Il Vermentino, in Liguria, fa anche quest’anno la parte del leone per numero di vini che abbiamo premiato con i Tre Bicchieri, ma risultati molto soddisfacenti vengono anche dall’altro vino bianco simbolo della regione, ovvero il Pigato, con ben nove etichette che hanno raggiunto le nostre finali, e una il gradino più alto del nostro podio, durante le degustazioni per la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2025.
Il Pigato, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono a bacca bianca, è coltivato sia lungo la costa, che nelle valli dell’entroterra. È un vino dal tipico profilo mediterraneo, perfetta e fedele espressione del territorio. Il suo nome deriva dall’espressione ligure “pigau ovvero macchiato e sta a indicare la puntinatura color marrone che appare sugli acini maturi. Si tratta di una varietà molto simile al vermentino, probabilmente nata da una mutazione spontanea, che si è poi perfettamente acclimatata nel terroir del Ponente ligure, la sua zona di coltivazione principale, ma è possibile trovarlo anche in Valpolcevera.
Nella zona più interna di Ranzo e della valle Arroscia, meno calda e con vigne ad altitudini più elevate, grazie alle notevoli escursioni termiche, si esprime con maggior freschezza, profumi intensi ed eleganti. Vicino al mare, sul tratto di costa da Albenga a Diano Marina, assume invece toni più caldi e solari. Oltre al clima, anche la diversa composizione dei suoli influenza profondamente il profilo aromatico delle uve. Sulle terre bianche, ricche di calcare, il pigato si esprime con maggior finezza e freschezza, mentre sulle terre rosse, caratterizzate da una generosa presenza di componenti ferrose, acquista maggior corpo e una decisa vena minerale.
Ha un colore giallo paglierino, all’olfatto offre profumi di macchia mediterranea ed erbe officinali, che si aprono a note di fiori bianchi, di frutta e a sentori iodati. Il sorso è armonioso ed equilibrato, con una moderata acidità , aromi fruttati di buona intensità e vena minerale. Il finale è piacevolmente sapido, con nuances ammandorlate. È un vino dal buon potenziale d’invecchiamento.
Gli abbinamenti con il Pigato
Se da giovane è perfetto da abbinare ai piatti di mare o ai primi tradizionali della cucina ligure, come i pansotti di borragine o le trenette al pesto, con il passare degli anni, trova abbinamenti interessanti con secondi piatti di pesce più strutturati e complessi, con carni bianche delicate e formaggi di media stagionatura.
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Tre Bicchieri 2025 della Liguria. Il ritorno sul podio
Il Pigato U Baccan ’22 dell’azienda di Francesca Bruna e del marito Roberto – le cui principali parcelle si snodano sulle alture tra Ranzo e Ortovero – riconquista il gradino più alto del nostro podio, una grande etichetta che è una sorta di etichetta-paradigma per questa varietà .
I migliori Pigato Tre Bicchieri e Due Bicchieri rossi 2025
Ecco i Pigato che quest’anno ci sono piaciuti di più durante le degustazioni per la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2025, uno riconquista i Tre Bicchieri, gli altri sono tutti arrivati in finale.
Soddisfazioni per i bianchi aziendali, a partire da U Baccan ’22 di Bruna con fiori gialli su profilo erbaceo e mediterraneo che arricchiscono il gusto; il vino ha corpo e buona armonia. L’annata è finalmente regolare con la quantità giusta di uve che permette all’azienda di incontrare nuovi mercati rimasti sopiti per la carenza di prodotto. Da 26 anni la cantina vende negli Usa con un importatore americano affidabile, con lui sono cresciuti portando la quota export a quasi il 50% della produzione. La restante produzione proveniente dai vigneti di proprietà e incrementata grazie a nuovi e piccoli impianti, è dedicata al mercato interno, dove il vino è molto richiesto.
