Economia Emilia Romagna 2024: più 0,9 per cento. Disoccupazione sotto il 4 per cento – La Piazza

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Economia Emilia Romagna 2024: più 0,9 per cento. Disoccupazione al 4 per cento.

Cresce ancora, tra luci e ombre, l’economia dell’Emilia-Romagna: nel 2024 Pil a +0,9%, disoccupazione sotto il 4%. Pesano alluvione, rallentamento dell’export e instabilità geopolitica internazionale.

Lo racconta il Rapporto Regione-Unioncamere. Nell’anno che si chiude l’Emilia-Romagna si conferma tra le prime regioni italiane per crescita: in difficoltà l’industria, tengono i servizi, trainati dal turismo. Per il comparto edile, ancora in soglia positiva, attesa una planata nel 2025 con la fine degli incentivi

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In un passaggio tra il 2024 e il 2025 molto delicato, che nel Paese sembra avvolto dall’incertezza, l’Emilia-Romagna, pur non distaccandosi significativamente da una tendenza nazionale e internazionale di rallentamento dell’economia, si conferma tra le regioni locomotiva in Italia.
La crescita del prodotto interno lordo, Pil, si mantiene stabile nel 2024 (+0,9%), un risultato che contrappone al buon andamento di occupazione e investimenti la frenata del commercio con l’estero, pur mantenendosi come prima regione per valore aggiunto. Un incremento analogo è atteso anche per il 2025 e questa volta sarà la ripresa dell’export a compensare il calo atteso degli investimenti.

Considerando il biennio 2024-2025, l’Emilia-Romagna sarà la prima regione italiana per crescita alla pari di Lombardia e Sicilia, con un incremento complessivo dell’1,8% che non si discosta significativamente da quanto previsto per l’Italia, +1,5%.

È quanto emerge, in sintesi, dal ‘Rapporto sull’economia regionale 2024’, realizzato in collaborazione tra Regione e Unioncamere, presentato a Bologna. Oltre alle cifre, settore per settore, elaborate dall’ufficio studi di Unioncamere e i dati tratti dagli ‘Scenari per le economie locali’ di Prometeia dello scorso ottobre, durante i lavori è stato illustrato anche un focus su ‘Il contributo della Regione Emilia-Romagna al sostegno dei processi di digitalizzazione del sistema economico regionale’. Al link è possibile scaricare il Rapporto e gli altri materiali presentati.

Le previsioni per l’Emilia-Romagna di più lungo periodo e relative al biennio 2026-2027 preannunciano una fase con tassi di crescita che stenteranno a distaccarsi dall’1%: ancora una volta meglio del resto del Paese, anche se si tratta di incrementi modesti per alimentare la speranza di una ripresa apprezzabile.

Il dato caratterizzante il 2024 è la flessione dell’export (-1%), solo altre tre volte negli ultimi 35 anni le esportazioni regionali avevano registrato una variazione negativa. Accadde negli anni 2002/2003 in coincidenza con l’entrata in circolazione dell’euro, nel 2009 sull’onda della crisi dei subprime, nel 2020 a causa della pandemia. La flessione di quest’anno è da attribuire principalmente all’incertezza dello scenario internazionale e al riposizionamento globale delle filiere dell’industria pesante, in primis quella dell’automotive. Se infatti prosegue la crescita della vendita all’estero degli autoveicoli prodotti nella nostra regione, sono le imprese subfornitrici (accessori, parti per autoveicoli e loro motori) a subire una forte contrazione della domanda estera.

Dal punto di vista settoriale i dati relativi al 2024 e le previsioni 2025 segnalano la difficoltà dell’agricoltura, alle cui croniche criticità si aggiunge l’effetto devastante delle alluvioni. Fatica l’industria, non sostenuta come in passato dall’export e dagli investimenti; reggono ancora le costruzioni, ma si prospetta un 2025 in picchiata sulla spinta dell’esaurirsi degli incentivi. I numeri più confortanti vanno cercati nel settore dei servizi, trainati dal turismo, e in quelli dell’occupazione che, nonostante tutto, continua a crescere.

La crescita dell’occupazione (+1,1 % previsto per fine anno) a fronte della stasi delle forze lavoro dovrebbe condurre a una decisa diminuzione del tasso di disoccupazione nel 2024 (-3,9%). La tendenza dovrebbe subire un temporaneo arresto nel 2025, a causa del rallentamento della crescita dell’occupazione (+0,4%) che avrà un ritmo inferiore rispetto a quello della forza lavoro (+0,7%) e determinerà un lieve rimbalzo del tasso di disoccupazione fino al 4,2%.

