Aree idonee alle fonti rinnovabili in Toscana, gli ingegneri fiorentini chiedono coraggio ai Comuni. Risponde l’assessora Monni

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La proposta di legge sulle aree idonee agli impianti rinnovabili, avanzata dalla Giunta toscana sul finire del 2024, incontra il favore dell’Ordine degli ingegneri di Firenze: Ci convince in larga parte – dichiara il coordinatore della commissione Ambiente, Stefano Corsi – ma a nostro avviso rimangono alcuni nodi da risolvere soprattutto nel rapporto con i Comuni. Servono norme uguali per tutti, omogenee, che garantiscano le stesse tempistiche e procedure tra i Comuni toscani».

Nella pdl ogni Comune ha un proprio obiettivo da raggiungere, per contribuire al target minimo di +4,2 GW installati al 2030 in Toscana, attraverso una dinamica in due tempi: le aree idonee così come proposte dalla Regione potranno infatti essere spostate dai Comuni – tranne nei casi delle aree “super idonee”, come spiegato su queste colonne dall’assessora Monia Monni – con lo scopo di renderle il più possibile compatibili con le scelte di sviluppo di quel territorio.

«È importante che finisca quanto prima questo momento transitorio in cui ci sono poche certezze per chi vuole le rinnovabili, e quindi è bene che si arrivi al più presto all’approvazione della legge regionale – continua Corsi – ma bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti. È comprensibile che i Comuni siano coinvolti nel processo decisionale, ma serve un coordinamento e un controllo a livello regionale per evitare che alcuni comuni cerchino di limitare la diffusione delle rinnovabili nel proprio territorio. Serve uno strumento di tutela che garantisca i tempi e dia garanzie a tutti i soggetti che vogliono le rinnovabili. L’auspicio è che le eventuali revisioni delle aree idonee che verranno fatte siano in aumento e non limitative».

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AGGIORNAMENTO ORE 12.45

Riportiamo di seguito il commento espresso dall’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, in risposta all’Ordine degli ingegneri di Firenze

Fa indubbiamente piacere leggere parole di apprezzamento da parte di una fonte così autorevole rispetto alla complessa legge sulle aree idonee che come Regione Toscana abbiamo messo in campo in tempi record, a seguito di uno straordinario percorso di partecipazione, ascolto e confronto. Si è colto perfettamente lo spirito della norma e la portata innovativa che la stessa esprime. Questa legge dopo anni di colpevole ritardo del Governo Meloni, riconosce un ruolo strategico agli Enti Locali nelle scelte localizzative, in un’ottica di corresponsabilità e condivisione, ma nasce dall’assunzione di scelte nitide da parte della Regione, che non si è voluta in alcun modo sottrarre al ruolo assegnatole dalla legge nazionale.

La norma prevede che la rideterminazione delle aree idonee avvenga una volta nell’ambito di un percorso che tra Comuni e Province, che non potrà durare più di 90 giorni dal momento dell’approvazione della legge da parte del Consiglio regionale. Se uno o più Comuni fossero inerti o decidessero di non ridefinire le proprie aree idonee, rimarranno valide quelle definite proprio dalla Regione nella legge in esame. 

Condivido la riflessione posta dagli ingegneri fiorentini che mi sembra corretta e seria: in questo ambito servono più che mai chiarezza nelle norme e un quadro di riferimento stabile a cui guardare. Ad esempio è importante chiarire che il ruolo di rideterminazione delle aree idonee assegnato ai Comuni riguardo agli impianti fotovoltaici e agrivoltaici deve comunque tenere conto della necessità di rispettare pienamente l’obiettivo che a livello nazionale ci è stato assegnato: +4,2GW al 2030. I Comuni potranno meglio definire le aree idonee sulla base delle proprie peculiarità territoriali o aumentarle. mentre le cosiddette aree non idonee sono state individuate dalla Regione e non potranno essere oggetto di ridefinizione. La legge Toscana, in ossequio al principio costituzionale di sussidiarietà, concretizza una modalità di governo multilivello, che ci consentirà di costruire un percorso di conversione energetica coerente con il territorio, il settore agricolo e con i valori paesaggistici unici che la nostra regione esprime, limitando al massimo dannose speculazioni. 

di Monia Monni, assessora regionale all’Ambiente



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