la crisi minaccia l’inizio dell’anno in Friuli

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


FRIULI – Non tutti i cancelli delle aziende del Friuli occidentale si riapriranno il 7 gennaio per la ripresa dell’attività produttiva dopo lo stop per le festività natalizie. Alcune aziende ripartiranno solo il 13, in alcune si ripartirà ma con il freno a mano tirato, ovvero utilizzando gli ammortizzatori, su tutte l’incertezza data dai fattori noti: i conflitti, la crisi dell’automotive, la crisi dell’elettrodomestico, la contrazione dei consumi nell’arredo. Fattori che riverberano, anche in modo pesante, i propri effetti sulle nostre imprese.


Elettrodomestici

Il Friuli occidentale ha la manifattura nel suo Dna, nell’artigianato evoluto in grande industria c’è la sua storia. Elettrodomestici e mobili i due grandi settori di riferimento dai quali sono nate, per gemmazione, centinaia di piccole e medie imprese attive nei più diversi comparti, ai quali affiancare la vitivinicoltura, con il leader mondiale delle barbatelle e la più grande cantina vinicola regionale.

Se questo è il contesto, non stupisce la sofferenza – per ora non grave ma pur sempre di sofferenza si tratta – delle aziende. La produzione industriale è infatti in contrazione dal lontano febbraio 2023, quasi due anni di segni meno davanti al relativo indicatore. A determinare il trend, come sappiamo, l’automotive, investito da un percorso spinto verso la transizione green frenato dal mercato – che di auto elettriche evidentemente non ne vuole sapere – e anche dalla tecnologia che, solitamente, riduce i costi e aumenta l’efficienza, cosa che al momento non è ancora accaduta. E se è pur vero che qui non abbiamo produttori finali di auto, è altrettanto vero che abbiamo – e molti – produttori di componenti costretti a frenare la produzione di fronte ad una domanda al ralenti.

Se parliamo di elettrodomestici abbiamo qui, invece, uno dei pochi grandi produttori europei che sconta un mix di fattori negativi. Penalizzato nella ripresa post Covid dalla carenza di componenti, poi dalla concorrenza dal Far East, poi dalla contrazione dei consumi, il Gruppo Electrolux ha iniziato il 2025 con il cambio del Ceo. Dall’1 gennaio alla guida c’è infatti Yannick Fierling che ha preso il posto di Jonas Samuelson, e c’è comprensibile attesa di capire quali saranno le nuove strategie per un gruppo radicato a Porcia che conta 5 stabilimenti e circa 4.500 dipendenti in Italia, in cui – ad eccezione di Susegana – si fa un importante ricorso agli ammortizzatori sociali. La crisi è di settore, come dimostra anche la vicenda Beko con le annunciate chiusure di stabilimenti e riduzione dell’occupazione della ex Whirlpool rilevata dalla società turca. E resta l’incognita “cessione” per la multinazionale svedese, che è pur sempre un’opzione.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

La meccanica

Altro sottosettore manifatturiero importante per il territorio, la meccanica declinata in macchine utensili, macchine per l’agricoltura, macchine tessili.

Su questo comparto hanno pesato, e continuano a pesare, soprattutto le crisi geopolitiche che hanno inibito mercati di sbocco dell’export pordenonese. Sul fronte mobile-arredo, i più recenti dati sull’export vedono il Friuli occidentale in ripresa, con una variazione positiva delle vendite all’estero soprattutto per le aziende che hanno puntato su mercati d’oltre oceano, perché l’Europa resta stagnante. E l’export, lo ricordiamo, è da sempre uno dei punti di forza delle aziende pordenonesi, a parziale compensazione di un mercato interno asfittico. Le prospettive per l’anno appena iniziato non sono particolarmente brillanti.

«Temiamo – è la considerazione di Simonetta Chiarotto, segretaria della Fiom Cgil – sarà un anno di stagnazione. Fino ad ora tutti gli incontri avuti con le aziende confermano una visibilità limitata che a volte non arriva a due mesi».

E confermati gli scenari «con i conflitti ancora in atto, l’incognita automotive, le difficoltà dell’elettrodomestico, è difficile immaginare un anno di crescita», conclude Chiarotto. In attesa dei dati definitivi sull’utilizzo degli ammortizzatori, gli ultimi noti, che si fermano a settembre, segnano una crescita importante della cig, sia ordinaria che straordinaria, e un’impennata di richieste registrata a dicembre con orizzonte 2025, a conferma del sentiment non positivo con cui si è chiuso il ’24 e con cui si è iniziato a guardare al ’25. 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link