SASSUOLO. «La Bretella Campogalliano-Sassuolo andrà a completare un corridoio fondamentale per la viabilità dell’area. La zona di Sassuolo, infatti, è nota per essere uno dei distretti ceramici più importanti al mondo mentre Campogalliano è un crocevia strategico per il traffico pesante verso il nord Europa. L’accesso diretto all’autostrada consentirà di ridurre i tempi di percorrenza e migliorare la logistica, un aspetto essenziale per le aziende locali che potranno così ottimizzare le proprie operazioni di trasporto e distribuzione». È l’opinione del presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia che richiama l’importanza, secondo la sua visione, del futuro asse viario di cui si parla da 25 anni, dai tempi in cui ci fu l’inserimento del progetto nel Cipe e a seguito l’approvazione di Anas (ma Romano Minozzi del Gruppo Iris ricordava di recente che si iniziò a parlarne nel 1974…). Anas approvò nel dicembre 2005 e da allora si dovette attendere un’altra decina di anni, fino al 4 dicembre 2014, quando per la concessione dell’opera ci fu una convenzione tra il Ministero delle infrastrutture (Mit) e il concessionario AutoCS, quest’ultimo presieduto dall’ex presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini. Ma andiamo con ordine.
Cos’è la Bretella
Questo raccordo autostradale a pedaggio tra Campogalliano e Sassuolo – per il quale ci sono anche molti contrari – è previsto tra l’intersezione A22-A1 a Campogalliano con la statale 467 “Pedemontana” di Sassuolo e prevede due assi secondari, uno di collegamento con la tangenziale di Modena e uno di collegamento con quella di Rubiera, verso Reggio. Lo sviluppo complessivo del tracciato è di circa 20 chilometri, così suddivisi: un asse principale di 15,5 chilometri e i due raccordi con le tangenziali citate rispettivamente di 3,5 e 1,4 chilometri.
Il problema ambientale
Oltre a tanti “nodi” di ordine ambientale, tecnico e autorizzativo ancora in piedi – caselli sì o no, espropri numerosi e complessi – restano due i problemi rilevanti: i costi e le interferenze con infrastrutture vitali del territorio. Partendo da questo ultimo punto: la problematicità maggiore sarebbe lo spostamento, per costruire la strada, della conduttura del gas che rifornisce il comparto ceramico di Sassuolo. Inoltre, per gli ambientalisti, c’è la priorità della ferrovia al servizio del polo logistico di Marzaglia che i caselli autostradali impedirebbero di realizzare.
Il problema dei costi
E poi soprattutto i finanziamenti. Nel 2001 il costo preventivato era di 175 milioni, poi si è passati a 422 milioni mentre oggi siamo a quota 700 milioni con un aumento di circa il 30% negli ultimi anni a causa dell’esplosione dei costi dei materiali. Inoltre, secondo i protagonisti, tutto sarebbe condizionato all’affidamento ad Autobrennero della gestione futura della A22, in proroga da un decennio. Attualmente è in corso la procedura, con la gara che è stata pubblicata il 31 dicembre scorso: per la nuova concessione di 50 anni dell’A22 la società Autobrennero parte molto favorita e per questo nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Autostrada del Brennero Diego Cattoni ha detto che «ci sono investimenti per oltre 9 miliardi di euro interamente autofinanziati che contribuiranno allo sviluppo di tutti i territori attraversati dalla A22». Compresa, parrebbe, appunto la Bretella per la quale in questa fase sono in corso gli espropri su alcune centinaia di ettari di territorio.
Mobilità sostenibile
«La Campogalliano-Sassuolo – conclude il presidente Braglia – è stata progettata con un occhio di riguardo per la mobilità sostenibile: sono previsti percorsi ciclopedonali e aree di sosta per i veicoli elettrici, un segno tangibile dell’impegno verso un futuro più verde e meno inquinato. La nostra provincia ha visto una crescita esponenziale delle sue attività produttive e la nuova infrastruttura contribuirà a consolidare la sua posizione di leader nazionale e internazionale e un aspetto che non va sottovalutato è l’impatto positivo che la bretella avrà sul turismo: Sassuolo sarà più facilmente raggiungibile. La bretella è dunque fondamentale per una delle aree più dinamiche e produttive dell’Emilia-Romagna».
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