“Lega si opporrà a qualsiasi aumento età pensione”/ “Immorale andare oltre i 67 anni”

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Durante la puntata di ieri di Sky Tg24 Economia, è stato ospite l’esponente della Lega, il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, che si è soffermato appunto sulle sue “materie”, leggasi il lavoro e le pensioni. Le prime parole sono state sulla possibilità, paventata dall’Inps, di andare in pensione oltre i 67 anni. “L’errore previsionale dell’Inps lo aveva smentito già il 10 ottobre 2024 la vostra trasmissione. C’è una legge del 2011, quella della legge Fornero, è stata bloccata nel 2019 con la quota 100. Non c’era poi bisogno di mettere dei fermi e dei blocchi. L’anno scorso era aumentato di un mese l’aspettativa di vita e l’Inps non aveva fatto nulla sul previsionale del suo sistema e quest’anno prevedono questi tre mesi in più per il 2027 ma abbiamo dei mesi in più per smentire questa attività. Noi come Lega ci opporremo in qualsiasi modo a questo aumento di questi tre mesi, come ci opponiamo alle varie finestre per allargare la pensione, ribadiamo quindi l’opposizione e posso parlare come voce del partito”.



Claudio Durigon ha poi voluto precisare in maniera un po’ ironica: “Questa è la mia posizione di governo, così è più chiaro”. L’esponente leghista e sottosegretario al lavoro ha poi aggiunto: “La Fornero la “difendo” tantissimo – dice ovviamente ironico – perchè riuscita ad innalzare l’età pensionabile dalla notte al giorno fino a 67 anni e oggi stiamo combattendo per non far alzarla di 3 mesi. E’ impensabile pensare di far lavorare le persone oltre 67 anni, è immorale. Ci sono cose logiche e politiche che non bisogna fare”.

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DURIGON E QUOTA 100

E ancora: “E’ normale che è costoso recuperare i danni di una norma della legge Fornero che ha innalzato l’età pensionabile ma è immorale continuare a mandare le persone a lavoro oltre i 67 anni, poi ci sono lavori e lavori. Ma i 64 anni della media pensionistica di oggi possono solo alzarsi – ha aggiunto, ricordando anche gli anni lavorativi richiesti – 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini, è sempre più difficile raggiungere quella finestra mentre si raggiunge quella dei 67 anni. Detto questo credo che il sistema pensionistico deve essere rivisto, ovvero, far fuoriuscire le persone che hanno dato al mercato del lavoro. Quota 100 ha fatto si che sono andate in pensione circa 400mila persone. Oggi paghiamo lo scotto degli esodati della legge Fornero, non lo scotto della Quota 100. Ha anticipato una fase, la media di quelli che hanno anticipato quota 100 era per gli uomini di 41 anni e 11 mesi, quindi hanno anticipato di un anno. Negli anni 70 e 80 il rapporto di donne e uomini che lavoravano era di circa 80 e 20, quindi è normale che sono stati soprattutto gli uomini ad aver usufruito di più di Quota 100: hanno lavorato di più”.



Durigon ha poi precisato, rispondendo a chi dice che Quota 100 ha creato un danno economico allo stato: “La media di chi andava in pensione con quota 100 è stata di 41 anni e 10 mesi, tutti uomini quasi, dopo un anno sarebbero andati in pensione, abbiamo solo anticipato di un anno, quindi qual è il conteggio che ha creato il danno? E lo scrive il MEF non lo scrivo io. Noi avevamo una copertura di 21 miliardi in tre anni e ne abbiamo spesi 11, la gente poteva scegliere nell’arco di tre anni quando andare”.

DURIGON SU OCCUPAZIONE E CRISI AUTO

Durigon si è poi soffermato sui dati dell’occupazione che ha raggiunto livelli record con il governo Meloni negli ultimi due anni e mezzo circa di lavori: “Parliamo di un aumento incredibile del tasso di occupazione. Abbiamo portato a casa quasi due punti di occupazione, un milione di contratti a tempo indeterminato. Siamo ancora ultimi in Europa? E’ vero, ma pensi come stavamo ultimi, eravamo degradati”. Quindi il sottosegretario al lavoro Durigon ha proseguito, sempre parlando dell’occupazione: “Sono dati incontrovertibili, un milioni di contratti a tempo indeterminato in più. Ogni giorno il Partito Democratico parla del precariato… siamo arrivati a 24 milioni di occupazioni, siamo ultimi in Europa ma prima stavamo peggio, è la cosa più grande che potevamo fare e che abbiamo fatto e va dato merito a questo governo”, ribadisce in merito agli ultimi dati.

Chiusura sulla crisi delle auto e su Stellantis, su cui Durigon ha ricordato come l’azienda abbia già incontrato il governo e proposto un nuovo piano industriale dopo l’uscita di scena dell’ex CEO, Carlos Tavares: “Il tema principale è senza dubbio il green deal dell’Europa, una Ue scellerata, regole che hanno devastato il mercato. Siamo fiduciosi per l’Italia con Stellantis che si è rimessa in gioco con un piano, ma oggettivamente l’Europa ce l’ha messa tutta per far si che questo problema fosse così invadente”.



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