“Una costellazione in terra” mostra a Palazzo Martinengo per le vittime del naufragio a Lampedusa 

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Brescia. Inaugura martedì 21 gennaio alle ore 18,00, e visitabile fino al 16 febbraio 2025.a Brescia, nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia, nella Galleria di Palazzo Martinengo delle Palle, in via San Martino della Battaglia, 18 a Brescia, la mostra “Una costellazione in terra”. Il memoriale per le vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa.
Promossa dal Distretto Lapideo Bresciano e dal Rotary Club Valle Sabbia Centenario, l’esposizione è curata da Nicola Bianco Speroni e dal Distretto Lapideo Bresciano, con la collaborazione e il patrocinio dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia.

L’iniziativa, riconosciuta anche dal patrocinio di Comune di Brescia, Provincia di Brescia, Comune di Lampedusa e Linosa, Ravenna Festival, Consolato Generale del Giappone a Milano, MUSIL – Museo dell’Industria e del Lavoro, Confapi Brescia e Confindustria Brescia, rappresenta un’occasione di riflessione e dialogo, proponendo un racconto emozionante attraverso fotografie, oggetti, reperti e video, con un focus sul racconto della trasformazione di una cava dismessa tra Punta Sottile e Cala Francese a Lampedusa, in un suggestivo spazio teatrale all’aperto. Un nuovo spazio pubblico dedicato all’intera collettività, immaginato come luogo di incontro, scambio, cultura, meditazione e preghiera – sia laica che religiosa – pensato per riaffermare il ruolo del Mediterraneo come mare di pace.

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Una pace infranta sugli scogli con il naufragio del 3 ottobre 2013, quando al largo di Lampedusa persero la vita 368 persone, donne, uomini e bambini che dall’Eritrea cercavano di raggiungere l’Europa. Per la prima volta, quel giorno di inizio ottobre, i corpi dei naufraghi furono visibili al mondo intero. Un evento che cambiò la percezione dei naufragi e che scatenò una reazione emotiva a livello politico, mediatico e sociale. Lampedusa, una delle porte d’ingresso in Europa per i migranti, ha visto un numero tragico di naufragi nel corso degli anni. Da quella tragedia ad oggi, si contano oltre 32.000 persone morte nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere l’Europa.

La mostra, visitabile fino al 16 febbraio, esplora la visione di Vincenzo Latina, architetto di fama internazionale e autore del progetto di riqualificazione ambientale del Memoriale che terrà in occasione dell’inaugurazione del 21 gennaio una lectio sul recupero degli ex siti cava.  Docente universitario, Vincenzo Latina è stato insignito della Medaglia d’Oro per l’Architettura Italiana nel 2012, del Premio Architetto Italiano nel 2015 e di numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali grazie alla sua capacità di coniugare l’architettura contemporanea con il restauro ambientale, la riqualificazione urbana e la valorizzazione socioculturale ed economica.

Il lavoro di artisti e architetti come Vincenzo Latina è fondamentale per dare voce a coloro che non possono più parlare, promuovendo una maggiore consapevolezza riguardo alle difficoltà e alle speranze dei migranti attraverso la realizzazione di uno spazio della memoria.

L’intento del progetto e della mostra è consiste infatti nel sollevare questioni cruciali che vanno oltre l’individuo, che riguardano i diritti umani e il valore della vita in un mondo globalizzato, facendo un primo passo verso la costruzione di una memoria condivisa, ricorrendo al linguaggio dell’architettura per ricordare quanto accaduto e valorizzare al contempo a livello socioculturale ed economico, attraverso il restauro ambientale e la riqualificazione del territorio, un luogo di importante valenza turistica. Questi i temi che l’architetto Vincenzo Latina ha cercato di coniugare nell’isola siciliana di Lampedusa, dando vita con il suo progetto al teatro naturale della cava e al memoriale delle migrazioni, spazi pubblici restituiti alla comunità in un’area già bonificata, liberando il sito da materiali di risulta e da rifiuti speciali accumulatisi nel tempo.

Il teatro è stato ricavato in una cava leggermente incassata nella roccia, con un progetto ispirato da una delle più intense poesie di Giacomo Leopardi, L’infinito: «Dall’interno della cava – spiega Vincenzo Latina – non si può guardare oltre la parete, però si possono presagire gli elementi della natura, il rumore e l’odore del mare, un infinito di sensazioni, sino allo smarrimento, portandoci ad essere naufragi nel mare delle emozioni.