“Per far fronte alle difficoltà che si intravedono all’orizzonte- ha detto il vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-, occorre investire convintamente, soprattutto nei settori strategici che guardano al futuro come, ad esempio, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie, la crescita sostenibile, la blue e green economy e l’aerospazio. Come Regione continueremo, assieme al sistema della ricerca e delle Università, a sostenere i processi di digitalizzazione del sistema economico regionale, uno strumento efficace per stimolare la crescita e l’innovazione delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole, in grado di promuovere un ambiente imprenditoriale più competitivo e resiliente. Con l’obiettivo di potenziare sempre più la transizione digitale delle Pmi, agganciando la progettazione ai finanziamenti europei”.

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“Condivido – ha concluso il vicepresidente Colla – la posizione degli Atenei di collegare il Fondo di finanziamento ordinario delle Università al Pil, un equo e necessario patto tra il Paese e il sistema universitario”.

“Viviamo una fase di difficile decifrazione, alle incertezze portate dallo scenario internazionale si sommano quelle generate dalle transizioni in atto. Ampi settori della nostra economia – ha evidenziato Valerio Veronesi, presidente Unioncamere Emilia-Romagna – stanno affrontando un delicato percorso di riposizionamento – dalla moda all’automotive, dal commercio ai servizi. In questo cammino le imprese non vanno lasciate sole, vanno accompagnate da tutti gli attori dell’economia regionale. Il sistema camerale dell’Emilia-Romagna, come sempre, sarà al fianco delle imprese e non farà mancare il suo contributo”.

