Le regole valide nel 2025 per l’accesso alla pensione di vecchiaia non hanno subito sostanziali cambiamenti.
Anche nel 2025, infatti, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento di 67 anni d’età e con almeno 20 anni di contributi versati.
In questo articolo vi spieghiamo cos’è e come funziona la pensione di vecchiaia nel 2025, qual è l’importo, quando si ottiene, quali sono le novità sull’importo e come richiederla.
COS’È LA PENSIONE DI VECCHIAIA
La pensione di vecchiaia è una prestazione previdenziale che viene erogata a chi ha raggiunto i requisiti di età e i requisiti contributi necessari per accedere al pensionamento. In Italia viene concessa al compimento dei 67 anni di età e al possesso di almeno 20 anni di contributi.
Tuttavia, questi limiti possono variare in determinati casi. Infatti, la Legge Fornero e successivamente la Legge di Bilancio 2024, nonché la Legge di Bilancio 2025 e la connessa riforma pensioni 2025, hanno modificato questo tipo di trattamento a più riprese.
Per questo motivo possiamo parlare di “pensioni di vecchiaia” al plurale, poiché le regole possono cambiare a seconda dei soggetti interessati, così come l’importo spettante.
Vediamo quindi nel dettaglio come sapere quanto si prende con la pensione di vecchiaia nel 2025.
IMPORTO PENSIONE DI VECCHIAIA NEL 2025
L’importo della pensione di vecchiaia nel 2025 varia a seconda dei contributi versati, del sistema di calcolo applicabile (retributivo, contributivo o misto), del tipo di attività svolta e del reddito del pensionato.
Ogni anno, la pensione poi, viene rivalutata in base all’inflazione.
Quello che sappiamo per certo è che è previsto un aumento dell’importo spettante a partire dal 1° Gennaio 2025, in linea con l’adeguamento all’inflazione, pari a +0,8%.
È possibile utilizzare “PensAMi,” il simulatore INPS per la pensione, o il servizio INPS “Pensione Futura” per calcolare l’importo specifico della propria pensione. Si può accedere al servizio tramite questa pagina e autenticandosi con SPID, CIE o CNS.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 ha stabilito che:
- l’importo delle pensioni minime è stato fissato nel 2025 a 616,67 euro (anche se INPS non ha ancora reso nota la cifra ufficiale rispetto ai 598,61 euro mensili del 2024);
- c’è un aumento di 8 euro mensili delle maggiorazioni sociali per i pensionati in condizioni disagiate e i ciechi titolari di pensione di età pari o superiore a 70 anni, gli invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti. Per l’anno 2024, il limite di reddito personale per avere diritto a questo trattamento era pari a 6.947,33 euro (per le coppie13.894,66 euro), mentre non sono stati ancora resi noti gli importi 2025, anche se si prevede un aggiornamento in base all’inflazione. INPS renderà note tabelle ufficiali del 2025 a breve e noi, vi aggiorneremo.
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Intanto, scopriamo quando si ha diritto alla pensione di vecchiaia.
QUANDO SI HA DIRITTO ALLA PENSIONE DI VECCHIAIA
Si ha diritto alla pensione di vecchiaia nel 2025 al raggiungimento dell’età di almeno 67 anni e 20 anni di contributi versati, sia per uomini che per donne.
Inoltre, se si svolge un lavoro dipendente, per ottenere la pensione è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa, mentre non è richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo o parasubordinato.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni sul diritto alla pensione che dipendono dal fatto che il soggetto abbia versato contributi prima del 31 Dicembre 1995 oppure a partire dal 1° Gennaio 1996. Scopriamo i dettagli.
1) LAVORATORI CON CONTRIBUTI PRIMA DEL 1° GENNAIO 1996
I lavoratori con contributi prima del 1° Gennaio 1996, cioè che hanno versato contributi fino al 31 Dicembre 1995 e che quindi rientrano nel regime retributivo con liquidazione della pensione tramite il sistema misto, possono accedere alla pensione di vecchiaia con i seguenti requisiti:
- almeno 67 anni d’età, da adeguare agli incrementi della speranza di vita dal 2027;
- almeno 20 anni di contributi, considerando tutta la contribuzione versata o accreditata (da lavoro, tramite riscatto contributi pensione, volontaria e figurativa).
Tuttavia, ai sensi del Decreto Legislativo 503 del 1992, in deroga al principio generale, per le seguenti categorie di lavoratori è sufficiente un’anzianità contributiva minima di 15 anni:
- lavoratori dipendenti e autonomi che al 31 Dicembre 1992 hanno maturato 15 anni di anzianità contributiva;
- lavoratori dipendenti (eccetto gli iscritti alla gestione esclusiva) e autonomi ammessi alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 31 Dicembre 1992;
- lavoratori dipendenti (eccetto gli iscritti alla gestione esclusiva) con anzianità assicurativa di almeno 25 anni, che risultano occupati per almeno 10 anni, anche non consecutivi, per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare.
