Meloni e il volo da Trump. Blitz in Florida per sbloccare la trattativa su Cecilia Sala (con l’aiuto di Musk)

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Missione segreta. Pensata, in segreto, da giorni. Giorgia Meloni vola da Donald Trump. Vertice nella notte a Mar-a-Lago tra la presidente del Consiglio italiana e il presidente eletto americano intorno a un tavolo già straripante di dossier sull’asse Italia-Usa. Ucraina, dazi, Medio Oriente. Uno però è il più ingombrante in queste ore di apprensione e trattative febbrili: la liberazione di Cecilia Sala, la reporter ventinovenne rinchiusa nel carcere di Evin, in Iran, dallo scorso 19 dicembre. Il cui destino è intrecciato a quello di Mohammed Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato a Malpensa e rinchiuso nel carcere di Opera su cui pende la richiesta di estradizione degli Stati Uniti e l’accusa di terrorismo.

È nelle mani di Trump, più ancora che in quelle di Joe Biden, il presidente uscente atteso a Roma per una visita di commiato (anche dal Papa) il 9 gennaio, il bandolo della matassa. Ma la premier spera anche nella sponda di Elon Musk, il patron di Space X e Tesla con cui Meloni rivendica «un rapporto ottimo».

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Giorgia Meloni in missione da Donald Trump: colloquio nella notte alla presenza di Elon Musk. L’incontro a Mar-a-Lago

LA MEDIAZIONE DI ELON

La attende a Mar-a-Lago, cenano insieme nella pantagruelica villa del capo repubblicano. E anche a lui, “Elon”, deve la riuscita dell’incontro a Mar-a-Lago, incastrato all’ultimo nella fittissima agenda di Trump grazie alla mediazione decisiva dell’imprenditore e braccio destro. Da giorni le interlocuzioni tra Palazzo Chigi e il team del leader repubblicano si erano intensificate per parlare proprio del caso Sala. Con un messaggio fra le righe: il governo italiano sta valutando di non concedere l’estradizione di Abedini, per sbloccare la complessa trattativa sulla detenzione di Sala e aprire la cella di isolamento in cui si trova la giornalista di Chora Media e del Foglio in condizioni degradanti. L’aereo della premier, come anticipato da La Stampa, è decollato a Roma nella mattinata di ieri. Viaggio top-secret. Di cui la stessa Farnesina non era al corrente, con un certo stupore tra i diplomatici e lo stesso ministro Antonio Tajani.

Tappa a Shannon in Irlanda per uno scalo, dunque il viaggio in direzione Palm Beach, l’aeroporto della Florida dove atterrano i grandi della Terra che hanno iniziato a omaggiare il nuovo leader americano. Meloni, spiegano fonti qualificate, aveva da tempo ragionato sull’opportunità di una visita a Mar-a-Lago per un nuovo vis-à-vis con Trump, dopo il breve colloquio a Parigi a metà dicembre, all’ombra di Notre Dame. Ritenendo meno opportuno presentarsi all’Inauguration Day del 20 gennaio a Washington, nonostante l’invito ufficiale. L’affaire Sala ha accelerato queste intenzioni e favorito il blitz nella serata di ieri.

Negli ultimi giorni la tela di diplomazia e intelligence con Teheran e Washington si è fatta intricata. Gli iraniani si sono irrigiditi. Hanno posto una sola condizione: la liberazione di Sala in cambio di Abedini, l’ingegnere che secondo l’Fbi da anni lavora per rinforzare l’arsenale di droni con cui i Pasdaràn colpiscono i nemici in Medio Oriente. Gli stessi droni che a gennaio dell’anno scorso hanno ucciso tre militari americani nella regione. Meloni atterra nel tardo pomeriggio americano. 

La attende Trump insieme a Musk alle sette e quarantacinque pomeridiane. Il colloquio prosegue a cena, Meloni riparte già al termine della serata, quando a Roma è notte fonda. Nelle ore precedenti l’incontro Andrea Stroppa, il referente italiano dell’imprenditore sudafricano, aveva lanciato segnali. «Forza presidente Meloni», recita uno dei tweet seguito da un fotomontaggio della premier italiana accanto a Trump e Musk in abiti della Roma antica.

C’è spazio per parlare anche di Starlink, nella cena a Mar-a-Lago, e degli investimenti del colosso dei satelliti di Musk in Italia. Meloni però è in Florida per affrontare il caso Sala con il Tycoon, già informato dal suo team degli ultimi sviluppi. Una reporter italiana, giovane e innocente, in cambio di un uomo accusato di terrorismo dal governo americano. È lo scambio che può profilarsi se il ministro della Giustizia Carlo Nordio deciderà di revocare l’arresto di Abedini. Il 15 gennaio la Corte di Appello di Milano dovrà decidere se l’iraniano resterà in carcere o ai domiciliari. 

LA POSTA IN GIOCO

Partita complicata. Meloni si è impegnata con la famiglia di Cecilia: «Faremo tutto il possibile». Il riserbo sulle interlocuzioni è massimo, come chiesto dalla famiglia. Il blitz della premier ha anche un riflesso politico. E cioè dimostrare l’esistenza di un canale preferenziale con Trump e il suo inner circle che fa della presidente del Consiglio una interlocutrice privilegiata fra i leader europei, come le riconosceva ieri sera la Cnn definendola «una leader chiave da osservare mentre Trump sta per insediarsi». Ma il volo top-secret a Mar-a-Lago serve soprattutto a chiudere una pagina che Meloni ai suoi collaboratori descrive tra le più difficili della sua esperienza a Palazzo Chigi. Serve ad aprire uno spiraglio di luce per Cecilia Sala, tirarla fuori una volta per tutte dal buio di Evin

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