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La Guida Vini dell’Associazione Italiana Sommelier arriva all’undicesima edizione con il consueto bagaglio di vini assaggiati, selezionati, descritti. Il racconto delle etichette da assaggiare assolutamente.
Anche quest’anno Vitae presenta un viaggio lungo la penisola tra vini di eccellenza degustati alla cieca.
Un primo bilancio numerico parla di quasi ventimila campioni degustati e valutati da una redazione centrale, con il coinvolgimento di ventidue redazioni territoriali e più di mille collaboratori.
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L’edizione 2025 della Guida Vini dell’Associazione Italiana Sommelier, l’undicesima, è una vetrina che premia con il simbolo della Vite (da 1 a 4) le migliori etichette italiane.
Secondo l’Ais le quattro viti rappresentano il vertice qualitativo della piramide vinicola italiana. Sono 2326 prodotti che meritano un punteggio di almeno 90/100 in degustazione coperta.
Il massimo riconoscimento di qualità, la gemma, va alle etichette con quattro viti dal punteggio pari o superiore a 94. Sono 452, delle quali 120 in Piemonte, che nel 2025 si vede superare dalla Toscana a quota 135.
Il maggior numero di gemme se lo prende Angelo Gaja con sei diverse etichette. Con quattro ciascuno fanno la loro parte anche Conterno, La Spinetta, Poderi Aldo Conterno e Roagna.
Assegnato a ventidue produttori, uno per ogni regione italiana, il Tastevin Ais. In Piemonte se lo aggiudica il biellese, con il Lessona 2019 di Proprietà Sperino.
Altre segnalazioni indicative sono: la foglia, per le aziende che perseguono la sostenibilità; la torre, per il valore del luogo di provenienza; la chiave, a indicare un vino molto versatile negli abbinamenti con il cibo.
La Guida è in vendita in libreria al costo di € 35 €.
PIEMONTE CONTRO RESTO D’ITALIA
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Ho provato a comporre la mia consueta compagine di calcio con undici campioni del Piemonte.
Poi ho pensato di contrapporre questa formazione ad una analoga con etichette rappresentative del resto d’Italia.
Solo vini con le quattro viti, ma non esclusivamente gemme. Non è una scelta di valore assoluto, ma è la composizione di una squadra.
Ci sono alcuni fuoriclasse affiancati ad altri esponenti di valore che equilibrano il gruppo. Ognuno con le sue caratteristiche e la sua eccellenza.
Proprio come deve essere composta una squadra vincente.
LE QUATTRO VITI DEL PIEMONTE
Una scelta già difficile di suo, complicata dall’enorme numero di etichette tra le quali scegliere.
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Ho individuato undici esemplari che ho degustato nel corso del 2024, alcuni in più occasioni.
Ho aggiunto, come fa ogni selezionatore, qualche vino del cuore.
Penso sia una squadra vincente.
Braida – Barbera d’Asti Bricco dell’Uccellone 2021
Un vino simbolo dell’enologia italiana, paladino della rinascita della barbera. Anche nel millesimo 2021 mette in campo le sue qualità migliori: struttura, personalità, eleganza. Settantamila bottiglie di gran qualità, chiave e gemma da 94 punti.
Deltetto – Alta Langa Riserva Blanc de Blancs 2019
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Una delle poche bollicine di Alta Langa premiate dalla guida, con 91 punti, è questo brut nature prodotto dall’azienda di Canale d’Alba in soli duemila esemplari. Il vino base fermenta in legni usati, la rifermentazione in bottiglia dura oltre 40 mesi. È agrumato e minerale, molto ricco.
Fratelli Alessandria – Barolo Monvigliero 2020
Il cru Monvigliero a Verduno non tradisce mai. Nel 2020 conserva la consueta eleganza, affiancata a spiccate note balsamiche e speziatura di pepe. Sono 93 punti, ma per conto mio vale di più.
Anche il Pelaverga Speziale 2023 è notevole. Fruttato e speziato all’olfatto, particolarmente interessante per i profumi floreali. Le spezie dolci tornano al palato, ben miscelate alle erbe officinali. Solo 90 punti, ma è un Pelaverga, non un rosso blasonato.
