Le normative sull’uso del denaro contante sono disciplinate sia da leggi nazionali che da regolamenti dell’Unione Europea. Oggi in Italia il limite per i pagamenti in contante è fissato a 5.000 euro. Qualsiasi transazione tra soggetti diversi che superi questo importo deve essere effettuata attraverso strumenti tracciabili, come bonifici bancari o pagamenti elettronici. Questa misura mira a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro.
A livello europeo, il Regolamento 1624 del 2024, entrato in vigore il 9 luglio 2024, stabilisce un limite uniforme di 10.000 euro per i pagamenti in contante all’interno degli Stati membri. Facciamo il punto:
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Le nuove regole sul contante tra normativa italiana ed europea -
Italia o Europa: quale normativa sul denaro contante prevale
Le nuove regole sul contante: tra normativa italiana ed europea
Negli ultimi anni, il tema delle limitazioni all’uso del denaro contante ha suscitato un dibattito sia in Italia sia nel contesto europeo. La questione si colloca al crocevia tra la necessità di garantire la tracciabilità delle transazioni e il rispetto delle libertà individuali. Mentre l’Italia ha adottato un approccio fatto di limiti più stringenti rispetto a quelli previsti dall’Unione europea, in molti si interrogano su quale normativa prevalga e quali siano le implicazioni per cittadini e imprese.
In Italia, il limite massimo per i pagamenti in contante è stato portato a 5.000 euro. Questa soglia, reintrodotta nel 2023 dopo una serie di modifiche legislative, è stata concepita come uno strumento per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, fenomeni che continuano a rappresentare un problema aperto per l’economia nazionale. Per il governo il limite ai pagamenti in contante incentiva l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici e garantisce una maggiore tracciabilità delle transazioni e una conseguente riduzione delle operazioni illecite.
Nonostante queste motivazioni, il limite è stato oggetto di critiche da parte di alcune categorie, in particolare piccoli imprenditori e artigiani, che lamentano difficoltà operative legate alla necessità di ricorrere a sistemi digitali per transazioni anche di valore modesto. C’è poi chi ritiene che l’imposizione di soglie così basse sia un’ingerenza nella libertà economica dei cittadini, penalizzando chi preferisce utilizzare il contante per motivi personali o culturali.
A livello comunitario, l’Unione europea ha adottato il Regolamento 1624 del 2024 che introduce un limite di 10.000 euro per i pagamenti in contante all’interno degli Stati membri. Questo regolamento crea un quadro armonizzato e garantisce regole comuni per tutti i Paesi dell’Unione europea e contrastando fenomeni di riciclaggio transfrontaliero. Il regolamento non si applica perà immediatamente ma entra in vigore dal 10 luglio 2027.
Il regolamento consente ai singoli Stati di mantenere o adottare limiti più restrittivi rispetto alla soglia europea, a condizione che tali misure siano notificate alla Commissione. Questo aspetto lascia spazio a un margine di discrezionalità per i governi nazionali, che possono decidere di mantenere limiti più bassi, come nel caso dell’Italia.
Italia o Europa: quale normativa sul denaro contante prevale
La coesistenza di normative nazionali e comunitarie solleva una questione: quale legge ha priorità , anche considerando i controlli fiscali e le sanzioni previste? In base al principio di prevalenza del diritto comunitario, le norme europee hanno la precedenza su quelle nazionali in caso di conflitto. Ma nel caso dei limiti al contante, il regolamento europeo lascia agli Stati membri la possibilità di stabilire soglie più basse, riconoscendo la specificità delle esigenze locali.
In questo contesto, l’Italia sembra destinata a mantenere il proprio limite di 5.000 euro, almeno fino a quando le autorità nazionali riterranno necessaria questa misura per raggiungere gli obiettivi di politica fiscale e contrasto al riciclaggio. La scelta di mantenere un limite inferiore risponde a una strategia mirata a rispondere alle peculiarità del sistema economico italiano, caratterizzato da una storica presenza di economia sommersa e da un elevato utilizzo del contante rispetto alla media europea.
Le differenze tra i limiti nazionali e quelli europei possono generare confusione per i cittadini e le imprese, soprattutto in un contesto transfrontaliero. Per esempio, un turista italiano che si reca in un altro Paese membro potrebbe effettuare un pagamento in contante fino a 10.000 euro, pur essendo soggetto al limite di 5.000 euro nel proprio Paese d’origine. Allo stesso tempo, le imprese che operano in più Stati membri devono prestare attenzione alle regole locali per evitare sanzioni.
L’introduzione di un limite uniforme europeo potrebbe semplificare queste situazioni, ma la possibilità per gli Stati membri di adottare soglie più restrittive complica il quadro.
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