«La tomba sarà fruibile da fine marzo»

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In passato ha diretto il parco archeologico di Pompei. Oggi Massimo Osanna è direttore generale dei musei italiani e, in attesa che vengano emanati i rispettivi bandi, è alla guida temporanea del Mann, dei neonati musei del Vomero – Castel Sant’Elmo, San Martino e la Floridiana – e di Palazzo Reale.

Nella lunga intervista con il Mattino, nell’ambito della campagna del giornale sui musei napoletani, Osanna analizza lo stato dell’arte dei siti cittadini e regionali, annunciando, tra l’altro, la riapertura della tomba di Virgilio a fine marzo in attesa della Crypta Neapolitana tra due anni.

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Professore, come si fa a valorizzare l’accoglienza nei siti culturali per i tanti turisti che arrivano in città?

«Gli approcci sono molteplici. In primo luogo, bisogna migliorare l’accessibilità dei luoghi della cultura non solo in termini di abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche attraverso il superamento degli ostacoli culturali, linguistici e cognitivi. Un punto centrale nell’approccio previsto dal Pnrr, con l’obiettivo di ampliare e diversificare i pubblici. Al contempo è fondamentale arricchire l’offerta culturale non limitandosi alla realizzazione di mostre temporanee, pur importanti, ma puntando anche sull’apertura di nuovi spazi, per garantire una proposta sempre più variegata e inclusiva».

Come considera le misure come la gratuità, non solo nelle prime domeniche del mese, le aperture serali, quelle straordinarie e i cosiddetti super festivi, ovvero Natale e il primo dell’anno?

«Le giornate gratuite sono fondamentali per abbattere le barriere economiche che potrebbero ostacolare l’accesso ai luoghi della cultura, ma anche per rafforzare il legame con i pubblici locali, stimolandoli a tornare periodicamente. Per quanto riguarda le aperture festive e super festive, ritengo siano un’opportunità importante, purché pianificate con un’attenta analisi delle specificità territoriali e delle comunità coinvolte. L’obiettivo rimane quello di rendere i musei non solo spazi di visita, ma veri e propri presìdi culturali, aperti e accoglienti».

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L’aumento del personale nei musei è una risposta giusta alle nuove esigenze della città?

«Le recenti assunzioni concorsuali hanno certamente contribuito a rafforzare le risorse umane del ministero della Cultura, ma è chiaro che ulteriori assunzioni sono necessarie per far fronte alla crescita costante delle esigenze dei visitatori, sia locali sia internazionali. Oltre al numero, però, è importante sottolineare la necessità di ampliare la gamma delle competenze presenti nei musei: figure professionali come sociologi, psicologi e antropologi sono oggi indispensabili per interpretare al meglio le esigenze delle comunità e accompagnare i musei nella loro evoluzione come istituzioni sempre più aperte alla società contemporanea».

Viste le presenze degli ultimi giorni nei musei partenopei, ha individuato punti di forza e criticità degli spazi, per quanto riguarda la capienza?

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«I musei napoletani hanno registrato numeri di presenze estremamente elevati negli ultimi giorni, e questo è certamente un segnale positivo. È naturale che ci siano giornate di particolare afflusso, ma il personale è preparato per gestire al meglio questi momenti. Il punto di forza principale è senza dubbio la varietà dell’offerta culturale che, grazie anche a una strategia mirata di promozione e comunicazione, riesce a orientare efficacemente i visitatori».

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Questa estate si parlava di nuovi siti statali da aprire al pubblico: sono progetti che possono aumentare la disponibilità di spazi a Napoli, anche per spalmare l’offerta?

«Certamente, la distribuzione delle presenze è un fattore cruciale per garantire una sostenibilità al flusso turistico e per offrire una visione più completa della città e della sua storia, in dialogo con il territorio circostante. È con questa prospettiva che stiamo lavorando su più fronti: la riapertura per fine marzo della tomba del parco Vergiliano, la riqualificazione della villa Floridiana con l’apertura del primo piano, che sta già restituendo risultati significativi, e il progetto ambizioso del museo pompeiano nel Real Albergo dei Poveri. Questi interventi contribuiranno a ridistribuire i flussi e a valorizzare ulteriormente il patrimonio della città».

Napoli è matura per accogliere anche con l’offerta culturale l’invasione di turisti?

«La crescita straordinaria del flusso turistico internazionale a Napoli negli ultimi anni è stata accompagnata da un significativo ampliamento dell’offerta culturale. L’ampia e variegata rete di siti culturali presenti in città rappresenta la risposta più efficace per accogliere questa crescita, offrendo esperienze differenziate e di qualità ai visitatori».

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Quali strategie in generale deve adottare per un ulteriore salto di qualità?

«La chiave strategica risiede nella diversificazione dell’offerta culturale, calibrata sulle esigenze dei diversi pubblici e finalizzata a garantire un accesso equo. Così sarà possibile promuovere un turismo sostenibile, capace di preservare e valorizzare la straordinaria ricchezza storica e culturale di Napoli. È importante poi considerare Napoli non come un’entità isolata, ma come fulcro di un territorio ampio e ricco, meritevole di essere valorizzato in dialogo con la città. In questa direzione si inseriscono interventi come la recente apertura del museo archeologico di Capri, inaugurato lo scorso luglio, quella del museo di Sessa Aurunca, e il progetto di riallestimento e rinnovamento complessivo del museo di Benevento, avviato da poche settimane: ogni iniziativa rappresenta un tassello fondamentale per costruire un sistema culturale diffuso e inclusivo, in grado di raccontare l’inestimabile patrimonio del territorio».

 

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Il Mattino



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