Sergio Saggini: “I dati della Cassa edile registrano 881 imprese nel 2024 contro 869 del 2023…”

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Bilanci – Economia – Intervista al presidente Ance: “Sostanzialmente i dati sono stabili e quindi le nostre imprese, almeno per il 2024, hanno tenuto”

Viterbo – “I dati della Cassa edile registrano 881 imprese nel 2024 contro 869 del 2023”. Occupazione, edilizia provata e aumento della richiesta delle case in affitto: intervista al presidente Ance Sergio Saggini.


Sergio Saggini

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Questo anno è stato eletto presidente Ance. Non è nuovo del settore, possiamo fare un bilancio del settore? Qual è l’andamento?
“Sono stato eletto nel bel mezzo della “tempesta” di fine dei bonus edilizi – dice Saggini – e quindi in un momento di forte incertezza. Il 2024 era ritenuto da molti un anno già critico per il calo degli investimenti nel settore. Invece, con riferimento alla nostra provincia, il 2024 ha registrato un andamento in linea con il 2023, anzi leggermente in crescita.

I dati della Cassa edile registrano 881 imprese nel 2024 contro 869 del 2023 e una massa salari pari a 43.601.783 euro contro 43.536.995 del 2023. Sostanzialmente i dati sono stabili e quindi le nostre imprese, almeno per il 2024, hanno tenuto.

Questo è dovuto alla “coda” del 110%, anche se depotenziato e privato del fondamentale strumento dello sconto in fattura, ai cantieri Pnrr, importantissimi anche per l’economia locale e al mercato delle nuove costruzioni che ancora risulta vivace”.

Parlando invece dell’aspetto occupazionale. Si conferma la crescita dello scorso anno?
“Anche l’occupazione è rimasta stabile con 4.889 lavoratori del settore contro i 4.667 dello scorso anno, quindi leggermente in aumento. Il bilancio tra licenziamenti e assunzioni è positivo e, quindi, anche in caso di perdita del lavoro, gli addetti sono riusciti a ricollocarsi, mostrando quindi una dinamicità del settore e una richiesta di manodopera specializzata”.

Cosa possiamo dire dell’edilizia privata?
“L’edilizia privata è uno dei pilastri della nostra economia locale, insieme al settore dei lavori pubblici (Pnrr in questo momento). In questo settore c’è una buona richiesta e pochi cantieri. L’offerta è quindi bassa e la domanda superiore, perché molti operatori hanno atteso prima di investire, visto l’importante aumento dei costi di costruzione, cresciuti di oltre il 30% rispetto al periodo “pre 110%”. Chi ha continuato ad operare ha trovato un mercato vivace che ha saputo assorbire gli aumenti dei prezzi, necessari all’adeguamento inflattivo degli ultimi anni.

Di grande aiuto, nel settore privato, i bonus edilizi, ancora presenti e per fortuna prorogati, anche se in versione ridotta, dal governo. Questi bonus hanno compensato abbondantemente gli aumenti di prezzo e l’acquirente, sebbene abbia un’uscita di cassa superiore, recupera tutto il gap di prezzo, pagando l’immobile circa come 10 anni fa. Oltre ai bonus un grande supporto alla domanda è l’aumento della richiesta di case in affitto, mercato mai soddisfatto a Viterbo.

I prezzi sono saliti e l’offerta spesso non è adeguata alle richieste e, quindi, le poche case nuove o in buono stato manutentivo, vanno a ruba. Sono iniziati di nuovo, infatti, gli acquisti sul nuovo da parte di investitori, cosa che non accadeva da tempo”.

Viterbo resta un territorio poco attrattivo o il trend a favore delle grandi città si è invertito?
“Da punto di vista delle imprese, il territorio ancora non è attrattivo come dovrebbe. Soffriamo dell’ormai storico gap infrastrutturale e questo ci penalizza. Gli investimenti in infrastrutture non sono ancora sufficienti per stimolare le aziende a scegliere il nostro territorio.
Anche riguardo l’attrattività per i giovani siamo ancora indietro ma mostriamo segnali di miglioramento importanti. Grazie all’università e alle campagne di recruiting delle aziende, qui non solo quelle edili, cerchiamo di far capire ai giovani che il territorio può offrire molto. I giovani spesso vanno fuori a cercare lavoro quando molte nostre aziende non trovano personale specializzato. Un problema non solo comunque del nostro territorio”.

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Quanto ha inciso il Pnrr.
“Il secondo pilastro dell’edilizia è sicuramente, in questo momento, il Pnrr. Le nostre imprese lavorano in tutta Italia in questo settore e l’investimento pubblico traina l’economia. Gli investimenti infrastrutturali, inoltre, se ben calibrati e scelti con criterio, dovrebbero portare ad uno sviluppo e ad una crescita economica, facendo aumentare gli investimenti dei privati ed i servizi per i cittadini. Questo è quello che speriamo, visto che i soldi del Pnrr, in parte, dovranno essere restituiti e potremo farlo solo se crescerà il Pil”.

C’è sostegno da parte delle amministrazioni e delle istituzioni?
“Le amministrazioni comunale, provinciale e regionale, hanno sempre mostrato una disponibilità all’ascolto delle problematiche del nostro settore, riconoscendo l’importanza dello stesso per la nostra economia. Ci sono importanti questioni da affrontare per le quali serve una collaborazione fattiva che ci aspettiamo.

Al livello comunale dobbiamo confrontarci chiedendo un nuovo regolamento edilizio, fermo agli anni ’70; la definizione delle regole per la possibilità di presentare, da parte di privati e aziende, dei cd “Programmi integrati di intervento”, anche essi fermi da anni; il rispetto dei tempi di legge per qualunque iter autorizzativo, oggi ancora poco rispettati per carenza di personale, spesso impegnato sul Pnrr in danno, in questo caso, all’edilizia privata.

Al livello regionale chiederemo un tavolo, insieme alle altre province, per la questione del cd “Nuovo piano casa per lavoratori e giovani”, abbozzato anche al livello nazionale dalla nuova Finanziaria, ma che è di fondamentale importanza. Servono agevolazioni, sia finanziarie ma anche come garanzia pubblica, per chi si sposta per lavoro in altre città e per i giovani che devono comprare casa, affinché si possa consentire loro di investire sul bene più importante, la loro casa”.

Un augurio e una previsione per il 2025.
“Sul fronte appalti il 2025 sarà ancora molto attivo, visto che sarà l’ultimo anno per completare i cantieri Pnrr e quindi non si prevedono novità, mentre sul lato privato si manterrà buono il mercato del nuovo si prevede un profondo calo il mercato delle ristrutturazioni.
Su questo va aperta una riflessione con il governo. Con percentuali del 36% di detrazione fiscale per la maggior parte degli immobili (come da nuova Legge si stabilità 2025), c’è il timore di un ritorno al lavoro sommerso e quindi in danno alle imprese serie e strutturate, che fatturano e pagano le tasse, come dovrebbe essere.

Facile prevedere, dunque, un calo di fatturato generalizzato per questa quota di lavori persa e questo porterà a calo di occupazione del settore e alla chiusura di imprese.

L’augurio – conclude Saggini – è che il Governo, insieme a Confindustria ed Ance, al livello nazionale, metta mano al Piano casa citato prima e, soprattutto, pensi ad un riordino generale dei bonus per far fronte alle sfide della direttiva sugli immobili green, che con queste nuove detrazioni non potrà essere applicata”.

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5 gennaio, 2025





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