Zaia: «Sull’autonomia il Veneto è pronto ad andare da solo»

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Per lui è la battaglia di tutte le battaglie. Tanto più ora, dopo risultati raggiunti – la riforma Calderoli sull’autonomia differenziata è legge – ma anche nuovi ostacoli sul cammino. Cioè lo spauracchio del referendum abrogativo dopo il via libera della Cassazione che lo ha dichiarato legittimo. E si attende l’esame definitivo che spetta alla Corte Costituzionale. Quindi Luca Zaia, presidente leghista della Regione da 14 anni, ora affonda il colpo. Senza mezze misure: «In ogni caso sull’autonomia il Veneto è pronto ad andare da solo».

Presidente Zaia, dov’è il boccino sull’autonomia?

Credo si debba guardare oltre l’orizzonte, perché il dibattito sta diventando stucchevole, in un Paese dove una parte della popolazione non vuole accettare la riforma dell’autonomia. Allora io mi richiamo a un passaggio del mio ultimo libro “La rivoluzione necessaria”.

Cioè?

L’autonomia o la fai per scelta o per necessità. Noi stiamo imboccando questa strada. Viviamo in un Paese a due velocità, con disuguaglianze, con tremila miliardi di debito pubblico. Un Paese che vede gente fare le valigie per andare a curarsi fuori regione. L’autonomia quindi è una delle grandi riforme. Ma mi chiedo una cosa.

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Che cosa?

Se si fa questo dibattito sull’autonomia vorrei capire che cosa succederà fra qualche settimana quando ci sarà il federalismo fiscale da applicare obbligatoriamente, per un accordo con l’Europa. E molte altre riforme.

Dove andrà il referendum?

Ma lei come intende muoversi in questa fase?

C’è la stagione dei ricorsi, sull’autonomia, dove i ricorrenti, cioè i proponenti del referendum abrogativo, sono gli stessi che tentarono di fermare il nostro referendum consultivo in Veneto del 2017, creato con la legge del 2014. Penso che le dinamiche e le “liturgie” della legge vadano rispettate, perché siamo in democrazia. Dopo di che vedremo se questo referendum passerà alla Corte Costituzionale. Noi ci siamo costituiti contro.

E dopo?

Vorrei anche ricordare che questo referendum abrogativo è contro la legge Calderoli, varata con grande senso di rispetto e disponibilità nei confronti del dibattito parlamentare. E non c’è scritto da nessuna parte che bisogna fare una legge, per avere l’autonomia differenziata.

Quindi?

Noi andiamo comunque avanti, sull’autonomia, per rispetto delle libertà di tutti. Ma vederla come il male dei mali significa avere poco rispetto dei cittadini.

Poniamo che si realizzi quella che per lei sarebbe la peggiore delle ipotesi, e cioè che si arrivi a votare per il referendum. Lei che cosa farà?

La legge non ci impedisce di andare avanti, ribadisco. Dopo di che ho qualche dubbio che, nel caso il referendum fosse autorizzato, chi non vuole l’autonomia trovi i voti per vincere, e ci vorrà il quorum del 50 per cento più uno degli italiani al voto. Qualcuno si è indignato perché ho detto che i voti se li vadano a cercare…Ma ricordo che al referendum consultivo sull’autonomia del Veneto del 2017 io inserii il quorum obbligatorio come grande atto di responsabilità, e i «Sì» arrivano al 98,8 per cento. E chi era contrario se ne stette a casa per evitare di raggiungere il quorum e per fare andare a casa Zaia.

L’avversione per l’autonomia

Ma perché c’è ancora tanta avversione per l’autonomia?

Il problema non è in Veneto. Io potrei rispondere con le parole di Napolitano: “L’autonomia è una vera assunzione di responsabilità”. Questo quindi è un Paese che deve decidere se deve diventare responsabile o no. Chi dipinge l’autonomia soltanto come la secessione dei ricchi o il peggiore dei mali, è in malafede. Dopo di che c’è una narrazione contro l’autonomia che è vergognosa.

A che cosa si riferisce?

Il mio libro che analizza e racconta il percorso e i dettagli sull’autonomia è uscito il 12 novembre scorso. Non ho ancora visto uno di questi benpensanti che mi abbia contestato una riga. Poi, visto che loro, e mi riferisco alla sinistra, dichiarano di essere sempre stati autonomisti e federalisti – la sinistra predicò ante litteram il federalismo perché era la soluzione, in passato, contro il nazifascismo e il centralismo – e a loro non va bene questa autonomia, chiedo ufficialmente: perché ancora non hanno presentato pubblicamente una loro controproposta alla legge Calderoli?.

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Gli sconti per la Pedemontana Veneta

Cambiamo argomento. E andiamo sulla Pedemontana Veneta: che cosa si aspetta dagli sconti applicati al traffico locale, per percorrerla? Forse maggiore traffico in grado di compensare le tariffe più basse per i tratti brevi?

No, la manovra è pensata per aiutare il traffico leggero locale ma senza per forza dover prevedere un aumento dello stesso. Quello che perderemo nel piano economico, difficilmente riusciremo a recuperarlo con un aumento importante e immediato dei veicoli. Perché se si pratica lo sconto del 60%, vuol dire avere almeno il 60% di traffico in più che percorre le stesse tratte. E non è realistico. Però, siccome la Spv sta andando molto bene e si sta snellendo il traffico pesante, abbiamo pensato di agevolare un po’ lavoratori e famiglie. E aggiungo un aspetto.

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Quale?

Siamo solo a sette mesi di esercizio, della Pedemontana Veneta, e dobbiamo arrivare a un anno almeno per avere una minima indicazione. La Spv ha un piano di 39 anni, con un passivo previsto nei primi nove.

Le olimpiadi di Cortina dietro l’angolo

Tra un anno Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina, con cerimonie finale e iniziale in Arena. Al di là dei cantieri, da 20 milioni, per rendere accessibili a tutti l’Arena e altre zone limitrofe, auspica anche che la città indossi una “veste olimpica” con bandiere, striscioni?

Sì, ma arriveranno e ci sarà un lavoro d’immagine molto coordinato. La gente capirà quale visibilità avrà la città, con 3,5 miliardi di telespettatori. Fu mia l’idea di portare le cerimonie anche a Verona, che non ha nulla di sport invernali. Preciso, visto che ci si lamenta del settore pubblico, che tutto il lavoro per le Olimpiadi è pubblico.

Come procedono i lavori, in Veneto?

Benissimo, e mi riferisco a quelli funzionali alle Olimpiadi. A marzo il collaudo del bob. Altre opere, come la variante di Cortina, arriveranno dopo, ma è finanziata. Le Olimpiadi ci portano investimenti per 1,8 miliardi, che nessun Governo avrebbe messo. Dall’altra parte uno studio di università ci ha detto che porteranno 1,5 punti di Pil e Banca Ifis ha detto che le Olimpiadi portano un valore di 5,5 miliardi.

Ci sarà l’election day?

Data delle elezioni regionali, in teoria nel 2025, ma gira l’ipotesi di election day con i Comuni nel 2026: ha sentore di novità?

No. Ma trovo atipico, irrituale e anomalo che questo Paese blocchi i mandati ad alcuni sindaci e ad alcuni presidenti di Regione. Quindi io capisco l’imbarazzo di gente che mi chiede di potermi votare, ma d’altra parte c’è una legge che il Governo non vuole modificare.





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