CEC: la voce dei manager europei

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


CEC European Managers, che rappresenta presso l’Unione europea oltre 1 milione di manager, ha un ruolo sempre più importante. Ne parliamo con Silvia Pugi, vicesegretario CEC e associata Manageritalia.

Cos’è e cosa fa CEC?

«CEC European Managers è l’associazione di Bruxelles che rappresenta oltre 1 milione di manager europei presso le istituzioni dell’UE. I soci di CEC sono 15 federazioni e associazioni manageriali nazionali e 6 settoriali. In Italia il socio di CEC è CIDA, che raggruppa un totale di 150.000 manager del privato e del pubblico, aderenti a Manageritalia, Federmanager, CIMO medici, Funzione Pubblica CIDA, Sindirettivo Bance Centrale, Fidia, FeNDA, Terzo settore e sanità non profit, Sindirettivo Consob, SAUR Università e Ricerca.

CEC è uno dei 6 “partner sociali” riconosciuti e periodicamente consultati dalla Commissione Europea sui temi delle politiche sociali e delle relazioni industriali (al pari di Business Europe, l’associazione cui aderiscono le unioni imprenditoriali Europee, tra cui l’italiana Confindustria). Per partecipare attivamente al dialogo sociale a Bruxelles, CEC produce iniziative, ricerche, consultazioni e position papers, che utilizza per portare avanti il punto di vista dei manager in Europa.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Per i prossimi 4 anni, CEC ha identificato 4 filoni di attività prioritari: digitalizzazione ed Intelligenza artificiale, coordinato da Maxime Legrand; equità di genere e diversity, coordinato da Ebba Öhlund; innovazione per la competitività, coordinato da Silvia Pugi; giusta transizione e leadership climatica, coordinato da Torkild Justesen».

I manager europei quindi sono una community, una lobby? E per fare cosa?

«I manager sono innanzitutto una community, molto più uniforme nei vari paesi di quanto si possa pensare. Le economie, i valori, le dinamiche del lavoro dei paesi europei continuano a convergere sempre di più. In Italia come in Svezia o in Francia i manager sono persone altamente qualificate, che lavorano con un ampio grado di autonomia, gestiscono persone e risorse, con remunerazioni legate ai risultati e che si trovano a volte su posizioni intermedie tra l’imprenditore e gli altri dipendenti, trovandosi spesso nel ruolo di costruttori di ponti.

Tutti in Europa oggi sono preoccupati per la crisi dell’industria automobilistica europea, per i costi dell’energia, la sostenibilità, come sfruttare e gestire le potenzialità dell’intelligenza artificiale, la minaccia militare russa, i dazi americani, la concorrenza cinese.

CEC rappresenta la voce dei manager a Bruxelles, spingendo per soluzioni in grado di far crescere le nostre economie e, allo stesso tempo, salvaguardando il nostro sistema sociale, per esempio promuovendo programmi e fondi di up-skilling per manager, o legislazione per l’adozione e la gestione dell’AI in azienda».

Come operate in Europa? Chi e come è rappresentato?

«CEC lavora su più fronti, nella “bolla” di Bruxelles e nei paesi dove i manager lavorano. A Bruxelles CEC svolge un’attività squisitamente politica: come Social Partner della Commissione europea, risponde a richieste di pareri su tematiche legate al mondo del lavoro, per esempio abbiamo recentemente fornito il punto di vista dei manager circa la gestione dell’AI in azienda, il lavoro a distanza, i tirocini; mantiene contatti e scambi con i parlamentari europei maggiormente coinvolti sui temi del lavoro, del business, del welfare; intesse relazioni con stakeholder attivi su Bruxelles, per esempio partecipa ad eventi organizzati da alcuni think tank, incontra funzionari tecnici delle commissioni.

La credibilità di CEC è legata alla forza del legame con i manager che rappresenta, per questo chiediamo pareri alle federazioni e associazioni manageriali nazionali e svolgiamo sondaggi sui manager. Per esempio, abbiamo appena svolto una ricerca su oltre 1.000 manager europei per misurare l’impatto dei pregiudizi inconsci – unconscious bias – sull’ambiente di lavoro e proporre approcci per gestirli».

Un manager di Milano o di Napoli cosa deve fare in CEC e cosa deve aspettarsi da CEC?

«CEC ha una funzione di faro sul futuro: oltre la metà della legislazione nazionale è di derivazione europea, i tempi di Bruxelles legislazione europea sono lunghi, in media 18 mesi dalla discussione all’approvazione, ma monitorare direttive e regolamenti in discussione a livello europeo permette di conoscere in anticipo cosa succederà a livello nazionale e, talvolta, di tentare degli aggiustamenti. Pensate sulla sostenibilità alla CSDR, o sui dati a GPRR ed AI Act! La cosa migliore da fare è iscriversi alla newsletter di CEC, per avere un aggiornamento mensile su cosa bolle in pentola a Bruxelles e cosa arriverà come norme con impatto sulle aziende e sul business».

Recentemente c’è stata l’Assemblea di CEC, cosa è emerso?

«Sono stata eletta nel board di CEC da pochi mesi e questo è stato il mio primo appuntamento importante, che ho anche vissuto con una certa emozione.

Prestito personale

Delibera veloce

 

A fine novembre 2024 si è svolta a Bruxelles l’assemblea CEC e, negli stessi giorni, il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Commissione Europea per la legislatura 2024-2029. Insomma, partiamo insieme e sarà importante organizzare il lavoro CEC in coerenza con quello della Commissione.

