«Bassa Bergamasca dimenticata: è la zona più dinamica ma i fondi sempre altrove. Bisogna mobilitarsi». L’attacco di Malanchini

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di
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Il consigliere regionale leghista lancia un appello per tutelare e investire maggiormente nella pianura meridionale

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Motore economico e futuro della provincia ma Cenerentola per investimenti pubblici. A porre la questione della pianura bergamasca è il consigliere regionale della Lega Giovanni Malanchini da Spirano, l’unico su nove eletti che non abita nel nord della provincia. Ma a sentire il termine pianura storce il naso. Lo usa il suo compagno di partito e sindaco di Treviglio Juri Imeri. Non le piace?
«La Bassa è la Bassa. Parlare di pianura crea confusione. Tolte le Valli, tutta la provincia è pianura. Con Bassa si individua un territorio omogeneo per necessità, aspettative e cultura. Parliamo di 350 mila abitanti con una forte identità che parte dall’agricoltura, qui ancora viva e sentita. Il suo confine è la strada Francesca con qualche paese sul lato nord come Comun Nuovo e Urgnano».

Un territorio a lungo considerato un parente povero. C’è una «questione meridionale» in Bergamasca?
«Sì, ma ribaltata. La Bassa è il nuovo motore economico e demografico della provincia, lo dicono i dati. Basta vedere dove vanno le aziende e dove i cittadini cercano casa. Ma c’è un deficit di investimenti pubblici soprattutto se si raffronta con città e Valli».




















































In cosa si misura?
«Nella Bassa Brebemi ha portato uno sviluppo forse inaspettato. Ha trasformato una zona che aveva le sue eccellenze, come la Same e l’indotto della meccanica di precisione, in uno dei territori più dinamici della Lombardia. Ma rimasto indietro, soprattutto nella Bassa orientale, nei servizi alla persona, assistenziali, sociali. C’è un gap da colmare».

Da dove si comincia?
«Dalla sanità, sostenendo l’Asst Bergamo Ovest e dandole i mezzi per rilanciare l’ospedale di Romano. Le fa capo il 40% dei bergamaschi ma non ha ricevuto 70 milioni come l’ospedale di Alzano o 100 come il Papa Giovanni».

Da cosa nasce la disparità?
«Non centra solo la politica. Anche fondazioni e istituzioni tendono a essere Bergamocentriche. Se c’è un euro si sistema l’ultima mattonella di porfido davanti a Palazzo Frizzoni invece di pensare alle buche fuori Bergamo».

Fondazione? Ne ha in mente una in particolare?
«Penso alla Mia, al terreno venduto a Spirano per un impianto a biometano, o ai campi messi all’asta a Fara Olivana. Raccoglie fondi nella Bassa e li investe altrove invece di pensare a recuperare quelle cascine che erano il cuore delle donazioni che ha ricevuto».

Quando si parla di sviluppo però si parla soprattutto di viabilità.
«Da questo punto di vista la realizzazione della nuova Cremasca è una questione di vita e di morte. Consuma poco terreno, è indispensabile e, senza, non si può pensare all’interporto di Cortenuova. Se metti un compasso tra Brignano e Spirano crei un cerchio di venti chilometri in cui ci sono le migliori aziende lattiero casearie del mondo che vanno tutelate».

In quel cerchio però ci sarà anche l’autostrada Bergamo-Treviglio.
«C’è una concessione assegnata. Se riescono a farla, la facciano. Di certo io non ci avrei messo i 146 milioni della Regione. In questi mesi mi sono messo in mezzo per aprire un dialogo tra la società e le associazioni di categoria per limitare i danni all’agricoltura. Ma ricordo che l’autostrada era nata come Ipb e non lo è più. È un esempio di come non si costruiscono le relazioni sul territorio. Forse il dialogo c’era stato venti anni fa ma le sensibilità sul consumo di suolo sono cambiate. Di certo i 146 milioni non sono destinati alla Bassa».

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E allora?
«Serve accendere un riflettore su questa parte della provincia. È una necessità che colgo come quando diedi vita al distretto agricolo della Bassa. Lo stesso bisogno ora arriva da altri parti della società. I sindaci fanno il loro lavoro ma non basta. Occorre caricare bene di legna la stufa perché faccia calore. Va prestata attenzione ai finanziamenti. Nei prossimi anni non ci saranno più i fondi Pnrr e anche il Piano Lombardia avrà risorse ridotte. La Provincia dovrà fare la sua parte mandando avanti in Regione i progetti che servono».

Tanta roba per l’unico eletto sotto l’A4.
«No, io voglio accendere un riflettore e non certo scatenare guerre tra zone della provincia ma la Bassa deve avere la stessa dignità delle zone montane. Potrei starmene zitto e curare il mio orticello senza concorrenza in zona. Il tema invece è che la crescita della Bassa va sostenuta perché fa bene a tutta la provincia. E tutti gli eletti bergamaschi devono fare la loro parte».

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