requisiti, domanda e pagamenti per il 2025

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La guida con le novità 2025 e le istruzioni per ottenere l’assegno unico e universale per i figli a carico. Dai requisiti alle maggiorazioni dell’importo, passando per le date di pagamento

Come funziona l’assegno unico per i figli a carico?

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La prestazione INPS è volta a sostenere la genitorialità e dal 2021 è concessa alle famiglie con figli che ne fanno richiesta.

L’assegno spetta, nel rispetto di specifici requisiti e condizioni, dagli ultimi mesi di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età del figlio o della figlia. Non sono invece previsti limiti di età in caso di figli con disabilità.

L’importo della prestazione è parametrato in base alla composizione del nucleo e al valore ISEE e non concorre alla formazione di reddito ai fini IRPEF.

Anche per il 2025 sono in vigore diverse maggiorazioni, calcolate in base a diversi parametri.

Per ottenere l’assegno è necessario inviare la domanda all’INPS.

Assegno unico INPS per i figli: requisiti, domanda e pagamenti per il 2025

Assegno unico INPS: a chi spetta e quali sono i requisiti

L’assegno unico e universale è la principale misura a sostegno della genitorialità in Italia. Introdotta dal Dlgs n. 230/2021, è in vigore da marzo 2022, cioè da quando ha preso il posto degli ANF, gli assegni per il nucleo familiare.

Spetta alle famiglie con figli a carico, indipendentemente dalla condizione lavorativa e dal reddito.

La prestazione INPS può essere richiesta con apposita domanda e viene riconosciuta a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni.

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L’assegno viene erogato per i figli maggiorenni solamente al rispetto di almeno una delle seguenti condizioni:

  • frequentano l’università o corsi di formazione scolastica o professionale;
  • svolgono un tirocinio o attività lavorativa per un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  • sono disoccupati e in cerca di lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolgono il servizio civile universale.

Come anticipato, l’assegno unico spetta anche per i figli con disabilità e in questo caso non si applicano limiti di età.

Dato che si tratta di una prestazione “universale” non sono molti i requisiti per poter ottenere l’assegno unico.

Possono fare domanda per la prestazione tutte le categorie di cittadini e cittadine: lavoratrici e lavoratori dipendenti (sia del settore pubblico sia del privato), autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati ecc., anche in assenza di ISEE o con un valore superiore alla soglia prevista: 45.574,96 euro per il 2024. Si attende l’aggiornamento al 2025.

Nello specifico, i genitori che fanno richiesta per l’assegno unico devono essere in possesso di specifici requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio:

Sul requisito dei 2 anni di residenza in Italia potrebbero arrivare presto novità data la procedura di infrazione aperta dall’UE.

Quanto spetta con l’assegno unico? Importo e maggiorazioni

Come detto, per poter ottenere l’assegno unico non è necessario rispettare determinati limiti di reddito. I beneficiari però non ricevono tutti lo stesso importo, il valore della prestazione, infatti, varia sulla base di determinati fattori:

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  • il valore ISEE del nucleo familiare;
  • il numero di figli a carico e la loro età;
  • eventuali maggiorazioni riconosciute.

Nello specifico, la somma che viene erogata dall’INPS ogni mese è composta da:

  • una quota variabile;
  • una quota a titolo di maggiorazioni.

La prima è determinata in modo progressivo in base al valore ISEE del nucleo familiare, mentre la seconda è variabile in base a un serie di parametri da valutare caso per caso.

Per il 2025, la variazione percentuale calcolata sulla base dei dati sui prezzi al consumo è pari allo 0,8 per cento. La rivalutazione annuale dell’importo dell’assegno verrà dunque effettuata utilizzando tale valore. Si attende ora da parte dell’INPS la pubblicazione della canonica circolare con le tabelle con la rivalutazione degli importi e le relative soglie ISEE.

Sulla base della normativa di riferimento, il Dlgs n. 231/2021, il valore base dell’assegno unico va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico. Per i figli a carico di età tra i 18 e i 21 anni, gli importi possono variare da un minimo di 25 euro fino ad un massimo di 85 euro.

Nel 2024, in base alla rivalutazione annuale, il valore minimo spettante è salito a 57 euro (in assenza di ISEE o con un valore pari o superiore a 45.574,96 euro), mentre l’importo massimo è passato a 199,40 euro (per ISEE fino a 17.090,61 euro). Nel 2025 i valori dovrebbero aumentare leggermente.

