Un recente aggiornamento pubblicato su Climate.gov da Emily Becker ha annunciato l’emergere di condizioni di La Niña nel Pacifico tropicale, rilevate già nel mese di dicembre 2024. Questo evento si inserisce nel contesto del fenomeno climatico noto come El Niño/Oscillazione Meridionale (ENSO), caratterizzato da oscillazioni cicliche nelle temperature della superficie marina nell’area del Pacifico equatoriale. La Niña, in particolare, si distingue per temperature oceaniche inferiori alla media nella regione centro-orientale del Pacifico.
Da altri esperti, l’eccezionale ondata di freddo e gelo che investe il Nord America, ha delle correlazioni con La Niña che sta abbassando rapidamente, ampia aree del Pacifico. Per altro è anche responsabile di una grave siccità in California, dove le cronache hanno evidenziato le notizie di un biblico incendio. Ma gli effetti di La Niña si vedranno anche in Italia? Sicuramente si.
Dettagli tecnici sull’evento di Niña
Secondo le analisi riportate, vi è una probabilità del 59% che le condizioni di La Niña persistano almeno fino al periodo febbraio-aprile 2025. Successivamente, tra marzo e maggio, si prevede una transizione verso condizioni climatiche neutrali, con una probabilità stimata al 60%. Questo lascia intendere che, sebbene l’evento sia debole – con l’indice Niño-3.4 che difficilmente scenderà sotto i -1,0 °C per una stagione intera – gli effetti climatici globali potrebbero comunque essere significativi, influenzando anche il clima europeo e italiano.
Una Niña debole ma significativa
Un aspetto interessante dell’attuale episodio di La Niña è la tempistica inusuale. Solitamente, tali fenomeni emergono in periodi diversi dell’anno, ma il ritardo osservato questa volta potrebbe essere collegato alle temperature oceaniche globali più calde della media. Inoltre, l’atmosfera ha già mostrato segnali tipici di una fase di Niña per diversi mesi, tra cui:
- Venti alisei intensificati rispetto alla norma.
- Cambiamenti nei modelli di precipitazione tropicale, con un incremento delle piogge in alcune aree e siccità in altre.
Nonostante l’intensità relativamente debole, La Niña 2025 può comunque produrre effetti climatici globali rilevanti, alterando i regimi di precipitazione e i pattern atmosferici in molte regioni.
Impatti globali di La Niña
Gli effetti della Niña sono noti per essere asimmetrici: alcune aree del mondo sperimentano piogge abbondanti, mentre altre affrontano periodi di siccità. Ad esempio:
- Il Sud-Est asiatico e l’Australia tendono a ricevere precipitazioni sopra la media, con il rischio di alluvioni.
- La costa occidentale del Sud America, come il Perù e l’Ecuador, può attraversare periodi di siccità prolungata.
- Nell’Oceano Atlantico, si registra spesso una stagione degli uragani più intensa.
Questi effetti globali si ripercuotono indirettamente anche sull’Europa e sull’Italia, attraverso la complessa interazione tra le correnti atmosferiche e i cambiamenti climatici in atto.
La Niña e gli effetti sull’Italia
In Italia, gli impatti della Niña sono indiretti ma significativi, poiché il fenomeno influenza il flusso delle correnti atmosferiche che attraversano l’Europa e il Mediterraneo. Durante un episodio di Niña, si possono osservare:
- Inverni più freddi e nevosi
La configurazione atmosferica legata alla Niña può favorire l’arrivo di ondate di freddo dalla Siberia o dal Polo Nord, aumentando le probabilità di precipitazioni nevose, soprattutto al Nord e sull’arco alpino. Le regioni del Centro e del Sud Italia possono invece registrare piogge più frequenti, alternate a fasi di stabilità atmosferica. - Piogge intense e fenomeni estremi
La presenza di La Niña può amplificare i fenomeni di maltempo lungo le coste tirreniche e adriatiche. Episodi di alluvioni lampo potrebbero diventare più frequenti, specialmente in autunno e inverno, quando le perturbazioni atlantiche interagiscono con l’aria fredda. - Siccità alternata a precipitazioni localizzate
Le regioni del Sud, come la Sicilia e la Sardegna, possono attraversare fasi di siccità interrotte da eventi di pioggia intensa, con possibili ripercussioni sull’agricoltura e sulla gestione delle risorse idriche. - Impatto sull’agricoltura
Gli eventi estremi legati alla Niña, come gelate tardive o precipitazioni irregolari, possono influenzare negativamente le coltivazioni, specialmente in regioni come la Pianura Padana, dove il clima invernale è cruciale per le semine.
La prospettiva per l’Europa e Italia
Anche se la Niña 2025 è prevista come un evento debole, le sue ripercussioni sull’Europa meritano attenzione. La circolazione atmosferica può subire modifiche tali da favorire:
- La formazione di anticicloni persistenti sull’Atlantico, che bloccano le perturbazioni e indirizzano masse d’aria fredda verso il Mediterraneo.
- Periodi di maltempo intenso alternati a fasi di stabilità anomala, specialmente nelle stagioni di transizione come l’autunno e la primavera.
Questi scenari, combinati con le temperature oceaniche globali più alte del normale, rendono il clima europeo ancora più complesso e imprevedibile, aumentando la necessità di monitoraggio continuo da parte dei meteorologi.
L’evento di Niña emerso a dicembre 2024 è un esempio di come anche un fenomeno climatico relativamente debole possa avere conseguenze globali e locali di grande importanza. In Italia, le possibili ripercussioni includono inverni più rigidi, maltempo frequente e un aumento dei fenomeni estremi, con un impatto potenzialmente significativo sull’agricoltura, sulle risorse idriche e sull’economia. L’attenzione ai cambiamenti climatici resta cruciale per affrontare le sfide poste da fenomeni come La Niña, che continueranno a influenzare il nostro clima e le nostre vite nei prossimi mesi.
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