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“Il turismo enogastronomico è il cuore pulsante di un viaggio che non si limita più a un luogo, ma abbraccia storie, identità e innovazione. Il 2025 sarà l’anno in cui tradizione e tecnologia dialogheranno per creare esperienze sempre più immersive e sostenibili. Gli operatori non dovranno solo adattarsi, ma diventare protagonisti di un cambiamento che sta trasformando il modo in cui viviamo e raccontiamo il territorio”. Parola di Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Aite-Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, fresca di pubblicazione dell’ultimo “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” 2024, edizione n. 7, che ha messo in evidenza le dieci tendenze del settore nel 2025.
La prima è una conferma: per i turisti europei il cibo è ormai stabilmente tra le esperienze più desiderate, insieme a natura e cultura. Nel breve periodo (ottobre 2024 – marzo 2025), queste proposte pesano rispettivamente per il 15,3%, il 16,6% e il 14,7% nelle intenzioni dei visitatori: ne consegue che l’enogastronomia è ormai una commodity che arricchisce ogni tipologia di viaggio.
Il secondo trend riguarda le mete, con le località minori o meno conosciute che sono i luoghi dove transita la nuova via del turismo enogastronomico. Una survey globale condotta da Expedia indica che il 63% dei rispondenti ha intenzione di visitare questo tipo di destinazioni nel 2025. Dati confermati anche dall’indagine annuale di Booking.com che a sua volta evidenzia l’alto interesse verso queste località, anche con un po’ di salvaguardia: il 44% degli intervistati di Booking ha detto infatti di non voler taggare questi luoghi sui social media per evitare fenomeni di overtourism. La bellezza e la ricchezza culturale di queste località sono i principali driver di scelta (indicati dall’11,2% e dal 10,3% degli italiani), a cui si aggiunge il patrimonio enogastronomico (8%). Per il settore turistico italiano, spiega il Rapporto, si tratta pertanto di una grande opportunità di sviluppo sostenibile, considerando le conseguenze negative dell’overtourism che pesa sulle mete più gettonate: nel 2023, il 48,1% degli arrivi turistici stranieri si è concentrato in sole sei province: Venezia, Roma, Bolzano, Milano, Firenze e Verona.
Ma l’enoturismo è in una fase di transizione e trasformazione: a tal proposito, il terzo trend evidenziato racconta come, a degustazioni e visite si affiancano anche attività che associano la scoperta del vino con l’opportunità di vivere i luoghi in modo coinvolgente, con un alto gradimento anche per tour, itinerari ed eventi tematici. Tra i più giovani, però, l’interesse per le proposte tradizionali è basso: c’è maggiore voglia di esperienze attive (trekking, vendemmia) e tour o itinerari a tema vino. A sua volta, la Gen Z diventa un target verso cui sperimentare proposte creative, immersive, sostenibili e multisensoriali che reinterpretano la cultura del vino. Allargando la sfera e includendo gli altri prodotti percepiti come un patrimonio enogastronomico unico (olio evo, pizza, pasta, formaggi) emerge chiaramente come i format tradizionali dell’offerta turistica enogastronomica dovranno essere ripensati, valorizzando le eccellenze enogastronomiche in modo sinergico e puntando su modalità innovative, coinvolgenti e ingaggianti, capaci di raccontare la cultura ed i territori oltre i luoghi comuni.
Una riflessione che va di pari passo con il quarto punto chiamato “iper-personalizzazione”, e che rappresenta una delle tendenze più significative per il futuro del turismo: i viaggiatori di oggi infatti non si identificherebbero più con le classiche motivazioni di viaggio, ma cercherebbero esperienze multifunzionali che uniscano diversi stimoli.
Viene così in supporto il quinto trend: gli eventi stagionali o culturali legati al territorio. Ma anche fenomeni naturali spettacolari, come per esempio l’aurora boreale, che stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti: dalla ricerca del tartufo alla fioritura dei ciliegi, dalla raccolta delle olive alla vendemmia, sono tanti gli eventi stagionali ricollegabili all’enoturismo che così motivano il viaggio, al pari di festival e sagre. Come scovarli? Il sesto trend del Rapporto spiega il ruolo di social media e serie Tv. I primi contengono una pluralità di consigli e recensioni dove gli influencer vengono percepiti come fonti affidabili. Inoltre, serie televisive e produzioni cinematografiche si confermano fonti ispirazionali di viaggio innescando il set-jetting con i turisti/fan che hanno la possibilità di immedesimarsi nei propri personaggi preferiti ed esplorare le località che hanno fatto da sfondo alle serie da loro amate, e hanno concorso ad accrescere (spesso in modo esponenziale) la popolarità di località ed attrazioni meno note.
La tendenza n. 7 riguarda l’Intelligenza artificiale che sta trasformando la capacità di personalizzare le esperienze turistiche, utilizzando algoritmi per analizzare le preferenze individuali dei viaggiatori. Questo permette alle piattaforme turistiche di suggerire itinerari enogastronomici su misura, adattando le proposte ai gusti personali, alle restrizioni dietetiche e ai budget.
L’ottava tendenza parte da un dato statistico: oggi il 40% degli alberghi in Italia dispone di un ristorante interno, una voce che mediamente genera circa il 28% del fatturato totale dell’hotel, arrivando a un valore economico complessivo stimato di 3,5 miliardi di euro. E per quanto riguarda il fine dining, 158 ristoranti stellati Michelin (il 40% del totale) sono ospitati all’interno di strutture alberghiere. Secondo il Rapporto dunque, puntare sul food & beverage offre opportunità di branding, permette diversificare le entrate attraverso eventi e catering migliora la percezione della struttura.
Il paesaggio, trend n. 9, si configura come un elemento chiave nella scelta di una destinazione turistica, soprattutto per il turismo enogastronomico. Il 59,3% dei turisti coinvolti nell’indagine di Roberta Garibaldi ha indicato il “godimento del paesaggi rurali” come una primaria motivazione dei viaggi realizzati negli ultimi 3 anni, e il 55,3% ha indicato il paesaggio come un forte elemento di interesse nella realizzazione di viaggi futuri.
Infine, la tendenza n. 10, richiama il concetto della “gastrodiplomazia”, che si fonda sull’idea che il cibo sia “una lingua universale”, capace di superare le barriere linguistiche, culturali e politiche. E nei momenti di crisi, questo può essere utilizzato per ricordare che, nonostante le divisioni, esistono elementi comuni che uniscono i popoli.
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