Tornano ad aumentare le vittime della strada e la Granda non ha soldi per le manutenzioni – Lavocedialba.it

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Dodici mesi fa salutavo il calo di vittime sulla strada nel 2023 con il dato più basso degli ultimi trent’anni in provincia di Cuneo: 29 deceduti. Un numero enorme in ogni caso, un pedaggio enorme che paga la nostra provincia, ma in forte calo rispetto al passato. 
Nel 2024 il numero di morti sulle nostre strade è tornato a crescere e il 2024 si è chiuso con la triste conta di 33 vite perse sulle strade della Granda.

Quattro in più rispetto all’anno precedente, ma comunque in linea con una tendenza alla diminuzione di vittime ben sotto le 45 di media degli ultimi venticinque anni, grazie, anche a macchine sempre più sicure con le case automobilistiche che hanno smesso di investire in inutili prestazioni puntando sulla sicurezza del passeggero.

Rimane un tema pressante di manutenzione delle strade della nostra Provincia, quella con la rete viaria più vasta con una imponente rete di oltre 3.200 km di strade su un territorio molto vasto, policentrico e che conta 247 Comuni di cui tanti dislocati in località di montagna e collinari.

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Una rete che meriterebbe manutenzioni costanti e che invece vede le risorse statali ridotte al lumicino e ulteriormente tagliate, come ha ricordato, tra il disperato e il rassegnato, il presidente della Provincia Luca Robaldo. 
Quando si cercano soldi, i Governi, tagliano alle Province, a cui è rimasta la competenza su strade e scuole superiori, non aspetti di poco conto, da gestire per l’ente provinciale con risorse risicate e grandi salti mortali.
Il rischio è che senza manutenzioni e senza una autostrada la cui prima assegnazione dei lavori data 1988, quando il presidente della Provincia aveva tre anni e sfrecciava in triciclo, il numero di incidenti possa tornare ad aumentare e questo sarebbe imperdonabile per un governo che mentre taglia fondi alle province inasprisce le pene del codice della strada con norme punitive e poco educative i cui effetti vedremo nel corso del tempo.

Nello specifico, come sottolinea il report della Provincia nel corso del 2024 ci sono stati 20 morti in auto, 5 in moto, 3 pedoni, 2 bici, 2 in camion e 1 trattore. I mesi peggiori sono stati quelli primaverili (10 morti tra aprile e maggio) e in estate solo luglio con 5 morti, mentre giugno è stato l’unico senza decessi.

I mesi invernali sono stati quelli che hanno registrato meno incidenti, a conferme del fatto che il maltempo e la neve non sono le prime cause anche perché si limitano gli spostamenti e aumenta il grado di attenzione. È forse proprio quest’ultima a incidere oltre all’eccessiva di velocità e le alterazioni psicofisiche.
 

Il dato dell’anno scorso era il migliore di sempre, dal 1998, da quando la provincia ha avviato il monitoraggio delle vittime della strada con il report ricavato dai giornali del territorio.
Se il 2023 era stato l’anno con meno vittime della strada nel 2022 erano stati ben 47 i morti sulle strade della Granda. 
Erano stati 23 i morti in auto, 5 i pedoni, 17 in moto, 1 in bici e 1 in quad. Il mese peggiore era stato agosto con 9 morti, di cui 7 motociclisti.
La differenza l’hanno fatta i morti in moto, mai così pochi nel 2023 e nel 2024 con una tendenza che speriamo possa essere confermata.
Nel 2021 era andata ancora peggio con 48 morti sulle strade della nostra Provincia. Nel 2020 erano stati 38, un dato comunque altissimo se si pensa che per sei mesi sono stati impediti o comunque molto limitati gli spostamenti. 
Fino al 2016 la tendenza era stata a un miglioramento con il record di “soli” 33 morti. In quel caso la rondine non fece primavera perché l’anno successivo le vittime della strada furono 59, il numero peggiore degli ultimi anni, per poi scendere nuovamente e attestarsi a 44 nel 2018 e nel 2019.
 

Sono stati comunque molti i passi fatti, a partire dalla maggiore attenzione per i test contro l’abuso degli alcolici alla guida. Basti pensare che nel 1998 le vittime della strada furono ben 138, nel 1999 poco meno, ben 125, tre in meno (122) l’anno successivo. 
Si è tornati a scendere (115) nel 2001, 116 nel 2002, lo stesso numero nel 2003. L’introduzione della patente a punti con i maggiori controlli delle forze dell’ordine, il miglioramento della tecnologia sulle automobili hanno permesso di ridurre, oltre a un terzo le vittime: gli schianti mortali sono così scesi a 105 nel 2004 e per la prima volta sotto i cento nel 2005 con 83 morti.  Il calo è continuato nel 2006 con 71 morti, nel 2007 sono stati 78, 72 nel 2008, per scendere a 57 nel 2009 e risalire a 68 nel 2010. La tendenza in discesa è proseguita negli ultimi dieci anni, ma, come dicevamo, soltanto in un caso il dato è passato sotto la soglia dei 40 morti all’anno, come dicevamo, nel 2016 con 33.

In 26 anni sulle strade della Granda si sono perse 2.000 vite, l’equivalente della popolazione di un paese come quello in cui vivo: Priocca. Un paese spazzato via in un quarto di secolo.
Le cause di questi numeri? In base ai dati della provincia, le distrazioni o quelle che normalmente definiamo “imprudenze”: l’uso dei cellulari, la velocità troppo elevata, le precedenze, i sorpassi. In misura minore, ma in ogni caso consistente, gli stati di ebbrezza ed effetto stupefacenti. Vedremo ora quali saranno gli effetti del nuovo codice della strada.





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