Gaja – Barbaresco San Lorenzo 2021
Con 98,5/100 è il miglior punteggio della regione. È caratterizzato da un bellissimo frutto maturo e da note di frutta rossa sotto spirito. Il profilo olfattivo è infinito, il sorso eccellente. È pieno e succoso, rotondo e infinitamente elegante. Non è mai facile trovare un campione di Gaja in degustazione, assaggiando questo San Lorenzo se ne capisce bene il motivo.
Giovanni Rosso – Barolo Vigna Rionda Ester Canale 2020
Per Ais vale 95/100, per altre guide punteggi anche superiori. Da una parcella privilegiata della vigna Rionda a Serralunga arriva un autentico fuoriclasse con un frutto carnoso che pare fatto apposta per essere masticato. La struttura è eccellente. Eleganza, rotondità e dolcezza sono presenti in dosi smisurate. È un vino che non finisce mai di stupire.
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Livia Fontana – Barolo Villero 2020
Per me è un vino del cuore e anche stavolta il Villero di Castiglione Falletto fa centro con un campione molto convincente. Frutti rossi e neri, tannino fitto ma fine, eleganza e lunghezza. Tra le migliori edizioni degli ultimi anni. Una gemma da 94 punti.
Malvirà – Roero Renesio Riserva 2020
Colore impenetrabile e piacevolmente morbido da bere. Arriva da un terreno di argille bianche miste a sabbia esposto tra sud ed est. Affina per metà in tonneaux da 500 litri, per l’altra metà in botti Stockinger da 2500. Sono 93 punti in guida.
Marchesi Alfieri – Barbera d’Asti Superiore Alfiera 2021
Quattordicimila bottiglie di grande freschezza, con ciliegia e prugna in evidenza e una parte speziata molto interessante, piena di ricordi di cacao. Ha struttura ed eleganza. L’apporto del legno la nobilita ulteriormente. Di gran classe, una gemma da 94 punti.
Pomodolce – Colli Tortonesi Timorasso Diletto 2022
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Colore giallo paglierino luminoso. Gran bel naso fruttato, speziato, avvolgente. Ha la mineralità della pietra focaia, la giusta sapidità ed è fantastico al palato. È un timorasso che non si dimentica, anche per il rapporto qualità-prezzo. Prende 91,5 punti.
Vajra – Barolo Bricco delle Viole 2020
Floreale come vuole il nome, con un tannino fine e delicato ma ben presente. Arriva da un suolo argilloso e matura in grandi botti di rovere di Slavonia da 25 e 50 hl. Un grande vino, una gemma da 94,5 punti.
Vietti – Barolo Rocche di Castiglione 2020
Sono sei i Barolo della casa che prendono le 4 viti, due dei quali vanno a gemma. Mi piace segnalare queste 3600 bottiglie in arrivo da una mga forse meno prestigiosa di altre, perché esempio paradigmatico di come può e deve essere un Barolo. Qui c’è tanto naso, una bocca con bella ciccia e il tannino giusto. Un ottimo esemplare da 93 punti.
LE QUATTRO VITI DEL RESTO D’ITALIA
Anche in questo caso la selezione è stata ardua.
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La Toscana avrebbe potuto anche gareggiare da sola, visto che secondo Ais si è aggiudicata il confronto numerico con il Piemonte sia per le quattro viti, sia per le gemme.
Ho preferito allargare il campo ad alcuni prodotti di altre regioni che mi hanno colpito nel corso delle degustazioni dello scorso anno.
È una squadra che non teme confronti.
Elena Walch – Alto Adige Pinot Nero Riserva Aton 2019
Per Ais appena 90 punti, per me di gran lunga il miglior pinot nero assaggiato nel 2024. È caratteriale, dinamico, espressivo nelle sue note in parte selvatiche, in parte speziate. Arriva da una vigna degli anni ’60 a 500 metri di quota. Passa dodici mesi in barrique e un anno in acciaio prima di presentarsi al pubblico.