Strettamente connesso – prosegue Latina – il Memoriale delle migrazioni: un luogo di pausa e riflessione, di meditazione e di preghiera aperto a tutte le religioni e professioni di fede, che nella roccia presenta 368 fori – uno per ogni vittima del naufragio del 3 ottobre 2013 – del diametro variabile da 50 a 100 millimetri, come fossero il disegno di una costellazione, al buio tutto l’anno ma che si illuminano in occasione della ricorrenza della tragedia con altrettante luci».

Sulla parete sud-est della cava una barca, recuperata dal mare, e trattata con la tecnica giapponese dello Shou sugi ban o Yakisugi, che brucia il legno per proteggerlo e conservarlo, ricordando simbolicamente tutti i popoli.

L’iniziativa si inserisce in un percorso, tra arte, musica, cultura e impegno sociale, iniziato nel 2021, nella Cava Menga Massa di Botticino, con il concerto del maestro giapponese Takahiro Yoshikawa sotto l’enorme murale dedicato a Gandhi di Vera Bugatti, street artist bresciana, e proseguito nel 2022, con l’esibizione dello stesso pianista a Lampedusa, dando avvio ad un intenso dialogo culturale culminato nell’estate 2024 in un concerto all’interno del Memoriale diretto dal Maestro Riccardo Muti, con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e artisti di fama internazionale come il violoncellista Giovanni Sollima.

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«La mostra di Vincenzo Latina “Una costellazione in terra. Il memoriale delle vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa” – sottolinea Silvia Botti, direttore del Botticino Stone DIstrict – ha il merito di trasportare il visitatore in uno spazio magico “La Cava” che diventa qui “opera d’arte” e “museo”, patrimonio irripetibile di valori culturali, dove l’artista propone scenari incredibili da decifrare e su cui riflettere. “Il Memoriale” è un luogo della cava dove la morte si trasforma in vita, pace e speranza, dove si creano momenti di incontro e di riflessione, dove la bellezza ha il sopravvento su tutto ciò che di sbagliato c’è in questo mondo. La notte di ottobre in cui ho acceso una delle 368 candele per ricordare i naufraghi di Lampedusa ho provato una meravigliosa sensazione di pace e percepito appieno la forza che quest’opera trasmette e la genialità dell’Architetto Latina che l’ha ideata. Al valore umano di tale intervento si sommano il valore ambientale e sociale che lo stesso rappresenta, quale restituzione alla cittadinanza ed esempio virtuoso di riqualificazione e valorizzazione, da replicare anche sul nostro territorio, come testimonianza di archeologia industriale e di patrimonio della storia della collettività, rendendo le nostre cave dismesse fruibili, per il futuro, come spazi culturali e contenitori di eventi ed iniziative».

«Questo progetto rappresenta per l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Brescia – conclude il Presidente Stefano Molgora – un impegno importante, ritrovandoci in prima linea come per la mostra dedicata al cinquantesimo anniversario della bomba in Piazza Loggia, in azioni intraprese con lo scopo sociale di mantenere viva la memoria. Il Memoriale è un luogo legato agli orrori che guerre e ingiustizie hanno creato, e iniziative come questa mostra si rivelano importanti opportunità di confronto. Una sfida che nasce attraverso il linguaggio universale dell’architettura e ci spinge ad una riflessione profonda sul nostro presente e su come vogliamo vivere l’essere comunità umana. Abbiamo una responsabilità collettiva: chiedere, informarci, sensibilizzare, e stimolare momenti di riflessione. In un’epoca in cui l’indifferenza e la disinformazione possono rapidamente diluire l’impatto emotivo di una tragedia, questa esposizione può servire per usare la memoria non solo come un atto di ricordo, ma come uno strumento per l’azione e il cambiamento».
Inaugurazione: 21 gennaio 2025, ore 18.00. Mostra visitabile fino al 16 febbraio 2025. Orari di apertura mostra: lunedì, martedì, giovedì, venerdì: 9,00-12,30 | 14,30-18,00. Mercoledì: 9,30-18,00. Ingresso libero.

 





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