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A Vado Ligure, la rigenerazione urbana ha un nuovo protagonista: l’ex fabbrica Zinox. Sotto la guida dello studio Peluffo & Partners, il progetto si presenta come un’opera che “osserva il tempo” attraverso procedimenti “analogico-evocativi” e “cortocircuiti temporali”. Tuttavia, dietro l’apparente poesia architettonica emerge una proposta che sembra orientata più a rigenerare i consumi che a restituire un’anima autentica al territorio.
Il progetto mira a trasformare un sito industriale dismesso in un’area urbana moderna, dichiarando un’attenzione alla sostenibilità del territorio. Tuttavia, i dati sugli spazi verdi sollevano dubbi: la superficie prevista (5.071 mq) è inferiore agli standard normativi, che richiederebbero almeno 6.437 mq. Questo deficit di 1.366 mq rappresenta una carenza significativa in un contesto che necessita di maggiori spazi pubblici per la collettività.
Le unità residenziali occupano una superficie di 16.000 mq, ma non si menzionano soluzioni abitative dedicate a categorie vulnerabili o alloggi sociali. Questa lacuna suggerisce un’offerta generica che potrebbe non rispondere pienamente alle esigenze del territorio. Allo stesso tempo, i 2.257 mq destinati alle attività commerciali riflettono un orientamento verso il consumo, piuttosto che verso una rigenerazione sociale ed economica bilanciata.
Tra gli aspetti positivi, il progetto mostra attenzione alla sicurezza dei versanti e all’integrazione paesaggistica, dimostrando sensibilità verso le caratteristiche ambientali locali. Questi elementi potrebbero attrarre nuovi residenti e stimolare l’economia locale. Tuttavia, la presenza di aree commerciali potrebbe incrementare il traffico veicolare, richiedendo una pianificazione accurata della viabilità e dei parcheggi.
Anche se i requisiti di parcheggio sembrano rispettati, resta da verificare la loro distribuzione e accessibilità rispetto al flusso previsto di persone e merci. Un coinvolgimento attivo della comunità locale sarebbe essenziale per garantire che il progetto risponda alle reali necessità dei cittadini.
Dal punto di vista estetico, i palazzi si ispirano a un design contemporaneo con geometrie razionali e tonalità calde, come il mattone, che creano un contrasto interessante con l’ambiente circostante. La struttura a “scala” e i tetti inclinati donano dinamicità al progetto, ma il rischio di monotonia potrebbe essere mitigato introducendo una maggiore varietà nei materiali o nei dettagli architettonici. Inoltre, sarebbe opportuno approfondire l’integrazione visiva e sociale degli edifici nel contesto urbano e costiero, valorizzando ulteriormente gli spazi aperti e la vegetazione.
In molti progetti di rigenerazione urbana c’è il rischio che si tratti dell’ennesima cementificazione a vantaggio di pochi, spesso a scapito della comunità e del territorio. Questo intervento non fa eccezione e solleva alcune questioni fondamentali:
Necessità reale:
È necessario verificare se Vado Ligure abbia davvero bisogno di nuove unità residenziali e spazi commerciali. Analisi concrete dovrebbero considerare la domanda abitativa e la saturazione del mercato locale, evitando interventi non necessari.
Cemento vs spazi verdi:
La carenza di spazi verdi è preoccupante in una società sempre più attenta alla sostenibilità e alla qualità della vita. Aumentare le aree verdi dovrebbe essere una priorità per migliorare il benessere collettivo.
Benefici per pochi:
Come accade spesso, il rischio è che i principali beneficiari siano i costruttori e gli sviluppatori, lasciando alla comunità solo impatti negativi, come traffico e perdita d’identità territoriale.
Coinvolgimento della comunità:
Il dialogo con i cittadini è fondamentale per garantire che il progetto risponda alle esigenze locali e rispetti il contesto storico e sociale.
Sostenibilità a lungo termine:
Un progetto di rigenerazione urbana dovrebbe guardare al futuro, promuovendo una crescita equilibrata che valorizzi il territorio, riduca l’impatto ambientale e offra spazi inclusivi.
La rigenerazione urbana dell’ex Zinox rappresenta un’opportunità per Vado Ligure, ma rischia di essere percepita come “la solita cementificazione” se non riesce a bilanciare interessi economici, sociali e ambientali. Gli edifici saranno forse moderni e scintillanti, ma resta da vedere se porteranno benefici reali alla comunità o si limiteranno a replicare modelli già fallimentari altrove. Per trasformare questa proposta in un modello virtuoso, è essenziale coinvolgere la comunità locale, puntare su una visione inclusiva e dare priorità alla qualità della vita.
IL PROGETTO
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