La buona notizia è che Ursula von der Leyen si è impegnata a rafforzare il dialogo sociale per rafforzare la competitività, coinvolgendo maggiormente le parti sociali nei processi legislativi. Questo significa che CEC, in quanto Partner Sociale riconosciuto, avrà più possibilità di presentare la posizione dei manager sui tavoli prima dell’approvazione di leggi e regolamenti europei.

Durante l’assemblea si è discusso dei trend del business, ma anche dei fattori geopolitici che impattano l’Europa, sottolineando il ruolo fondamentale dei manager nel promuovere l’innovazione, la resilienza economica e l’equità sociale.

L’economia europea sta attraversando una crisi profonda di competitività ed i manager si trovano a gestirne gli impatti in prima persona nelle aziende: i tedeschi sono in piena crisi dell’industria automobilistica, gli svedesi parlano di un’economia bloccata, gli spagnoli lamentano la fuga dei cervelli, i belgi vedono chiusure di massa delle PMI».

Quindi quale il ruolo e gli obiettivi di CEC?

«CEC si propone così di lavorare per promuovere l’innovazione, come strumento per aumentare la competitività delle nostre aziende.

Innanzitutto nell’assemblea si è affrontato il tema dell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nelle pratiche manageriali, dove la nostra posizione è di velocizzarne l’adozione anche incentivando l’upskilling delle figure più senior, ma, contemporaneamente, di promuovere regole che ne garantiscano l’uso etico e la tutela dei diritti dei lavoratori.

Altro tema discusso è stato quello della sostenibilità, vista sia come sostenibilità energetica sia come impatto sociale, e della necessità di spingere per una semplificazione normativa. Tra l’altro CEC ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico COP29, portando la sua visione di leadership sostenibile.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Ma si è parlato anche di guerra in Ucraina e di difesa dei confini europei, dove fa rabbrividire sentire quanto i paesi scandinavi vivano la Russia come una minaccia concreta. La preoccupazione più urgente è di prepararsi e proteggersi da azioni laterali, attacchi cyber, sabotaggi dei cavi sottomarini di trasmissione dati, tagli alle forniture di gas. È emersa così la richiesta di lavorare per preparare i manager a gestire crisi improvvise.

Le organizzazioni manageriali aderenti a CEC hanno poi sottolineato la necessità di ricevere aggiornamenti regolari sulle discussioni parlamentari dell’UE, di rafforzare il ruolo di advocacy di CEC ai decisori di Bruxelles, di promuovere e comunicare maggiormente le attività svolte. La prossima Assemblea sarà in Italia a Milano a giugno 2025».

Insomma, cosa dobbiamo aspettarci, chiedere e dare a CEC noi manager italiani?

«In Europa ci aspetta un periodo complicato. Le nostre economie continuano a perdere posizioni rispetto a USA e Cina, e a livello politico la NATO a traino americano non è più una certezza.

In questa situazione, le mosse da fare per il rilancio dell’economia Europea sono abbastanza chiare a Bruxelles, le ha indicate Draghi nel suo rapporto e sono state accolte e riprese dal programma von der Leyen: Colmare il divario di innovazione: incentivare R&D, promuovere competenze tech, ridurre burocrazia e norme tra stati; Decarbonizzazione e competitività energetica: riformare il mercato dell’energia, sviluppare tecnologie pulite e puntare su economia circolare; Sicurezza e riduzione delle dipendenze: diversificare le fonti di approvvigionamento, investire in difesa e tecnologia dual-use.

Il problema come sempre sta nell’implementazione, che richiede cambiamenti e riforme: avere 750-800 Mld/anno di investimenti aggiuntivi, finanziati anche ingaggiando il settore privato; rafforzare e completare il mercato unico, a partire da quello dei capitali; allineare le politiche industriali nazionali, sostenendo settori strategici come energia pulita e difesa; riformare la governance UE superando il principio di unanimità e semplificare le normative; aumentare la produttività salvaguardando l’inclusione sociale, usando la ritrovata competitività per finanziare il welfare».

In Europa ci aspetta un periodo complicato, però cos’è un manager se non una persona in grado di gestire situazioni complesse? 

«Non ci sono soluzioni semplici, per esempio per proteggere le nostre imprese i dazi non bastano, anzi, potrebbero farci più male che bene; oppure, come possiamo ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili, per poi importare pannelli solari cinesi? Serve approfondire, perché a problemi complessi ci sono soluzioni complesse.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

C’è una frase che mi piace ricordare nei momenti difficili: “se fosse facile, non saremmo qui”. Ecco, questo è il compito di CEC e di ciascun manager nella propria azienda: innovare le nostre imprese, e trovare una via che ci renda competitivi sul mercato rispettando i nostri valori sociali».

Possiamo incidere per fare davvero l’Europa e come?

«CEC rappresenta un milione di manager, su una popolazione di quasi 450 milioni di persone. Sono tanti? Sono pochi? Sicuramenti sono rilevanti, perché decision maker, in posizioni ad alta visibilità ed influenza. Nonostante ciò, spesso i manager preferiscono non prendere posizioni su temi “politici” e sulle decisioni del parlamento di Bruxelles, per esempio preferiscono non dire pubblicamente se sono a favore o contro il principio che l’Europa regoli l’uso dei dati e dell’AI, ma si limitano a parlare delle difficoltà tecniche dell’implementazione. Eppure i manager hanno un ruolo sociale, hanno la capacità e possibilità di portare avanti un punto di vista che guardi più lontano. Riprendo il motto di CEC “Use your leadership”: sfruttiamo le nostre posizioni per promuovere l’Europa che vorremmo».

Silvia Pugi, vicesegretario CEC e associata Manageritalia.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Contributi e agevolazioni

per le imprese