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Mentre il Piano Italia a 1 Giga procede a rilento, il Pirellone apre un bando per la banda larga satellitare. La società favorita è proprio quella di Musk, che sul mercato italiano è già presente con i suoi prodotti su abbonamento
L’indiscrezione pubblicata da Bloomberg ieri, secondo cui il governo italiano sarebbe a un passo dal siglare un accordo con Starlink per la fornitura di servizi sicuri di telecomunicazione per cinque anni a scopi militari militari e governativi ha messo un faro sopra una delle diverse realtà imprenditoriali di Elon Musk. Starlink è una divisione della società aerospaziale SpaceX (anch’essa di Musk) che sfrutta una costellazione di 7mila satelliti lanciati in orbita per fornire connessione a banda larga, ad alta velocità e bassa latenza. In questo segmento di mercato, in Italia Starlink opera già con offerte destinate all’uso residenziale.
Il servizio è arrivato in Italia nel febbraio 2021 e oggi conta circa 50 mila utenti, una base di clienti ancora piuttosto bassa. Nonostante questo, lo scorso novembre la società ha lanciato anche sul mercato italiano il suo Starlink mini, un kit da poco più di un chilo dotato di cavalletto, alimentatore e un’antenna manuale portatile per captare il segnale dal cielo e riuscire a ottenere una connessione satellitare. Si tratta di un servizio, nel complesso, comodo e veloce, che può essere utile in diversi luoghi del paese, come per esempio in Lombardia.
Il 23 dicembre scorso, governo e regione Lombardia hanno annunciato novità riguardanti una sperimentazione di tecnologia satellitare per connessioni a banda ultra-larga, nell’ambito della nuova Strategia nazionale per la Banda ultra larga 2023-2026. A questo fine sarà pubblicato un bando di gara che prevede un finanziamento pari a 5 milioni di euro provenienti dal Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, insieme a 1 milione e mezzo di euro apportati dalla stessa regione Lombardia: un impegno per la connessione dei territori lombardi più lontani dai grandi centri abitati e di difficile connettività, “con l’auspicio di essere precursori di un’iniziativa replicabile anche in altre regioni”.
Alla gara, sottolinea oggi il Sole 24 Ore, si può dare per scontata la partecipazione di Starlink, che avrebbe la strada spianata rispetto ad altri eventuali competitor. Uno è la francese Eutelsat, che di satelliti in orbita ne ha solo 35 contro i 60 di Starlink, e proprio il 31 dicembre 2024 ha subìto un’interruzione temporanea di 48 ore per via di un “problema software nel segmento di terra”, come si legge in una nota.
Fare arrivare la connettività nelle zone italiane più interne e remote è un impegno su cui il paese lavora da anni. Fra i progetti più importanti c’è il Piano Italia a 1 Giga, un programma finanziato con risorse derivanti dal Pnrr (3,65 miliardi di euro) per cablare con la fibra ottica aree remote del paese entro giugno 2026. Secondo il piano, il territorio nazionale è stato suddiviso in 15 aree geografiche assegnate attraverso gare pubbliche a due operatori principali: Open Fiber, che si è aggiudicata nove regioni, e Fibercop per le restanti sei.
Il piano però non sembra andare nella giusta direzione. Guardando ai dati aggiornati a novembre 2024 dell’osservatorio di Connetti Italia, emerge che su oltre tre milioni di abitazioni in tutta Italia, suddivise in 15 lotti, solo cinque regioni presentano uno stato di avanzamento dei lavori che supera il 50 per cento di completamento (dal 51 per cento delle Marche al 74 per cento della provincia autonoma di Trento). Con percentuali che vanno dal 22 per cento nel Lazio al 45 per cento in Friuli Venezia Giulia, in una media che si aggira intorno al 37,8 per cento. Il livello di avanzamento più basso si trova in Valle d’Aosta (6 per cento) con soli 590 civici connessi e 7.084 ancora in lavorazione.
In questo contesto, il Piano Italia a 1 Giga in Lombardia ha uno stato di avanzamento del 28 per cento (con 70.312 civici connessi e 95.310 in lavorazione), anche se nel suo rapporto relativo al terzo trimestre del 2024, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nota che la regione ha una copertura con fibra fino a casa che raggiunge il 69 per cento delle famiglie, collocandosi al settimo posto nel ranking nazionale grazie a una performance categorizzata come “mediamente-performante”. Una percentuale in linea con la media nazionale delle famiglie raggiunte dalla rete (68.98 per cento).
Otto regioni mostrano livelli più elevati, specialmente Campania (72.97 per cento), Lazio (75.65 per cento) e Molise (85.24 per cento), mentre le restanti 12 si trovano al di sotto della media nazionale, con Sardegna (54.93 per cento) e Valle d’Aosta (52.02 per cento) in fondo alla lista.
La fotografia complessiva che emerge è che uno dei progetti più ambiziosi per estendere la connessione in tutta Italia procede ancora a rilento. Un ritardo che si somma a quelli precedenti: stando ai più recenti dati Eurostat, tra il 2013 e il 2021 l’Italia è riuscita a far salire al 44 per cento la quota di popolazione dotata di connessione internet ad alta velocità, ben al di sotto della media europea del 70,2 per cento.
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