PONTE A NOVE LUCI SULL’ORCIA. LA REGIONE TOSCANA STANZIA 13 MILIONI PER RICOSTRUIRLO. I COMITATI: “SONO TROPPI, SI PUO’ SPENDERE MOLTO MENO!” | Prima Pagina

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 IL VIADOTTO DI CHIANCIANO VERRA’ RIFATTO O NO? E QUELLO DI CHIUSI SCALO DOPO 40 ANNI E’ SICURO?

L’Italia è un Paese strano. Dove succedono cose strane. Succede per esempio che un vecchio ponte crolli in occasione di una piena del fiume che vi passa sotto. Succede che quel ponte si trovi nel cuore della Val d’Orcia, paesaggio iconico e tra i più fotografati d’Italia (il fiume suddetto è proprio quello che dà il nome alla vallata), scelto come set per spot pubblcitari, film e fiction tv. E anche territorio dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Con questi presupposti tutti si aspettavano una ricostruzione del ponte a tempo di record. Per una questione di utilità della strutturache si trova sulla strada che collega Castiglion d’Orcia a Pienza e vicino all’incrocio da cui si prosegue verso San Quirico e Bagno Vignoni, tutti borghi celebrati e turisticamente rilevanti, ma anche per una questione di…. immagine dei luoghi. E invece succede che dalla data del crollo, 28 novembre 2012, il ponte sia rimasto fino ad oggi un ammasso di macerie: più di 4.400 giorni costellati di molte promesse, incontri, impegni, mai andati a buon fine. E’ stata molto più rapida la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, crollato nel 2018, rifatto e rimesso in funzione nel 2020.

Sul Ponte a nove luci, così era definito quello sull’Orcia per via delle 9 arcate di cui era composto, il  traffico era sicuramente inferiore e anche l’opera sarebbe stata meno “ciclopica”. Ma ancora siamo a caro zio… Poco prima di Natale però la Regione Toscana, approvando il Bilancio di Previsione 2025-2027 ha anche stanziato 13 milioni di euro per ricostruirlo. Da aggiungersi ai 550 mila stanziati dalla Provincia di Siena per la progettazione. Era ora. Adesso l’opera può finalmente vedere l’avvio del cantiere. Conclusione dei lavori prevista entro la fine del 2026. “È stato fatto un lavoro sinergico – dice soddisfatto i sindaco di castiglion d’Orcia Luca Rossi  – e io credo che tutti i consiglieri, non soltanto del territorio, abbiano dimostrato un’attenzione rispetto a questo. Chiaramente è solo l’inizio di un percorso. Ora bisognerà monitorare nel 2025 l’affidamento e la progettazione che farà la Provincia e fare più velocemente possibile. Per poi arrivare alla convenzione firmata dai due sindaci, dalla Provincia e dalla Regione per vedere nel 2026 di arrivare alla gara e speriamo prima possibile all’inizio dei lavori. È un lavoro importante, chiaramente con tutte le questioni e anche le problematiche di quando si fanno appalti di questo genere. Però avere le risorse a disposizione è un punto fondamentale. Senza questo non si potrebbe ragionare dell’argomento”. Ma se il sindaco Rossi, con tutte le cautele del caso, vede la luce in fondo al tunnel, anzi ne vede… 9, grazie allo stanziamento regionale che mette, appunto, a disposizione le risorse necessarie, e di solito succede che i comitati locali lamentino stanziamenti insufficienti, in Val d’Orcia succede che un Comitato Locale e alcuni esponenti dell’opposizione nel consiglio provinciale, ritengano che l’impegno do spesa previsto e deliberato dalla Regione Toscana sia addirittura esagerato, sostenendo che “il ponte sull’Orcia (ex ponte Nove Luci) può essere realizzato in tempi brevi e con costi molto inferiori”.  Come? utilizzando una soluzione che a Regione Toscana ha già utilizzato con successo in altri territori. La soluzione di un “ponte Bailey in acciaio”. E chi propone questa ipotesi, cita a mo’ di esempio quelli realizzati nei pressi di Livorno e anche in Val di Paglia. Quello di Livorno, simile per dimensioni e struttura al Ponte a Nove luci sull’Orcia sarebbe costato non più di 800 mila euro. 

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“Perché dobbiamo attendere altri anni e sopportare limitazioni e sacrifici? Perché spendere 13 milioni quando è dimostrato che per realizzare il ponte sull’Orcia ne servono molti di meno? Queste domande le porremo dopo le festività al Presidente della Provincia, al Presidente Giani e ai Consiglieri regionali e ai nostri Sindaci di Pienza e Castiglione d’Orcia”, scrivono I consiglieri Catia Prezzolini, Evelise Di Donato e Giuseppe Antipasqua del comitato “Presenza Attiva” i quali ritengono che la soluzione ponte in acciaio farebbe risparmiare non solo soldi, ma anche tempo, e consentirebbe di “impiegare buona parte delle risorse stanziate dalla Regione (i 13 milioni, ndr)  per migliorare le reti stradali e altre urgenti manutenzioni inerenti la sicurezza delle infrastrutture”. Non sappiamo se sia in assoluto la prima volta che dei cittadini ritengono un impegno di spesa deciso dalle istituzioni troppo elevato rispetto alle reali necessità per un’opera comunque attesa, come è il ponte sull’Orcia, e sulla cui ricostruzione sono tutti d’accordo. Di sicuro è un fatto inusuale. E per questo merita una valutazione seria.

A proposito di ponti e viadotti interrotti, ricordiamo il viadotto Ribussolaia di Chianciano, chiuso al traffico, per criticità strutturali, nel 2018, dopo il crollo del Ponte Morandi. Anche il viadotto chiancianese dovrebbe /avrebbe dovuto essere abbattuto e ricostruito di sana pianta. Ma dopo 6 anni e qualche mese di cantieri ancora nemmeno l’ombra. Sono in dirittura d’arrivo invece i lavori al Cavalcaferrovia di Ponticelli, nel comune di Città della Pieve, il semaforo provvisorio che regola il transito rimane rosso anche per 8-10 minuti, che quando sei alla guida vengono percepiti come un’eternità. Per fortuna è inverno e gli automobilisti tengono i finestrini chiusi, se no le bestemmie le sentirebbero anche a Fabro Scalo.

La struttura ha più o meno gli stessi anni del cavalcaferrovia di Chiusi Scalo (quello che porta in Umbria e dall’Umbria alla cittadina etrusca), poco meno di 40. Molti si chiedono se non sia il caso di dare un’occhiata anche a quello, su cui il traffico è piuttosto consistente e continuo. Negli ultimi anni sono stati “attenzionati” e rimossi alcuni pannelli di rivestimento ammalorati che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per chi vi passa sotto (da lì si accede ad una grossa azienda che roduce traversine ferroviarie e al Sentiero della Bonifica, pista pedonale e ciclabile molto frequentata in tutti i periodi dell’anno. Ma i pilastri e la struttura portante, dopo 40 anni (fu inaugurato nel 1986) sono in piena efficienza?

m.l.





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