2) LAVORATORI CON CONTRIBUTI VERSATI DOPO IL 1° GENNAIO 1996
Nel caso invece, di lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° Gennaio 1996, conseguono il diritto alla pensione di vecchiaia al raggiungimento di:
- 67 anni di età, da adeguare alla speranza di vita dal 1° Gennaio 2027;
- almeno 20 anni di contributi, a condizione che l’importo della pensione sia almeno pari all’importo dell’assegno sociale, che nel 2024 ammonta a 534,41 euro e alla cifra pari a 538,68 euro circa nel 2025
In alternativa, dal 2019, indipendentemente dall’importo della pensione raggiunto, questi lavoratori possono accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età (da adeguare alla speranza di vita dal 1° Gennaio 2027) con soli 5 anni di contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria, o riscattata, escludendo la contribuzione accreditata figurativamente).
QUAL È LA DIFFERENZA TRA PENSIONE DI VECCHIAIA E DI ANZIANITÀ
La pensione di vecchiaia e la pensione di anzianità sono spesso confuse, ma si tratta di due misure diverse, infatti:
- la pensione di vecchiaia è accessibile a tutti coloro che raggiungono età anagrafica minima e anzianità contributiva previsti dalla legge. È una forma di pensionamento ancora in vigore, a cui è possibile accedere al raggiungimento di almeno 67 anni di età;
- la pensione di anzianità è stata invece abolita per la maggior parte dei lavoratori con la riforma Fornero. A oggi è disponibile solo per chi è stato ricompreso all’interno delle varie salvaguardie della Legge Fornero, parliamo dei cosiddetti esodati. La pensione di anzianità, a differenza di quella di vecchiaia, imponeva il raggiungimento delle cosiddette “quote” derivanti dalla somma dell’anzianità anagrafica e anzianità contributiva.
PENSIONE DI VECCHIAIA SENZA CONTRIBUTI
Ci sono diverse opzioni per ottenere una pensione senza contributi o con contributi minimi.
Queste includono:
- l’assegno sociale, che è una forma di pensione assistenziale concessa a chi ha compiuto 67 anni. Vale per chi è in difficoltà economiche, rispettando specifici requisiti di reddito;
- il Fondo Pensione Casalinghe, che permette a chi si dedica ai lavori domestici di versare contributi volontari all’INPS per garantire una pensione. Se volete sapere quali sono i requisiti e gli importi per la pensione di casalinga, vi consigliamo di leggere questo approfondimento;
- l’Assegno di Inclusione per gli over 67. Parliamo di una versione rinnovata della pensione di cittadinanza, con un importo massimo di 682,5 euro al mese più un contributo per l’affitto.
Inoltre ricordiamo che, grazie alla Legge Amato – Legge 30 Luglio 1990, n. 218 – ancora oggi valida, è possibile accedere al pensionamento di vecchiaia con 15 anni di contributi purché il soggetto dimostra di aver avuto una carriera frastagliata e discontinua. A tal proposito, vi consigliamo di leggere l’articolo sulla pensione con soli 15 anni di contributi.
Mettiamo a vostra disposizione poi, anche la nostra guida che espone tutte le possibilità di pensione con soli 5 anni di contributi versati.
QUANDO E COME FARE DOMANDA
La domanda per la pensione di vecchiaia può essere presentata al raggiungimento dei requisiti previsti tramite il sito INPS, seguendo la procedura spiegata in questo articolo.
È possibile presentare domanda nel 2025 in anticipo rispetto al conseguimento dei requisiti, ma comunque non più di 3 mesi prima della decorrenza del trattamento.
NOVITÀ 2025
La Legge di Bilancio 2025 e la riforma delle pensioni 2025 introducono una novità importante per i dipendenti pubblici che hanno raggiunto i requisiti di età e contributivi per l’accesso alla pensione di vecchiai nel 2025. Ovvero, la possibilità di prolungare il servizio oltre l’età pensionabile di 67 anni, fino a un massimo di 70 anni, previa concordanza con l’amministrazione pubblica di appartenenza.
Questa misura riguarda però un numero limitato di lavoratori, che rientrano entro una quota massima del 10% rispetto alle facoltà assunzionali annualmente autorizzate, cioè il numero massimo di nuove assunzioni che un’amministrazione può effettuare in un determinato periodo, in base alle risorse disponibili e alle direttive del Governo.
Inoltre, se il lavoratore decide di proseguire l’attività lavorativa oltre i requisiti pensionistici, i contributi previdenziali che normalmente sarebbero stati versati all’ente previdenziale (come l’INPS) dal lavoratore e dal datore di lavoro, verranno direttamente corrisposti al lavoratore in busta paga, come una forma di compensazioni.
Per le amministrazioni pubbliche, questa misura permette di mantenere esperti qualificati nel proprio organico, senza dover affrontare nuovi costi di assunzione, in quanto il personale esperto potrebbe proseguire nelle proprie mansioni per alcuni anni in più.
LA GUIDA ALLA RIFORMA PENSIONI
Per approfondire, vi consigliamo di leggere l’articolo sulla riforma pensioni 2025, inglobata nella Legge di Bilancio 2025.
ALTRI APPROFONDIMENTI E AGGIORNAMENTI
Mettiamo a vostra disposizione l’approfondimento sull’aumento delle pensioni nel 2025 e la guida con tutte le opzioni attive per sapere quando andare in pensione e con quali requisiti.
Da leggere anche l’articolo sulla pensione di Gennaio 2025.
In questa pagina trovate infine tutte le novità, le notizie e gli approfondimenti sul mondo delle pensioni.
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