Dopo che il miliardario Elon Musk ha comprato il social Twitter/X e la sua aperta adesione al nuovo padrone degli Usa, il presidente eletto Donald Trump, altri miliardari vi si sono accodati. Jeff Bezos, patron di Amazon e Blue Origin (aerospazio) nonchè proprietario del Washington Post che – per capire – alla prima vignetta di questo giornale che lo mostra reverente verso Trump, ha fatto scattare la censura. Ultimi arrivato (tra i grandi) Mark Zuckerberg che ha fatto sapere, col suo Facebook/Meta-Instagram-WatshApp, di aver fatto una consistente virata in favore di Trump, ufficialmente in nome della libertà di stampa (dice che leverà una serie di censure sui suoi social).
Tutti ex-paladini del pianeta partito democratico americano, oggi sono per Trump, il nuovo repubblicano che poco ha a che fare con le abituali colonne di quel partito. Facile affiancare le loro decisioni a voler “blindare” il proprio business sotto le ali protettive della galassia Trump.
Sono cose americane, e siamo un po’ avvezzi a certe stranezze e apparenti incoerenze, ma sono cose americane che influiscono anche sul nostro quotidiano di italiani ed europei. Si pensi, per esempio, a significare una certa sudditanza culturale ed economica, che quando Musk dice qualcosa sulla politica italiana, ci sono parlamentari che fanno interrogazioni. O se qualcuna delle aziende di Bezos o Zuckerberg crea problemi ai suoi utenti, essendo molti di questi italiani che hanno problemi sul nostro territorio, è “in e da” l’Italia che bisogna poi cercare di risolvere i loro problemi. Aduc, per esempio, ogni giorno affronta problemi di utenti di questi servizi.
E’ bene ricordarci che per tante cose, a torto o piacere, siamo dipendenti da ciò che accade in Usa. Abbiamo un simil Amazon italiano o europeo? No! Abbiamo qualche simil X, Facebook, etc italiano od europeo? No! Nel contempo tutti usiamo in massa questi servizi.
Prendiamone atto. Queste economie, questi social che fanno parte del nostro quotidiano, non sono più quelli a cui abbiamo dato la nostra adesione e i nostri soldi con entusiasmo per il loro essere innovatori e convenienti. Si sono trasformati in “voce del padrone”, dove quest’ultimo è Trump che – pro o contro che si possa essere – sicuramente è imprevedibile e, soprattutto, non fa gli interessi nostri, ma quelli della nazione Stati Uniti d’America.
“Uomo avvisato, mezzo salvato”. E’ chiaro il concetto?
Le alternative? Solo teoriche nulla di concreto. Ci sarebbe l’Unione Europea, ma, anche perché la regia non è unica come in Usa (insomma, non siamo uno stato europeo federale che elegge un governo), mancano le basi giuridiche, economiche e culturali per credere che l’Ue possa considerarsi alternativa e, magari, competere con Usa da un verso e Cina dall’altro (anche la resistenza Ucraina all’invasore russo, se non ci fossero gli Usa, pur con tutta l’Ue + Uk e un po’ di Svizzera, i nostri co-europei ucraini sarebbero messi molto peggio di quanto già non lo sono oggi).
Per capire, valga lo stallo e la mancanza di iniziative che stiamo vivendo sull’industria delle auto elettriche: da soli, per mancanza di volontà e decisioni, ci siamo infilati in una crisi distruttiva: da una parte la multinazionale Tesla (intrattabile se non genuflettendosi), dall’altra i cinesi (allontanati con dazi impossibili per i loro prodotti e, di conseguenza, per le nostre tasche), e in mezzo una Ue senza iniziativa, con aumento della disoccupazione, calo dei consumi e solide basi per non raggiungere nessuno degli obiettivi del Green Deal.
E nonostante i sorrisi, gli abbracci e le strette di mano dei nostri viaggiatori istituzionali nel mondo, le prospettive sono da brivido… dove, per metterla sul “satirico” dovremmo esser grati se Trump, dopo il Canada, volesse annettersi anche l’Italia (sull’Ue ci sarebbero un po’ di resistenze soprattutto dei tanti putiniani presenti e dirigenti della stessa Ue…).
Qui il video sul canale YouTube di Aduc
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