Comune Benevento, 31 immobili in vendita: cresce il dissesto

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Il dissesto cresce ancora e costringe il Comune a rimettere in vendita gli immobili. A otto anni dalla dichiarazione e dopo un anno dalla definizione del volume complessivo delle pendenze, la massa passiva continua a lievitare come un soufflè. I 45 milioni e spiccioli individuati con delibera del 14 dicembre 2023 sono già saliti notevolmente. Sulla bilancia dei pagamenti da effettuare pesa in particolare la maxi cartella da 6,5 milioni fatta pervenire a Palazzo Mosti dal Consorzio rifiuti Bn1, disciolto il 31 dicembre 2009 ma ancora vivo giuridicamente in gestione liquidatoria. Un ente fantasma delle cui attività si è persa la memoria, ma più vivo che mai sul piano delle rivendicazioni economiche vantate nei confronti dei Comuni ex consorziati in regime di adesione obbligatoria.

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Le ricadute

Una situazione per molti versi paradossale, cui però non ci si può sottrarre sul piano formale. Il Comune di Benevento, al pari di altri enti del bacino, dopo aver sondato tutte le possibili strade per non liquidare somme per servizi di fatto solo parzialmente erogati, è giunto alla conclusione che il debito è certo, liquido ed esigibile, e dunque va onorato per una cifra monstre che rischia di non far quadrare più i conti.

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Con la delibera del 14 dicembre 2023, la Giunta comunale aveva quantificato in 28.105.621 euro la provvista finanziaria da mettere a disposizione dell’Organismo straordinario di liquidazione per tacitare i 2.004 creditori in attesa da un decennio o più. Fabbisogno che, però, è notevolmente lievitato nell’ultimo anno. E pur volendo considerare l’abbattimento al 60 per cento previsto dalla procedura semplificata, i 6,5 milioni di partenza resteranno comunque intorno ai 4 milioni in più da trovare per tacitare la pendenza, cui si aggiungono le altre istanze pervenute. Somme che, al momento, non ci sono nelle casse dell’Osl.

Il provvedimento

Dove trovarle? Palazzo Mosti non ha potuto fare altro che andarle a ripescare laddove previsto dalla legge, ovvero nel patrimonio dell’ente. È così che sono finiti nuovamente sul mercato 31 immobili comunali, tra i quali anche qualche pezzo pregiato come i locali al piano terra di Palazzo Bosco Lucarelli su corso Garibaldi, gli alloggi di Parco Sogene a Pacevecchia, la piscina di Capodimonte. In lista ci sono anche 93 box auto in via Salvator Rosa, alcuni locali commerciali di via Napoli, un appartamento in viale Mellusi, e una manciata di altri beni di proprietà ubicati anche in altri comuni. Elenco del valore complessivo di 7.467.777 euro, ma l’incasso effettivo dipenderà dall’esito delle procedure di alienazione che saranno espletate dal Comune. Che, come sempre accaduto in precedenza, non riscuotono mai particolare successo.

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L’opposizione

A sollevare il caso in commissione Finanze è stato il vicepresidente Francesco Farese: «Non senza sorpresa, nell’esaminare il Documento unico di programmazione abbiamo visto rispuntare la lista dei 31 immobili da mettere in vendita. Una decisione che contraddice quanto stabilito dalla giunta comunale con delibera di adesione alla procedura semplificata del 18 dicembre 2023, secondo la quale non sarebbe stato necessario destinare i proventi dell’alienazione di immobili all’Osl per la copertura della massa passiva, già soddisfatta dalle altre entrate disponibili. Stessa versione fornita al Consiglio comunale lo scorso 4 marzo.

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Ma oggi (ieri, ndr) l’assessore al Patrimonio Attilio Cappa ci ha informato dell’esistenza di nuovi, corposi debiti, che richiedono la messa in vendita dei beni. Cambio di rotta sulle cui ragioni va fatta chiarezza».  Chiarimenti che giungono dalla delegata al Bilancio, Maria Carmela Serluca: «La scelta di ricorrere all’alienazione degli immobili deriva dalla presentazione di nuove istanze di ammissione al passivo intercorse dall’approvazione della delibera. In particolare, le somme vantate dal Consorzio Bn1 che, ancorché inattivo da lunghissimo tempo, ha ancora titolo a richiederle. Questo è l’orientamento emerso anche in sede di accertamento giudiziario di legittimità, per cui dobbiamo provvedere. Vendere gli immobili ci consente di non accedere all’apposito Fondo ministeriale che ci esporrebbe a interessi passivi, ovvero altri debiti».





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