L’importo base dell’assegno, poi, può essere maggiorato sulla base di numerosi altri elementi. L’assegno, infatti, aumenta in caso di:

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  • nuclei familiari numerosi (per i figli successivi al secondo);
  • figli fino a un anno d’età;
  • figli di età compresa tra 1 e 3 anni per i nuclei familiari con almeno tre figli;
  • madri di età inferiore a 21 anni;
  • nuclei con quattro o più figli;
  • genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
  • famiglie con un solo genitore vedovo e lavoratore;
  • figli affetti da disabilità.

Per quanto riguarda i nuclei con figli disabili, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto:

  • l’erogazione dell’assegno unico ai nuclei con figli disabili senza limiti di età con importi fino a un massimo di 189,20 euro per ISEE inferiore o uguale a 16.215 euro (da rivalutare per il 2025);
  • che le maggiorazioni in funzione del grado di disabilità per i figli maggiorenni fino al compimento dei 21 anni di età sono stabilmente equiparate a quelle dei figli disabili minorenni.

Inoltre, come previsto dall’articolo 5, comma 9-bis, del DL n. 230/2021 c’è anche l’incremento di 120 euro al mese nel caso di nuclei con almeno un figlio a carico con disabilità.

Gennaio e febbraio 2025 saranno invece gli ultimi mesi in cui sarà erogata la maggiorazione transitoria introdotta per le prime 3 annualità della prestazione in favore delle fasce di ISEE più basse che nel 2021 percepivano l’assegno per il nucleo familiare in presenza di figli minori.



I dati dell’ultimo osservatorio statistico INPS disponibili, riferiti a settembre 2024, mostrano una spesa complessiva di 14,8 miliardi di euro in favore di oltre 6 milioni di famiglie, per un totale di quasi 10 milioni di figli beneficiari.

L’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, si attesta su 172 euro e va da circa 57 euro a un massimo di 224 euro.

Il servizio INPS per la simulazione del calcolo e l’assistente virtuale

Per facilitare cittadini e cittadine nel capire a quale cifra possono avere diritto, da tempo l’INPS mette a disposizione delle famiglie il servizio che permette di simulare il calcolo dell’importo dell’assegno unico.

Il sistema automatizzato propone all’utente una serie di domande in successione che cambiano dinamicamente in base alle risposte fornite. Compilando tutti i dati richiesti, gli interessati potranno calcolare l’importo dell’assegno che verrà corrisposto per l’anno in corso, comprensivo delle eventuali maggiorazioni.

Il servizio è disponibile sul sito dell’INPS alla voce “Simulatore” nel menu dei servizi dedicato all’assegno unico. Va sottolineato che l’utilizzo del simulatore non implica la presentazione della domanda che andrà inviata secondo le consuete modalità, indicate nel paragrafo successivo.

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Un altro strumento implementato per semplificare la ricerca delle informazioni di interesse da parte degli utenti è l’assistente virtuale, disponibile sul sito istituzionale, nella sezione dedicata alla prestazione.

Si tratta di un chatbot che grazie all’intelligenza artificiale generativa è in grado di fornire tutti i dettagli in materia di assegno unico.

L’assistente fornisce risposte coerenti rispetto alle informazioni ricevute nel corso del singolo colloquio e, all’occorrenza, può chiedere alcune precisazioni così da fornire risposte più mirate.

Le istruzioni su come fare domanda

Per ottenere l’assegno unico per i figli a carico, i genitori devono inviare un’apposita domanda all’INPS. Per farlo, i richiedenti in possesso dei requisiti previsti possono utilizzare i diversi canali messi a disposizione dall’Istituto:

  • direttamente online dal sito dell’Istituto, accedendo all’apposito servizio tramite credenziali SPID (almeno di livello 2), CIE o CNS.
  • tramite l’App INPS Mobile;
  • rivolgendosi agli istituti di patronato;
  • chiamando il contact center INPS al numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico).

La domanda può essere trasmessa da uno dei due genitori che esercita la responsabilità genitoriale a prescindere dalla convivenza con il figlio. Può essere inviata anche da un tutore o dagli stessi figli al compimento della maggiore età.

In fase di compilazione, il genitore richiedente può indicare le modalità di pagamento che preferisce ed eventualmente inserire anche i dati di pagamento dell’altro genitore nel caso di opzione per la ripartizione dell’assegno al 50 per cento. In caso di affidamento esclusivo, il richiedente potrà chiedere la corresponsione del 100 per cento dell’importo spettante.

La domanda ha una durata annuale. Ad ogni modo, per tutti i beneficiari che già ricevono l’assegno con una domanda in corso di validità, la prestazione viene comunque rinnovata automaticamente senza il bisogno di presentare una nuova domanda.

