Avere almeno tre figli permette di accedere a una serie di bonus e agevolazioni: ci sono misure, infatti, in cui vengono “premiate” le famiglie più numerose, quelle che appunto hanno almeno tre figli a carico.
Bonus e agevolazioni sono di fatto più generosi per le famiglie numerose, senza contare poi che ci sono delle misure riservate proprio alle madri che hanno avuto più figli, sia per quelle che lavorano che per chi invece vuole andare in pensione.
A tal proposito, in questa guida faremo chiarezza su quali sono le misure che spettano in presenza di tre o più figli, ma prima è importante ricordare che da qualche anno non esiste più il bonus per terzo figlio (di circa 145 euro) che veniva erogato dai Comuni alle famiglie con Isee fino a 8.788 euro.
Vediamo da cosa è stato sostituito.
Il bonus per mamme lavoratrici
Alle mamme con almeno 3 figli, di cui almeno uno minorenne, viene riconosciuto per il triennio 2024-2026 un esonero contributivo totale, azzerando quindi l’aliquota contributiva a carico della lavoratrice (pari al 9,19% per il settore privato, 8,80% per il pubblico).
Spetta alle sole lavoratrici assunte a tempo indeterminato e previa comunicazione al datore di lavoro del codice fiscale dei figli (qui il modulo per farlo).
Va poi detto che l’esonero è fino a 3.000 euro l’anno, quindi circa 230 euro lordi al mese. Al netto delle imposte dovute sulla minore contribuzione versata, si tratta di circa 170 euro netti al mese.
Assegno unico universale, quali sono le maggiorazioni per chi ha tre figli?
L’Assegno unico universale prevede delle maggiorazioni per coloro che hanno almeno 3 figli a carico.
Nel dettaglio, per ogni figlio successivo al secondo si applica un incremento dell’importo base che va da un massimo di 96,90 euro (per chi ha un Isee fino a 17.090,61) a un minimo di 17,10 euro (per chi ha un Isee di 45.574,96 euro o superiore) al mese.
A ciò si aggiunge la maggiorazione introdotta dal governo Meloni a partire dal 1° gennaio 2023 che riconosce alle famiglie con almeno 3 figli (ma un Isee inferiore a 40.000 euro) un incremento del 50% dell’importo base per ogni figlio di età inferiore ai 3 anni. E per le famiglie con almeno 4 figli, si aggiunge un ulteriore incremento forfettario di 150 euro.
Questi importi fanno ancora riferimento al 2024; siamo ancora in attesa, infatti, della circolare con cui l’Inps pubblicherà le nuove tabelle dell’Assegno unico con gli importi a decorrere dall’1 gennaio 2025. La variazione sarà comunque minima, giusto di qualche euro in più rispetto a quanto indicato sopra.
Il terzo figlio abbassa l’Isee
Il valore dell’Isee viene calcolato sulla base della situazione economica e patrimoniale del nucleo familiare, nonché dalla composizione del nucleo stesso.
Il valore dell’Ise (Indicatore della situazione economica) viene infatti diviso per la Scala di equivalenza (Se) che appunto aumenta tanto più sono i figli a carico.
Nel dettaglio, di base viene assegnato un valore che varia in base al numero dei componenti del nucleo:
- persona sola: indicatore pari a 1;
- 2 componenti: 1,57;
- 3 componenti: 2,04;
- 4 componenti: 2,46;
- 5 componenti: 2,85.
- più di 5 componenti: si aggiunge uno 0,35 a persona.
A questi valori si aggiungono poi altre maggiorazioni, come:
- 0,20 se nel nucleo familiare ci sono 3 figli minorenni;
- 0,35 se nel nucleo ci sono 4 figli minorenni;
- 0,50 in caso di 5 figli.
Si aggiunge poi uno 0,20 per la presenza di figli minorenni, elevato a 0,30 in presenza di almeno un figlio di età inferiore ai 3 anni compiuti ma a patto che entrambi i genitori (o comunque l’unico indicato nella Dsu) abbiano svolto attività di lavoro o d’impresa per almeno 6 mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati.
Le agevolazioni per la pensione
Come anticipato sopra, per le donne con figli potrebbero spettare agevolazioni anche ai fini dell’accesso alla pensione. Ad esempio, va detto che per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 (e non hanno contribuzione versata per il periodo precedente) spetta uno sconto tanto per la pensione di vecchiaia a 67 anni quanto per quella anticipata contributiva a 64 anni pari a:
- 4 mesi per chi ha un figlio;
- 8 mesi per chi ne ha due;
- 12 mesi per chi ne ha tre;
- 16 mesi per chi ne ha quattro.
In alternativa la lavoratrice può optare per un calcolo più favorevole dell’assegno. In particolare, per chi ha 1 o 2 figli spetta un coefficiente di trasformazione – ossia quel parametro utilizzato per trasformare il montante contributivo in assegno di pensione – maggiorato di un anno. Chi quindi va in pensione a 67 anni vedrà l’assegno calcolato come se ci fosse andato a 68 anni. Per chi invece ha 3 o più figli la maggiorazione è di due anni.
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