più di 3 anni di differenza tra i bambini nati in Campania e quelli nati nella Provincia di Trento

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Le persone di minore età si trovano oggi a crescere in un Paese caratterizzato da importanti disuguaglianze territoriali, che non possono più essere semplificate solamente con  la storica e cronicizzata differenza tra il Nord e il Sud del Paese, ma abbracciano tutte le regioni al cui interno si rilevano disparità anche rispetto ai servizi afferenti all’infanzia e adolescenza. E’ quanto denuncia la terza edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, redatto con cadenza triennale dal Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC). La fotografia che emerge dalla lettura del Rapporto Regionale, che contiene una raccolta dei principali dati disponibili sull’infanzia e l’adolescenza disaggregati su base regionale, preoccupa e soprattutto mette in evidenza come in questi ultimi tre anni in molti degli indicatori considerati la situazione non sia migliorata. Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione e la popolazione minorile è in calo a livello nazionale e in tutte le regioni senza eccezioni, mentre il dato sulla povertà relativa delle persone di minore età è cresciuto a livello nazionale (22,2 % rispetto a 20, 4% del precedente Rapporto) ed aumenta in ben 10 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto), con forti differenze che attestano la Calabria la regione con la percentuale più alta (44,9%), seguita dal Molise (42,1%) e dalla Campania (37,1%). L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda il 52,4% dei ragazzi e delle ragazze tra i 6 e i 17 anni: Sicilia (29,0%), Campania (35,4%) e Calabria (36,7%) si attestano le regioni con il tasso più basso, all’opposto si posizionano la Provincia di Trento (72,6%) e la Toscana (63,9%). Nel contempo, la percentuale di ragazzi e ragazze che nel tempo libero praticano sport scende a livello nazionale al 57,8%: le percentuali più basse in Campania (-15,9 punti percentuali rispetto alla media nazionale) e in Sicilia (-15,6 punti percentuali); mentre le più alte in Valle D’Aosta (+ 19 punti), Liguria (+ 12,9 punti) e Provincia di Bolzano (+12,1 punti). Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet da casa supera ormai il 95% in tutte le regioni (media nazionale 98,6%), mentre i ragazzi e le ragazze tra 6 e 17 anni che hanno almeno un PC/tablet e una connessione a internet, raggiunge la media nazionale del 90,5%, ma l’Abruzzo, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia si attestano invece sotto la media italiana.

Per quanto riguarda i servizi educativi per la prima infanzia, il Rapporto mette in evidenza il dato relativo al numero di posti nei servizi socio-educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni che è in aumento a livello nazionale (30% di cui 14,3% a titolarità pubblica; era 26,9% nella seconda edizione, e 22,8 % nella prima edizione), e in tutte le regioni tranne Molise e Valle d’Aosta, anche se con forti differenze regionali. Superano la soglia del 33% l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Toscana, la Provincia di Trento, la Valle D’Aosta e il Veneto e solo l’Umbria supera il 45% (46,5%), mentre all’opposto la Campania (13,2%) e la Sicilia (13,9%) sono le regioni con la percentuale più bassa sotto il 15%.

Rispetto alla scuola dell’infanzia, la percentuale di bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia o il primo anno di scuola primaria sul totale dei bambini di 4-5 anni, scende al 94%, e solo il Lazio (88,9%) ha una percentuale inferiore al 90%, mentre la più alta è la Campania con 98,3%. Il dato degli iscritti alle sezioni antimeridiane scende a livello nazionale a 9,30%, ma con forti differenze regionali: la Puglia (20,6%) e la Sicilia (43,90%) si confermano le regioni con le percentuali più alte e un trend in crescita. La percentuale di alunni della scuola primaria che usufruiscono del servizio mensa sale al 57,50%, ma permangono enormi differenze territoriali (Sicilia 12,70%, Puglia 18,50% e Campania 24% non raggiungono il 25%).

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Nell’ambito della salute e servizi sanitari, la Provincia di Trento con 84,6 anni e la Provincia di Bolzano con 84,1 anni hanno la speranza di vita alla nascita più elevata, seguite dalla Lombardia 83,9 anni (media nazionale 83,1), mentre la regione con il dato più basso è la Campania con 81,4 anni. Nella sezione viene data rilevanza a dati primari quali la mortalità infantile che è in diminuzione a livello nazionale con 2,57‰ (era 2,88‰ nel precedente Rapporto), ma in aumento in 6 regioni (Calabria, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise) e con la Calabria che si conferma la regione con la percentuale più alta 4,16‰, seguita da Sicilia 3,89‰, Liguria 3,27‰ e Campania 3,11‰, mentre l’Umbria ha il tasso più basso (1,15‰); la percentuale di bambine e bambini obesi e gravemente obesi è in aumento a livello nazionale passando da 9,4% a 9,8%, con Campania (18,6%), Calabria (15,5%) e Puglia (14,8%) che si confermano le regioni con le percentuali più elevate, mentre le Province di Bolzano (3%) e di Trento (3,9%) e Lombardia (6,1%), Sardegna (6,7%) e Veneto (6,9%) quelle con la percentuale più bassa. Il numero di parti cesarei è in diminuzione (30,9% rispetto a 31,7%), ma rimangono forti differenze regionali con la percentuale più elevata in Campania con 48,6% (ben 17,7 punti sopra la media nazionale) ed a seguire Sicilia (39,6%), Puglia (37,9%), e Lazio (36,5%), all’opposto la Toscana con il 18,3%.

Rispetto al tema dell’ambiente, il numero di stazioni che hanno registrato medie di PM 2,5 superiori a 10 microgrammi/m3 superiore alla media nazionale, che è di 76,2 (era 81,9 nel precedente Rapporto), sono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Province di Bolzano e di Trento, Umbria e Veneto, mentre all’opposto la Sardegna con 12,5. In questa edizione è stato aggiunto anche il dato relativo alla percentuale di bambine, bambini, ragazze e ragazzi fino a 17 anni che vanno a scuola solo con i mezzi pubblici (la media nazionale 2022-2023 è 19%), con la Campania che ha la percentuale più bassa (11,5%) e la Provincia di Trento (42,5%) e il Friuli-Venezia Giulia (30%) quella più alta. Non ci sono dati aggiornati rispetto ai consultori familiari ed allattamento (tranne che per Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Provincia di Bolzano e Veneto).

Rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento, come per la passata edizione gli unici dati disponibili sono quelle elaborati dal Servizio Analisi Criminale, della Direzione Centrale della Polizia Criminale. In particolare, si nota che per i reati per maltrattamento contro familiari e conviventi segnalati sono 25.260 nel 2023 rispetto ai 21.709 del 2020, con un trend in crescita sia a livello nazionale che in tutte le regioni, ad eccezione di Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna. “Fa riflettere, si legge infine nel Rapporto, il dato che registra la forte crescita del numero delle presenze negli istituti penali per minorenni, più che raddoppiate in pochi anni (da 139 nel 2021 a 311 nel 2024). Un segnale di criticità del sistema di giustizia minorile italiano, per tanti anni modello di riferimento per un percorso educativo e di risocializzazione sempre considerato prioritario rispetto alla detenzione”. 

Qui il Rapporto: https://gruppocrc.net/wp-content/uploads/2024/12/Rapporto-crc-2024.pdf



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