ISEE e cartelle esattoriali, ecco come si azzerano i debiti

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Il 2024 lascia il posto al 2025 e, da gennaio, cambiano diverse cose sulle cartelle esattoriali. Nel 2024 il governo ha, come sempre, varato la legge di Bilancio e il decreto Fiscale, validi dal primo gennaio 2025. Ma da questi due provvedimenti, sulle cartelle, nulla di nuovo è stato introdotto.

Nessuna rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali è stata sfornata dal governo Meloni. Se ne riparlerà nel corso del 2025, quando la Lega di Matteo Salvini ha promesso di tornare alla carica con una proposta ad hoc per la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali.

Nel 2024, però, il governo ha varato anche una nuova riforma della riscossione. E in questo provvedimento due sono le grandi novità: la prima è la cancellazione automatica delle cartelle più vecchie di 5 anni per contribuenti insolvibili, che il concessionario avvierà immediatamente; la seconda sono le rateazioni ordinarie più lunghe. Ed è proprio di questo che si occupa il nostro focus odierno.

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“Buongiorno, sono un contribuente che ha oltre 20.000 euro di cartelle esattoriali. Ho ricevuto a metà dicembre il preavviso di fermo amministrativo. Vorrei risolvere il debito e ho aspettato l’anno nuovo, perché pare che ci siano maggiori possibilità di ottenere dilazioni sui debiti. Ma non ho capito bene come devo fare a chiedere 120 rate mensili di rateizzazione. Premetto che dal mese di febbraio 2024 ho perso il mio lavoro e sono praticamente senza reddito. Che agevolazioni ci sono per chi è in grave crisi come me?”

ISEE e cartelle esattoriali, ecco come si azzerano i debiti

Per le cartelle esattoriali, una grande novità introdotta dalla riforma della riscossione è l’estensione del numero di rate massimo fruibili per fare pace con la riscossione. Ciò che oggi arrivava a massimo 6 anni passa a 7 anni. In pratica, da 72 rate al massimo, l’Agenzia delle Entrate Riscossione, nel 2025, potrà concederne 84.

L’aumento del numero massimo di rate è progressivo. Infatti, la riforma prevede step biennali.

Dopo il passaggio da 72 a 84 rate per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026, si passerà a 96 rate per il biennio 2027-2028 e a 108 rate per il biennio 2029-2030, per arrivare, come da progetto finale, nel 2031 alle fatidiche 120 rate.

I 10 anni di dilazione, con 120 rate mensili, sono ciò che già oggi possono sfruttare alcuni contribuenti, parliamo di chi versa in una situazione di grave crisi economica e può dimostrare di trovarsi in tale condizione.

Rate, cartelle esattoriali e regole riscritte nel 2025

Naturalmente non sempre il numero massimo di rate può essere concesso dopo la richiesta di un contribuente. Per esempio, esiste il tetto minimo dell’importo di ciascuna rata, che non può essere inferiore a 50 euro. Inoltre, ci sono varie situazioni oggettive che l’Agenzia delle Entrate Riscossione valuta nel momento in cui approva un piano di dilazione.

In parole povere, l’ultima parola spetta sempre al concessionario. Tuttavia, è vero che per le rate ordinarie fino a 84, non è necessaria alcuna particolare documentazione. E così sarà anche per le 96 rate richiedibili dal 2027, per le 108 rate del biennio successivo e per le 120 rate finali che diventeranno la regola dal 2031.

Oggi, però, chi come il nostro lettore ambisce alle 120 rate, deve presentare opportuna documentazione all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

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Ecco i documenti a prova del calo reddituale e patrimoniale subito negli ultimi tempi

Se il debitore è un’impresa, occorre presentare i libri dell’attività, a partire dal bilancio, per dimostrare che la situazione non è ottimale dal punto di vista finanziario. Se invece il debitore è un contribuente ordinario (cioè un privato cittadino), serve l’ISEE.

Con l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, il contribuente può dimostrare la difficoltà economica da cui scaturisce la richiesta del numero più elevato di rate. Il problema principale, però, riguarda l’anno di riferimento dell’ISEE. Per ottenere l’ISEE, il contribuente deve presentare una sorta di autodichiarazione, la DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica).

Ed è grazie a questa dichiarazione che si ottiene l’ISEE. Tuttavia, i dati inseriti nella DSU sono quelli relativi all’anno 2023.

L’ISEE 2025, infatti, fa riferimento ai redditi del 2023, nonché alle dotazioni immobiliari e mobiliari al 31 dicembre 2023.
Chi nel 2023 viveva una condizione reddituale e patrimoniale migliore avrà un ISEE piuttosto elevato, rischiando di vedersi respinta la richiesta di 120 rate sulle cartelle esattoriali, o quanto meno di doverne ottenere molte meno.

ISEE ordinario ed ISEE corrente, anche per le cartelle esattoriali la differenza può essere notevole

Una soluzione che crediamo possa essere utile a molti è l’ISEE corrente. In presenza di situazioni reddituali e patrimoniali peggiorate drasticamente negli ultimi mesi, o a partire da una data successiva al 31 dicembre 2023, i contribuenti possono richiedere questa versione di ISEE.

Con l’ISEE corrente, infatti, l’interessato dichiara i dati reddituali e patrimoniali più recenti rispetto a quelli della normativa ordinaria (per il patrimonio è possibile solo da aprile di ogni anno).

L’ISEE corrente risulta spesso più basso, ed è anche più aderente alla reale situazione di crisi da cui parte la richiesta di rateizzazione massima.

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Per il momento le 120 rate sono da richiedere in maniera particolare

In sostanza, nel 2025 si potranno richiedere fino a 84 rate mensili per la rateizzazione delle cartelle esattoriali, senza necessità di documentazione aggiuntiva.

Invece, per ottenere 120 rate, è necessario dimostrare di non godere di una condizione economica e reddituale vantaggiosa. Una situazione che, col tempo, dovrebbe risolversi, poiché dal 2031 probabilmente chiedere 120 rate mensili sarà più semplice, come previsto dalla riforma della riscossione introdotta dal governo.

Al nostro lettore, quindi, confermiamo che per usufruire del massimo piano di dilazione, se 84 rate mensili non bastano, deve attivarsi come spiegato sopra. Perché tra ISEE ordinario e ISEE corrente, anche per le cartelle esattoriali, la differenza può essere davvero notevole.



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