel 2029 nel tetto del 3% imposto dall’Unione europea.

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È tempo di stringere la cinghia, per far quadrare i conti. Pertanto, Bayrou si rivolge all’aula, “è necessario che più di mille agenzie, enti o operatori svolgano un’attività pubblica?”. Alcune svolgono un ruolo importante – il premier ha citato France Travail, preziosa per l’integrazione il lavoro – mentre altre sono superflue. Per questo verrà creato un fondo speciale “interamente dedicato alla riforma dello Stato”, finanziato “attraverso la realizzazione di una parte degli attivi, in particolare dei beni immobili delle autorità pubbliche”. I soldi risparmiati andranno reinvestiti, ad esempio nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale dei servizi pubblici.

Nel tenere apposto i conti pubblici, però, non ci si può dimenticare dei cittadini. Anche se la misura che prevede il rimborso di alcuni farmaci non verrà discussa, la promessa è di aumentare la spesa sanitaria per “migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e proteggere i più vulnerabili”. Anche il rimborso delle sedie a rotelle, annunciato da Macron quasi due anni fa, sarà garantito a partire da quest’anno. Lato scuola, oltre a una consultazione sull’orario scolastico, Bayrou promette quasi commosso 15mila nuovi alloggi per gli studenti, coloro che “soffrono di più la precarietà”.

Non gli unici. La rabbia per le poche certezze offerte dalla Francia riguarda una larga fetta di popolazione. A cominciare dai contadini, che Bayrou conosce bene: “È da lì che provengo. Fin a poco tempo fa avevano la certezza di essere i migliori difensori della natura, mentre oggi sono accusati di danneggiarla”, ha sottolineato criticando i controlli ambientali che infliggono ulteriore “umiliazione” alle aziende agricole già in difficoltà – parole che confermano l’intenzione dei Verdi di non votare il suo governo, critici con il primo ministro per aver affrontato il tema dell’ambiente solo dopo cinquanta minuti.

“La nostra promessa”, ha concluso Bayrou, “è di rispondere al grido lanciato sei anni fa dai gilet gialli. Oggi mi rivolgo a loro: che non pensino che li abbiamo dimenticati”, ha detto il premier affermando l’intenzione di riaprire il cahier des doléances, ovvero una rubrica con le rivendicazioni da portare all’attenzione del governo. “Il rifiuto della divisione tra coloro che contano e quelli che non valgono niente, fra quelli che vanno in televisione e quelli che stanno a guardarla, fra coloro che abitano nei quartieri centrali di Parigi e gli altri, è al cuore della nostra politica”.



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