Rischio di decadenza – Guai. Verifiche dei pm su alcune dichiarazioni e una fattura da 153 €. E torna a galla anche una strana intrusione nella Corte d’Appello
(Di Mauro Lissia – ilfattoquotidiano.it) – Cagliari. Sono due i fronti giudiziari in cui Alessandra Todde dovrà difendersi: il primo è quello aperto dal Collegio di garanzia elettorale (Co.re.ge) che ha chiesto al Consiglio regionale di dichiarare decaduta dalla carica di onorevole la rappresentante del M5S, con un provvedimento che chiuderebbe la legislatura per dare luogo a nuove elezioni. L’altro fronte è quello penale, perché sono gli stessi membri del Collegio, nell’ordinanza-ingiunzione notificata venerdì al presidente del Consiglio Piero Comandini, a comunicare che il fascicolo relativo alla candidatura della presidente è stato trasmesso alla Procura della Repubblica.
Nel documento firmato dal primo magistrato sardo Gemma Cucca non è scritto, ma i fatti riportati indicano che l’ipotesi al vaglio del procuratore Rodolfo Sabelli è quella di falso, legata a una piccola fattura Enel di 153 euro dello scorso 11 gennaio mai depositata (“irregolarità e violazioni delle norme penali inerenti il deposito di dichiarazioni contrastanti”, scrive il Collegio) e di una dichiarazione resa al Collegio sulla provenienza dei contributi e delle spese elettorali successivamente rettificata da Alessandra Todde nella memoria difensiva depositata lo scorso 3 dicembre.
I fatti esposti nell’ordinanza a sostegno delle sette contestazioni sono chiarissimi e tutti documentali, gravi abbastanza – a giudizio del Co.re.ge – da determinare la decadenza della presidente dalla carica di consigliere regionale. Ma al di là del ricorso al tribunale civile già annunciato dal difensore Stefano Balletto e dei tempi di applicazione del provvedimento, il confronto aperto fra i giuristi verte soprattutto su un punto: tra la presunta violazione della legge sulla trasparenza elettorale e il rispetto della volontà dei cittadini che hanno eletto a maggioranza l’esponente del M5S, cosa deve prevalere? Un interrogativo rafforzato dai dubbi sulla consapevolezza da parte della candidata presidente.
A leggere le conclusioni del collegio sembra infatti che il caso di Alessandra Todde assomigli a quello planetario del tennista Jannik Sinner, che rischia una squalifica per una leggerezza commessa dai suoi collaboratori: qui a dimenticare colpevolmente di nominare un mandatario, di aprire un conto corrente bancario dedicato alle spese elettorali e di produrre un rendiconto intestato alla candidata è stato il comitato elettorale del M5S, coordinato dal parlamentare Ettore Licheri. Ed è prevedibile che i legali della presidente cercheranno di dimostrare come nei fatti quel comitato abbia agito da mandatario, fornendo comunque il rendiconto delle spese e delle entrate senza nascondere alcunché di rilevante.
Intanto sulla scena di questa vicenda senza precedenti si moltiplicano le voci, i collegamenti più o meno arbitrari e le interpretazioni, con un retroscena da valutare. C’è chi fa notare come la presidente della Corte d’Appello e del Collegio di garanzia Gemma Cucca sia sorella dell’ex senatore Giuseppe Cucca, coordinatore in Sardegna di Italia Viva, un partito notoriamente ostile al Movimento 5 Stelle. Mentre l’evoluzione del caso Todde ha riportato alla luce giudiziaria un fatto dello scorso 18 ottobre, quando qualcuno riuscì a violare gli uffici della Corte d’Appello di Cagliari dedicati ai controlli elettorali.
La mattina seguente i dipendenti del Palazzo di giustizia trovarono una stanza a soqquadro, mentre la Polizia postale intervenuta insieme a Digos e Squadra mobile accertò che uno dei computer era stato acceso, con ogni probabilità nel tentativo di entrare nel sistema giudiziario. Il giallo andò avanti con l’acquisizione delle impronte digitali dei dipendenti, nella certezza che a introdursi negli uffici superando i controlli poteva essere stato solo un funzionario del tribunale, che sapeva dove mettere le mani. Il nome sarebbe stato individuato e se le ragioni dell’intrusione erano rimaste ignote ora un collegamento col caso Todde, certamente estranea ad attività illegali, pare giustificabile.
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