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TRENTO. Esattamente 40 anni orsono, lā8 gennaio del 1984, dopo una fase preparatoria durata un paio di anni, invitai nel mio ufficio alcuni amici particolarmente sensibili ai problemi dei popoli dei paesi impoveriti ed alcuni presidenti di gruppi che nelle varie valli del Trentino, erano impegnati su progetti a favore dei paesi impoveriti, al fine di costituire lāACAV, che sarebbe stata per decenni lāunica ONG del Trentino Alto Adige.
Obiettivo era quello di passare dallāimprovvisazione e dagli interventi saltuari ad una progettualitĆ nel sostenere sia progetti di emergenza che di sviluppo nei Paesi Impoveriti, particolarmente nellāAfrica Subsahariana. Erano presenti fra gli altri Luigino Rella presidente del gruppo missionario folgaretano, che venne nominato vicepresidente come spalla del sottoscritto che ne divenne il primo presidente.
Ma cāerano anche Faustino Pedretti storico presidente del gruppo missionario di Carisolo e don Graziano Bonenti grande trascinatore del gruppo, Arrigo Colpi presidente del gruppo missionario di Madonna Bianca, Fernanda Turella presidente del gruppo di Isera. Ma erano presenti anche Saverio Tovazzi di Volano che da diversi anni era impegnato in Tanzania a fianco ad un grande missionario trentino del Primiero, padre Cesare, Luciano Azzolini allora deputato che ci garantiva i contatti con il Ministero degli Esteri, Ferruccio Pisoni eurodeputato prezioso a Bruxelles per i primi contatti con la CEE per ottenere finanziamenti di progetti, lāavv.to Andrea Di Francia prezioso per adeguare lo statuto alla normativa nazionale e il Notaio Vincenzo Ferrara che ci regalĆ² tutta la registrazione come ente di diritto privato.
Alla presidenza che conservai per 15 anni venni nominato io. Le prime missioni in Africa I primi contatti con lāUganda, grazie a Rella e al dott. Carlo Spagnolli che divenne subito grande sostenitore di ACAV. Pochi mesi dopo la costituzione arrivĆ² a Folgaria con il giovane vescovo di Arua nel West Nile ugandese mons. Federico Drandua che ci disse chiaramente che se volevamo fare progetti in Uganda la prima cosa da fare era quella di fare visita a quelle terre, conoscere le persone e i loro problemi reali.
Fu cosƬ che organizzammo con Rella la prima di 63 missioni nel cuore dellāAfrica nera. Fin da quella prima missione mi resi conto quanto fosse importante ālavorare con loro e non per loroā. Questo ĆØ diventato il nostro modello di affrontare i problemi africani a costo di spendere molto piĆ¹ tempo nellāopera di coinvolgimento. Un viaggio il primo, durato 26 giorni dal quale scaturirono nuove idee. Io per professione mi occupavo di sviluppo agricolo e pensavo di fare progetti in quel settore, ma i medici del CUAMM giĆ presenti in quellāarea, ci dissero che per ogni persona che muore di fame almeno 100 muoiono per la mancanza dāacqua o per la cattiva qualitĆ dellāacqua consumata.
Fu cosƬ che ci convertimmo grazie a molti amici cominciando dal grande rabdomante e esperto di perforazione Ricard Horwarter, a perforare pozzi che divennero per i 20 anni che sono stato in ACAV, lāattivitĆ principale sia in Uganda che in Mozambico dove abbiamo dato acqua a una citta grande come Trento con 72 fontanili e nella Repubblica Democratica del Congo. I pozzi perforati Oltre 2000 i pozzi perforati e/o riabilitati, piĆ¹ le fontane di Pemba, dando acqua potabile, cioĆØ speranza di vita a non meno di 2,5 milioni di persone e se acqua vuol dire vita a quella latitudine, possiamo dire di aver salvato la vita a molte persone, considerato che secondo lāOMS in Africa lā85% delle malattie spesso mortali, ĆØ causato dalla cattiva qualitĆ dellāacqua consumata.
Ma non solo pozzi, decine i progetti nel settore della formazione professionale agricola ed artigianale, una decina anche i progetti di emergenza nel nord del paese, dove erano arrivati migliaia di rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo. Un centro di formazione venne finanziato dalla Famiglia Zobele con il compianto Luigi e Enrico e costruito ad Arua. Certo, lāinvestimento maggiore ĆØ stato a favore delle donne, moltissimi i corsi di formazione sia nellāartigianato che in agricoltura. Non possiamo dimenticare il piccolo istituto agrario modello quello di āS. Michele, finanziato dalla Famiglia Lunelli con Gino e signora, Franco e signora che vennero allāinaugurazione dellāistituto al quale ĆØ stato dato il nome del padre, dal quale ĆØ partito il riscatto di centinaia di donne e di giovani. Non dimentichiamo il grande supporto dei privati trentini, del Gruppo Poli e del Gruppo Paterno (Eurobrico). Nel 2004, prima dello scandalo che vedeva coinvolti dirigenti e dipendenti disonesti, avevamo raccolto piĆ¹ di 380 mila euro, piĆ¹ di 1000 euro al giorno! Abbiamo voluto ricostruire con meticolositĆ un grande periodo di solidarietĆ del Trentino, agevolata dalla grande trasparenza nel rendicontare la spesa, perchĆ© ricostruzioni senza conoscere la nascita per questa ricorrenza non ne stravolgessero la veritĆ .
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