Fattoria Le Pupille – Toscana Rosso Saffredi 2021
Rubino cupo ma scintillante, bocca carnosa, tannino avvolgente. Ha una nota erbacea di grande charme. Prevalenza di cabernet sauvignon, con un 30% di merlot e il 10% di petit verdot. Affina trenta mesi in barrique, per il 70% di primo passaggio. Una gemma da 94,5 punti.
Gianfranco Fino – IGT Salento Primitivo Es 2022
Tra Manduria e Sava, alle spalle di un mare tra i più limpidi d’Italia, da anni si dimostra il miglior Primitivo del Salento che si possa desiderare. Il vino è connotato da sentori di erbe medicinali e liquerizia, con un tannino fitto che solo il tempo potrà modellare ancora. Affina nove mesi in barrique. 96 punti di potenza ed eleganza.
Il Carnasciale – IGT Rosso Il Caberlot 2021
Un incrocio naturale tra cabernet franc e merlot che origina un vino pazzesco in ogni sua sfumatura. Ha eleganti toni erbacei e balsamici con tannini morbidissimi al palato. Solo in formato magnum. Gemma toscana da 96 punti, di slancio.
Livon – IGT Bianco Braide Alte 2022
Chardonnay e Sauvignon in ugual misura, un po’ di Picolit e una punta di Moscato giallo. Un esempio di quanto possa essere fruttato e fresco un vino friulano che riposa in legno. C’è tutto il corredo agrumato affiancato dagli sbuffi di camomilla. Con 93 punti è a un passo dalla gemma.
Montepepe – IGT Toscana Degeres 2020
La sorpresa che non ti aspetti è un bianco toscano fuori dalle convenzioni. Metà vermentino e metà viognier, il primo dona sapidità e il secondo arrotonda il gusto. Nasce a Montignoso, in un vigneto storico del 1830 che ha radici profonde che sanno pescare l’umidità anche nelle annate siccitose. Fermenta e riposa dieci mesi in tonneaux. Il difetto è il costo, il punteggio fa 92,5.
Mosnel – Franciacorta Extra Brut EBB 2018
Elegante, cremoso e di grande finezza. Queste sono da sempre le caratteristiche comuni ai vini della maison, quello che cambia le carte in tavola sono la struttura, la personalità e la sostanza di questa edizione di Franciacorta extra brut. Un metodo classico fantastico da bere oggi, pazzesco per chi lo conserva all’infinito. 95/100 sulla guida.
Nino Negri – Sforzato di Valtellina Sfursat 5 Stelle 2021
Anche quest’anno è fresco, netto, preciso. Sento fiori appassiti e piccoli frutti neri in alcol nel quadro di una ricca trama speziata. Il nebbiolo passa attraverso tre mesi di appassimento, poi riposa due anni in botte grande e barriques. Una grande perla, un mito riconosciuto dell’enologia italiana, una gemma da 95 punti.
Planeta – Sicilia Merlot Sito dell’Ulmo 2019
Ho visitato la cantina Ulmo a giugno, il luogo sulle sponde del lago Arancio dove è nato il ricco progetto aziendale. Ho assaggiato il nuovo franc dalla botte e ho degustato il merlot affascinato dal racconto di Santi Planeta. Il colore è impenetrabile, al naso offre prugna in confettura, al palato è dolce e tostato con una bella lunghezza. È accogliente, come la famiglia che gli dà vita. Quattro viti con 91 punti.
Tenuta San Guido – Bolgheri Sassicaia 2021
È giovanissimo e si percepisce già quando lo porti al naso, ma al palato è fin d’ora in grado di emozionare. Ha struttura imponente, corredo tannico fitto e fine. La parte erbacea che lo contraddistingue spinge con forza ed eleganza. Diventerà inattaccabile. La super gemma della regione, con 99/100.
Velenosi – Offida Rosso Ludi 2021
Lo scorso anno la guida aveva premiato un Roggio del Filare clamoroso. Quest’anno il miglior punteggio (91) di Velenosi tocca al montepulciano integrato da piccole percentuali di cabernet e merlot. È compatto come un rinoceronte, ha struttura, balsamicità e profondità riprodotte in 45 mila bottiglie marchigiane.
Fabrizio Bellone
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