Demografia delle imprese
Al 30 settembre 2024 le imprese attive in Emilia-Romagna erano 390.700 (-4mila sul 2023).
Nell’ultimo anno si contano 843 imprese femminili in meno, le giovanili perdono 52 unità, le aziende
straniere crescono di 482. Le società femminili incidono sul totale delle imprese per una quota del
21%, le giovanili rappresentano il 7%, le straniere salgono al 14%.
Mercato del lavoro
Nel 2024 gli occupati in Emilia-Romagna sono 2 milioni e 23mila, 7mila in più rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente (valore medio dell’ultimo trimestre 2023 e i primi 3 trimestri 2024).
L’aumento dell’occupazione ha riguardato sia gli uomini che le donne, con valori assoluti analoghi.
Il tasso di occupazione è del 70,6%. Il tasso di disoccupazione si attesta al 4,9%. Le persone che non
cercano e non sono disponibili a lavorare (Neet) sono 632mila, 1.766 in meno rispetto al 2023, con
una forte differenziazione per genere.
Agricoltura
A fine settembre le imprese attive dell’agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca sono risultate 50.734,
pari al 13% del totale delle imprese attive, in calo di 1.273 unità (-2,4%) rispetto allo stesso mese
dello scorso anno. Nell’arco di dieci anni il numero delle imprese agricole è diminuito del 17%. Con
riferimento al mercato del lavoro nell’ultimo anno, gli occupati in agricoltura sono risultati 65.900
con un aumento del 2,4% (+1.561 addetti) rispetto ai dodici mesi precedenti.
Industria
La tendenza alla riduzione dell’attività industriale emiliano-romagnola, avviatasi nel secondo
trimestre 2023, si è decisamente accentuata nel corso del 2024. Nel periodo tra gennaio e settembre
di quest’anno, la produzione industriale regionale ha subito una flessione del 3,3% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente. È una flessione che ha riguardato tutti i settori e tutte le classi
dimensionali, l’unico comparto che non presenta variazione di segno negativo è quello dell’industria
alimentare (+1,5%). Il calo più sensibile riguarda il sistema moda (-7,8%), la lavorazione dei metalli
segna un -5%. La meccanica – il comparto economicamente più rilevante all’interno del
manifatturiero – presenta una flessione della produzione del -3,9%, una contrazione che assume
diminuzioni più marcate trimestre dopo trimestre. L’occupazione segna oltre 500mila addetti, con
un aumento di 8.248 unità (+1,7%) rispetto all’anno precedente.
Costruzioni
Dopo 9 trimestri di espansione il settore ha iniziato ad accusare il progressivo venir meno della
spinta del super bonus. Nei primi nove mesi dell’anno il volume d’affari a prezzi correnti ha subito
una flessione rispetto allo stesso periodo del 2023 (-2,1%). In maggior difficoltà le imprese più
piccole e le artigiane, mentre tengono quelle più strutturate. Gli occupati nelle costruzioni sono
risultati quasi 116.100 con una flessione del 3,8% rispetto ai dodici mesi precedenti.
Commercio interno
Nei primi nove mesi del 2024 la ripresa delle vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in
sede fissa dell’Emilia-Romagna non è andata oltre un +0,3% rispetto all’analogo periodo del 2023.
L’incremento rilevato non ha tenuto il passo con l’andamento dell’inflazione dei prezzi al consumo
il cui aumento tra gennaio e settembre 2024 è stato dell’1,8%. Sono ormai sei trimestri che il
commercio al dettaglio presenta variazioni che stentano a distaccarsi dallo zero. Tengono i negozi
alimentari e la grande distribuzione, a presentare i dati più negativi sono gli esercizi specializzati
nella vendita di abbigliamento e quelli che commercializzano articoli per la casa ed elettrodomestici.
Commercio estero
Nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono diminuite dell’1%.
L’andamento si presenta estremamente differenziato dal punto di vista settoriale. La
metalmeccanica sul mercato tedesco ha perso 267milioni, l’8,5%, la vendita di autoveicoli verso la
Germania è cresciuta del 10,4%, mentre la componentistica per auto (carrozzeria, parti e accessori
per auto e loro motori) ha perso il 17,4%.
Gli Stati Uniti, in crescita di quasi il 5%, sono il primo mercato di riferimento per l’export emilianoromagnolo. La Germania ha registrato un calo del 3,4%, la Francia ha perso il 4,8%. In calo anche la
Cina, -5,5%.
Turismo
L’industria turistica regionale, secondo i dati dell’Osservatorio Turistico Regionale della Regione
Emilia-Romagna e di Unioncamere Emilia-Romagna, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con una
stima di 56,1 milioni di presenze, in aumento dell’1,2% rispetto ai 55,4 milioni registrati nel 2023,
segnando un completo recupero rispetto ai valori del 2019 (+2,1%).
Trasporti
L’ammontare delle imprese attive nel settore dei trasporti e magazzinaggio nel terzo trimestre del
2024 si è ridotto rispetto allo stesso periodo del 2024 (-2,5%), gli addetti sono diminuiti del 3%.
Secondo i dati raccolti da Assaeroporti il sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna nei primi 10
mesi dell’anno ha mostrato un ottimo andamento in termini di voli (+4,3%) e passeggeri (+7,9%).
Sono stati superati i record registrati nel 2019 sia in termini di passeggeri (+17,5%), sia in termini di
voli (+10,8%) e di trasporto delle merci (+16,0%).
Secondo i dati dell’Autorità portuale di Ravenna, nei primi dieci mesi del 2024 il movimento merci
del porto di Ravenna è di oltre 21,2 milioni di tonnellate, un valore in calo rispetto a quello registrato
nello stesso periodo dell’anno passato dell’1,9%. In diminuzione anche il numero di passeggeri
transitati, 271.500 in totale.
Il sistema logistico regionale, assieme a quello nazionale, è destinato a trarre notevole beneficio
dalla costituzione della Zona Logistica Semplificata (ZLS) di recente approvazione nell’ambito del
territorio dell’Emilia-Romagna.
Credito
Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, la consistenza dei prestiti bancari concessi al complesso
dell’economia regionale a fine settembre 2024 risultava in contrazione dello 0,5% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente (era il -2,9 nel 2023).
Artigianato
Nei primi nove mesi dell’anno la produzione delle imprese artigiane della manifattura regionale si è
ridotta del 5,3% rispetto al corrispondente periodo del 2023, una contrazione più consistente
rispetto alla flessione registrata dalla produzione del complesso dell’industria regionale (-3,3%).
Andamento analogo per quanto riguarda le costruzioni, nel periodo gennaio-settembre 2024 si è
avuta una flessione tendenziale del volume d’affari delle imprese artigiane del 3,5%.
Gli addetti delle imprese artigiane nel 2024 sono poco più di 280mila, ogni 100 occupati nelle
aziende emiliano-romagnole 15 operano all’interno di un’impresa artigiana. Rispetto all’anno
precedente il numero degli occupati artigiani è calato di quasi 5mila unità.
Cooperazione ed economia sociale
Al 30 settembre 2024 erano 3.726le cooperative attive in Emilia-Romagna con quasi 230mila
addetti. In Emilia-Romagna ogni 100 addetti nelle imprese 13 operano in una cooperativa. La
rilevanza della cooperazione la leggiamo anche guardando al dato del fatturato. Oltre 41 miliardi,
l’11% del totale regionale.
L’Emilia-Romagna si caratterizza anche per la forte presenza dell’economia sociale, con oltre 33mila
organizzazioni attive, gli addetti che sfiorano quota 260mila unità, il valore aggiunto che vale quasi
13 miliardi di euro. Numericamente la componente maggiormente rappresentata è quella
dell’associazionismo con più di 25mila organizzazioni, i valori economici – addetti e valore aggiunto
– evidenziano il ruolo da protagonista della cooperazione.
Ogni 1.000 imprese che operano in Emilia-Romagna vi sono 86 organizzazioni dell’economia sociale
(89 il rapporto a livello nazionale), gli addetti, sempre ogni 1.000 afferenti alle imprese, sono 145
(93 in Italia), il valore aggiunto creato vale il 7,5% di quello complessivo (5,3% in Italia)



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