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I genitori sono però tenuti a comunicare all’INPS eventuali variazioni nelle informazioni indicate in precedenza, tramite la presentazione di una DSU aggiornata, come ad esempio:

  • la nascita di figli;
  • la variazione o inserimento della condizione di disabilità del figlio;
  • le variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18-21 anni);
  • le modifiche attinenti all’eventuale separazione/matrimonio dei genitori;
  • i criteri di ripartizione dell’Assegno tra i due genitori sulla base del provvedimento del giudice o dell’accordo tra i genitori;
  • variazione delle condizioni per la spettanza delle maggiorazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 230/2021;
  • variazioni delle modalità di pagamento prescelte dal richiedente e/o dall’eventuale altro genitore.

Almeno ogni anno bisogna quindi presentare l’ISEE aggiornato.

La domanda deve, invece, essere presentata da chi riceve la prestazione per la prima volta oppure da chi ha una domanda con stato respinta, revocata o decaduta o nel caso di rinuncia.

A differenza di altre prestazioni INPS a base ISEE, per l’assegno unico è fondamentale tenere a mente diverse scadenze legate alla presentazione della dichiarazione.

Come ogni anno, anche nel 2025 per continuare a ricevere tutto l’importo spettante nel corso del’anno, l’ISEE aggiornato va presentato entro il 28 febbraio.

Senza un modello aggiornato al 2025, infatti, dal 1° marzo l’assegno unico viene erogato con l’importo minimo.

Ad ogni modo, per le domande presentate dal 1° marzo al 30 giugno 2025, l’assegno unico spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Per quelle successive al 30 giugno l’assegno viene erogato a partire dal mese successivo a quello di presentazione ed è determinato sulla base dell’ISEE al momento della domanda.

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Inviando la domanda oltre il 30 giugno non si ha diritto a ricevere gli arretrati.

Quando arrivano i pagamenti e gli arretrati dell’assegno unico

Da un paio di anni a questa parte l’INPS provvede a comunicare alle famiglie beneficiarie dell’assegno unico le date di pagamento della prestazione.

L’Istituto fa distinzione tra gli assegni che non hanno subito variazioni di importo nel mese precedente e quelle che, invece, sono cambiati in ragione di mutamenti delle condizioni del nucleo familiare, come ad esempio la nascita di un nuovo figlio.

Solitamente l’assegno viene pagato attorno al giorno 20 del mese di riferimento. Si attende ancora la comunicazione INPS con il calendario dei pagamenti per il 2025.

Le date fornite dall’INPS si riferiscono ai pagamenti per gli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente. Per chi presenta una nuova domanda, invece, la prima mensilità viene erogata nell’ultima settimana del mese successivo a quella di presentazione della richiesta. Nella stessa data viene accreditato anche l’importo delle mensilità spettanti nel caso in cui l’assegno sia stato oggetto di un conguaglio, a credito oppure a debito.

Per controllare l’accredito INPS, così come lo stato della domanda presentata, è possibile collegarsi al fascicolo previdenziale del cittadino, disponibile nell’area riservata del Portale dell’Istituto, al quale si accede tramite le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Attraverso il Centro Notifiche, poi, è possibile controllare quando arriva l’assegno unico.

Le novità della Legge di Bilancio 2025

La Legge di Bilancio 2025 tra le misure volte al sostegno della genitorialità ha introdotto anche alcune novità che impattano, anche se indirettamente, l’assegno unico.

Con l’obiettivo di potenziare il bonus asilo nido, infatti, si prevede l’esclusione dell’assegno unico per i figli a carico dal calcolo dell’ISEE.

Le famiglie che presentano la DSU a fini ISEE per accedere al bonus asilo nido, dunque, non si vedranno conteggiate le somme ottenute a titolo di assegno unico.

La disposizione che esclude l’assegno unico dal calcolo dell’ISEE si applica anche al nuovo bonus bebè, cioè l’incentivo di 1.000 euro che riconosciuto per i nuovi nati dal 1° gennaio 2025.

Assegno unico e assegno di inclusione

Menzione a parte merita il caso specifico delle famiglie che percepiscono anche l’assegno di inclusione, la prestazione INPS dedicata ai nuclei familiari con almeno un minore, una persona disabile, con più di 60 anni oppure in condizioni di svantaggio.

Le due prestazioni sono compatibili ma bisogna prestare attenzione alle nuove modalità di erogazione rispetto a quanto accadeva con il vecchio reddito di cittadinanza.

La domanda per l’ADI, infatti, non comporta l’erogazione automatica dell’assegno unico, come invece accadeva con il RdC. Per poter ricevere l’assegno unico, dunque, le famiglie che percepiscono l’ADI devono presentare un’apposita domanda all’INPS.

L’importo dell’assegno spettante sarà erogato in misura intera, senza le decurtazioni previste quando era in vigore il del reddito di cittadinanza.



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