Dall’entroterra genovese arrivano vini delicati ed eleganti come il Pigato ’23 di Villa Cambiaso , ricco di erbe mediterranee e buona mineralitÃ
Il Pigato ’23 di Maria Donata Bianchi incanta il palato con sentori mediterranei e profumi di gelsomino e acacia, un corpo ricco e persistente. Un nuovo prodotto arricchisce la gamma dei vini, un Pigato in purezza, dato da una selezione di uve di un vigneto specifico condotto in regime biologico, sito a Diano Arentino, a circa 300 metri di quota con un suolo calcareo, esposto a sud ovest, che elargisce caratteristiche particolari, arricchite da una leggera macerazione prefermentativa a freddo. Marta Trevia ha voluto un’etichetta nuova che esprimesse la gratitudine verso l’intraprendenza e la capacità delle donne in cantina.
Apriamo la panoramica dei vini presentati da BioVino con il Grand Père ’22, dal colore intenso e marcato, sentori maturi, grande carattere e ottimo retrogusto. Molto buono anche il Bon in da Bon 2023.
Pigato e vermetino sono i vitigni a bacca bianca coltivati in azienda, circa nove ettari distribuiti in tre principali aree: ad Albenga sono nelle zone delle Marige e di Salea, con terra rossa, argillosa, dove le uve vinificate acquisiscono più sapidità , struttura e grado alcolico, e poi a Ranzo a circa 250 metri, dove l’escursione termica e il terreno calcareo garantiscono maggiori profumi. Sono piccoli appezzamenti che preservano ed esaltano la biodiversità del territorio.
Deperi è un’azienda sempre in crescita a partire dal Cremen ’22 che piace per il frutto maturo e la piacevole complessità .
Il Saleasco ’23 di Cantine Calleri è un vino dal grande equilibrio e complessa fattura in cui regna una piacevole freschezza.
La vendemmia 2023 è stata molto buona e l’uso della criomacerazione delle uve a 3,5 gradi, introdotto da Marcello Calleri negli ultimi anni ha contribuito alla crescita della qualità dei vini. La lavorazione è di tipo convenzionale e l’attenzione che il titolare dedica alle uve e alla lavorazione della campagna è maniacale: uno dei pochi viticoltori a reclamare la sottozona Albenganese essendo i vigneti a Cisano sul Neva, Salea e in altri territori nell’entroterra di Albenga, da 80 a 100 metri sul livello del mare.
L’azienda Peq Agri punta sul vitigno principe del territorio, il pigato, e quest’anno il Vignamare ’21 esprime un arcobaleno di intensità , nel colore, nei tanti sentori di frutta gialla fresca e matura, nell’armonico corpo ricco di estratto e di lunghissima persistenza. Di buona fattura anche Il Canneto ’23, invitante nei colori, nel buon estratto che evolve nella struttura alcolica e nel corpo pieno e persistente.
Pec Agri è una nuova azienda che da alcuni anni si è creata uno spazio rilevante nel Ponente Ligure. Condotta da due giovani imprenditori che hanno deciso di investire nei territori della loro infanzia, l’azienda ha assorbito alcune realtà del comprensorio. A partire dall’azienda Lupi di Pieve di Teco, di cui hanno premiato il Pigato Vignamare dedicandogli il ristorante aziendale, Guglierame di Pornassio, conosciuta per il Pornassio Doc, Berry & Berry (dalla quale arriva l’attuale enologo) e Cascina Praiè, sede principale dell’azienda e bellissima location sul golfo di Diano Marina.
Nel Pigato Via Maestra ’23 di La Ginestraia riscontriamo ampi profumi mediterranei di rosmarino, salvia e un lontano eucalipto: è un nettare dall’intensa struttura e dal corpo sapido e armonico. Dopo l’investimento strutturale della nuova cantina, Marco Brangero e Mauro Leporieri si concentrano sulla produzione, che quest’anno ha ricompensato gli anni di carenza. È così possibile soddisfare i clienti consolidati e affrontare i nuovi mercati. I titolari sono in sintonia nel lavorare solo i vitigni a bacca bianca del territorio, quelli che nella zona hanno trovato un microclima ideale. E con questi stanno crescendo, arrivando a circa 70mila bottiglie di produzione annua con una qualità ormai indiscussa.
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