Pensione anticipata, nuovi requisiti per Quota 103, Opzione donna e l’Ape sociale: ecco quali

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La fuga verso la pensione anticipata è sempre meno conveniente. Nel 2025 useranno gli scivoli solo 25mila lavoratori. Prosegue la stretta sulle deroghe alla legge Fornero avviata dal governo Draghi e poi intensificata dall’esecutivo di Giorgia Meloni: per Quota 103 il governo ha stimato per quest’anno appena seimila beneficiari, contro i 17mila dello scorso anno. Una sforbiciata che testimonia il calo di interesse per una misura che ha raccolto appena 1.600 domande fino ad oggi. Lo scivolo, fortemente voluto dalla Lega, consente di andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 41 di contributi, requisiti da maturare entro il 31 dicembre 2025. Tra la maturazione dei requisiti e la fruizione della prima rata di pensione devono poi passare 7 mesi nel privato e 9 nel pubblico. La versione attuale di Quota 103 prevede che l’intera pensione venga calcolata con il metodo di calcolo contributivo anche per la parte di anzianità accumulata in regime retributivo. Fissato inoltre un limite all’assegno che non può risultare superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps (circa 2.400 euro lordi al mese) fino al compimento dei 67 anni di età. Sono queste le principali penalizzazioni che allontanano i lavoratori dallo scivolo e che il governo ha confermato anche per quest’anno.

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La spesa pensionistica è aumentata di 70 miliardi dal 2019 al 2024 ed è per questo che le deroghe alla legge Fornero sono finite da tempo sotto la lente dei tecnici della Ragioneria dello Stato, oltre che di Bruxelles. Con Quota 100, introdotta dal primo governo Conte, sono usciti dal lavoro in 435mila tra il 2019 e il 2023. Per fermare questa emorragia Draghi si è affidato a Quota 102, mentre il governo Meloni ha optato inizialmente per una Quota 103 senza vincoli e poi per una Quota 103, quella attuale, con penalizzazioni. Quota 102 ha totalizzato meno di 13mila pensionamenti in due anni. La versione senza vincoli di Quota 103 poco più di 23mila. Risultato? Nei primi nove mesi del 2024 le nuove pensioni anticipate liquidate dall’Inps sono state 150.642, in calo del 16,47% rispetto allo stesso periodo del 2023. La riduzione maggiore si è registrata tra i commercianti (-23,8%) e tra i dipendenti pubblici (quasi -16%).

Per quanto riguarda Opzione donna viene confermato anche per il 2025 il requisito anagrafico dei 61 anni di età, sempre a fronte di 35 anni di contribuzione e con riduzione di un anno per ogni figlio (nel limite massimo di due). Il requisito anagrafico per il prepensionamento riservato alle lavoratrici in condizioni di fragilità (caregiver, possesso di invalidità civile almeno al 74%, dipendenti o licenziate da imprese in crisi) è passato da 60 a 61 anni nel 2024.

LA CONFERMA

Confermato poi anche per quest’anno il calcolo della pensione con metodo interamente contributivo. E le finestre mobili di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome. In tutto sono 2.600 le lavoratrici che potranno lasciare prima il lavoro nel 2025 con Opzione donna. Con la manovra il governo ha prorogato anche l’Ape sociale (18mila beneficiari stimati) che però non è una pensione in senso stretto, ma piuttosto un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps, a partire da 63 anni e 5 mesi di età, ad alcune categorie di lavoratori, tra cui i disoccupati con 30 anni di contribuzione, i caregiver e i lavoratori con disabilità pari o superiori al 74% riconosciuti invalidi civili (sempre con 30 anni di contribuzione alle spalle) e i dipendenti con almeno 36 anni di contribuzione che svolgono mansioni “gravose”. Pure in questo caso c’è stata una stretta. Prevista l’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo, con la sola eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5mila euro annui. Novità infine sul fronte della pensione anticipata contributiva, accessibile a una platea estremamente ristretta di lavoratori. Per ottenerla l’importo dell’assegno maturato deve essere pari almeno a 3 volte il valore dell’assegno sociale (circa 1.550 euro al mese). Da quest’anno il valore dell’importo pensionistico potrà tenere conto però anche di eventuali rendite complementari nel caso di adesione alla previdenza integrativa. Ma il requisito contributivo previsto sale da 20 a 25 anni di contribuzione.

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