+10% di biglietti staccati. Si riducono tempi e stress

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Chiedete a un francese di dirvi qualche parola in italiano. Dopo l’elementare «buongiorno», l’inevitabile «buona la pizza» i più originali e non poco numerosi vi sorprenderanno con un fluente: «È pericoloso sporgersi dal finestrino». Retaggio di un tempo che fu, ma che sta tornando, questa frase di ferroviaria memoria è rimasta scolpita in generazioni di viaggiatori. Non soltanto francesi, e non soltanto boomers. Gli ultimi decenni prima del Covid sono stati prevalentemente aerei. Ma adesso la tendenza si inverte, tanto che gli europei sono tornati a viaggiare su rotaia: un aumento del 10%.

LE TRATTE
Passata l’ebbrezza della prima ondata dell’alta velocità negli anni ‘90, complice le promozioni dei low cost, la fine e l’inizio del millennio avevano visto l’imporsi del turismo mordi e fuggi, dei city break, delle evasioni esotiche in trolley. I treni di notte erano progressivamente scomparsi: troppo lenti, troppo scomodi, troppi ritardi dovuti ai lavori notturni sulle linee, troppo cari rispetto ai brevi e medi raggi via cielo. A segnare la fine di un’epoca è stata la fine del Palatino, il mitico treno di notte che collegava Roma e Parigi, il cui ultimo definitivo viaggio risale al 2013.

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Poi, come spesso accade, inversione di tendenza. Qualche cambiamento di rotta si era intravisto prima della pandemia, in un periodo che dopo lo slow food ha cominciato a imporre lo slow in generale, mobilità inclusa. Lo stop planetario del Covid ha facilitato una vasta riflessione e negli ultimi due anni la tendenza è sotto gli occhi di tutti: si torna a viaggiare in treno. Tutti i treni. Quelli veloci, quelli lenti ma suggestivi, quelli di lusso, vere crociere su rotaia, quelli per lavorare, da pendolari tra capitali. Tutti con un non indifferente comune denominatore: l’attenzione all’ambiente.

Il movimento dei giovani No Fly aveva già calcolato che un viaggio in aereo genera 100 grammi di CO2 al chilometro contro i 15 grammi del treno. In questi ultimi anni le compagnie aeree si sono attrezzate per limitare la loro impronta di carbonio, idem i costruttori di auto, ma viaggiare su rotaia resta la mobilità più verde. Greenpeace ha chiesto di recente all’Europa di continuare e aumentare gli investimenti nel ferroviario. L’Unione ha comunque lanciato negli ultimi anni una importante politica di sostegno al traffico su rotaia. Il 16 dicembre è partito il primo treno ad alta velocità tra Parigi e Berlino dalla Gare de l’est. Le due grandi capitali europee sono ormai collegate da un viaggio via terra della durata di otto ore. I biglietti sono andati a ruba. Se ci si organizza un po’ in anticipo un’andata e ritorno è sotto i duecento euro. Un biglietto aereo è in media più economico ma molti viaggiatori hanno già mostrato di voler sacrificare qualche decina di euro e qualche ora per evitare i tragitti da e per gli aeroporti (da calcolare nel prezzo del viaggio) i controlli, la cattiva coscienza ambientale e, non ultima, la frenesia e l’ansia spesso legati alle procedure d’imbarco.

Capitale ferroviaria d’Europa è Vienna, città con il maggior numero di collegamenti diretti su rotaia con altre grandi città, seguita da Monaco, Berlino, Zurigo e Parigi. Nel vecchio continente il ritorno di amore per il treno è costante dal 2021. Nel 2023 i cittadini dell’Unione hanno percorso 429 miliardi di chilometri su rotaia (dati Eurostat), per un totale di otto miliardi di viaggi, con aumento di oltre l’11 per cento rispetto al 2022, un record dal 2004, anno in cui le principali compagnie ferroviarie hanno cominciato a fornire questi dati. I più assidui viaggiatori su ferrovia sono i tedeschi, seguiti da francesi, italiani e spagnoli.

I COLLEGAMENTI
Nuove tratte ad alta velocità – per la gioia di chi viaggia per lavoro – sono state inaugurate tra Bruxelles e Amsterdam, mentre le francesi Sncf sono tornate a collegare Parigi e Bruxelles, in concorrenza con Eurostar. Senza contare la ripresa dei treni di notte: per i più sognatori e per chi ha più tempo, Parigi-Berlino si può fare in cuccetta dall’anno scorso, come pure Parigi-Vienna, ed è ormai totalmente percorribile la notte la Praga-Zurigo.

Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Comunità delle Ferrovie e delle Aziende Infrastrutturali Europee, ha annunciato l’obiettivo di «collegare tutte le capitali europee e le principali città con treni ad alta velocità» in modo da rendere inutile l’aereo in Europa. Ma i treni non sono solo per pendolari. Per i nuovi turisti “lenti”, che il paesaggio non lo vogliono sorvolare, ma contemplare, i viaggi in treno sono una meta in sé. Dalla prossima primavera si viaggerà come su un cinque stelle sulla Dolce Vita Orient Express in Italia, con itinerari che prevedono tappe a Venezia, Portofino, Matera, Roma, la Sicilia. Cabine a partire da 3500 euro a persona. Di nuovo in voga anche l’Orient Express ‘originale’ Venice-Simplon, con tratta Londra-Venezia. In dieci giorni si percorre invece tutta l’Europa centrale con il Danubio Express, che attraversa con i suoi vagoni extra lusso Turchia, Bulgaria Romania, Ungheria, Austria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca. La compagnia di viaggi Railbookers ha poi immaginato il viaggio finale su rotaia: un giro del mondo in ottanta giorni. Si parte da 103 mila euro a persona.

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