Processo Nada Cella, sollevata questione di legittimità costituzionale. L’avvocata Franzone commenta

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Il 6 maggio 1996, la 24enne Nada Cella venne uccisa nell’ufficio dove lavorava come segretaria a Chiavari, in provincia di Genova. Il suo caso è rimasto per anni un mistero; poi, nel 2021, è stato riaperto.

Nel novembre 2024, dopo un primo proscioglimento, la Corte d’Appello ha rinviato a giudizio Annalucia Cecere, accusata di omicidio volontario aggravato, e Marco Soracco e la madre Marisa Bacchioni, accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pubblico ministero.

La prima udienza del processo è stata fissata per il 6 febbraio 2025, ma una questione di legittimità costituzionale sollevata dall’avvocato Andrea Vernazza, difensore dell’allora datore della vittima, potrebbe allungare i tempi. Tag24 ne ha parlato con l’avvocata Sabrina Franzone, legale della famiglia Cella.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Processo Nada Cella, in cosa consiste la questione sollevata

La questione di legittimità costituzionale sollevata dall’avvocato Vernazza riguarda la mancata motivazione del decreto di rinvio a giudizio emesso dalla Corte d’Appello a novembre.

Tale decreto ha annullato la sentenza con cui la giudice per le indagini preliminari Angela Nutini aveva precedentemente prosciolto i tre indagati dalle accuse riguardanti l’omicidio di Nada Cella, sostenendo che a loro carico ci fossero “meri sospetti”.

La parola spetta ora alla Corte d’Assise chiamata a giudicare i tre, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, che dovrà decidere se rinviare tutto alla Corte costituzionale. In questo caso, il processo – il cui inizio è previsto per il 6 febbraio 2025 – verrebbe sospeso.

Il commento dell’avvocata Sabrina Franzone

L’avvocata Sabrina Franzone, interpellata da Tag24, ha spiegato: “Il decreto di rinvio a giudizio non è una sentenza e, pertanto, secondo il nostro ordinamento, non necessita di motivazione. La razionalità di questa norma è chiara: chi deve giudicare deve essere libero da qualsiasi condizionamento o pregiudizio”.

 “Il giudice per le indagini preliminari deve limitarsi a valutare se gli elementi di prova raccolti dal pm consentano una ragionevole previsione di condanna. In caso negativo, emette una sentenza di non luogo a procedere. Altrimenti, emette un decreto di rinvio a giudizio, come in questo caso ha fatto la Corte d’Appello”, ha aggiunto la legale.

Motivare un decreto di rinvio significherebbe dare quasi una guida operativa ai giudici. Oltretutto, le sentenze vengono motivate perché potrebbero essere impugnate, un decreto di rinvio a giudizio invece non è un atto impugnabile. Se anche venisse motivato, alla difesa non cambierebbe nulla”, ha proseguito l’avvocata, chiarendo che la questione sollevata dal collega “riguarda una norma generale e non una violazione specifica nel caso concreto. È una questione di diritto”.

In pratica, se la questione di legittimità costituzionale dovesse essere ritenuta fondata, sarebbe la Corte Costituzionale ad esprimersi, il che avrebbe ripercussioni su tutto il sistema giudiziario e non solo sul processo di cui si parla, i cui tempi potrebbero semplicemente allungarsi.  

Il punto di vista della famiglia della vittima

Io sono abbastanza stupita e mi aspetto che la questione venga dichiarata inammissibile. La mia opinione, comunque, conta poco. Le possibilità di interpretazione sono molteplici”, conclude la legale. “Per la famiglia di Nada, l’unica cosa che conta è la verità. Se la norma in questione è incostituzionale, come ritiene il difensore di Soracco, è giusto che se ne tenga conto. Poi si celebri il processo e vada come vada: solo così si potrà chiarire se gli imputati sono innocenti o colpevoli”.  Solo così si potrà finalmente mettere fine al caso.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Se ne parlava in una vecchia puntata di “Crimini e criminologia”:

Per ricapitolare

  • Caso Nada Cella: nel 1996, Nada Cella, 24 anni, fu uccisa in circostanze misteriose a Chiavari. Il suo caso è stato riaperto nel 2021 e, nel 2024, tre persone sono state rinviate a giudizio dopo un precedentemente proscioglimento.

  • Questione di legittimità costituzionale: l’avvocato difensore di uno degli imputati ha sollevato una questione sulla mancata motivazione del decreto di rinvio a giudizio, che potrebbe portare la Corte Costituzionale a intervenire, allungando i tempi del processo.

  • Posizione della famiglia Cella: l’avvocata Sabrina Franzone si aspetta che la questione venga dichiarata inammissibile e ribadisce che l’obiettivo finale della famiglia della vittima è scoprire la verità e ottenere giustizia.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link