indispensabile l’aiuto di Trump • Diritti Globali

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 



Loading

Dopo una telefonata di Trump a Ralph Norman (South Carolina), Keith Self (Texas), e Thomas Massie (Kentucky) che avevano votato per altri, i primi due hanno cambiato il voto e l’attuale speaker è riuscito a raggiungere i 218 consensi necessari

 

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Mike Johnson è un brav’uomo, grande lavoratore e anche religioso…… Mike ha il mio completo e totale endorsement”. Queste le parole di Donald Trump per cercare di marcare il percorso all’elezione di speaker della Camera, mantenendo l’unità del partito che ha una maggioranza risicata ― 220 a 215. In realtà questi numeri sono infatti più bassi per i repubblicani poiché Matt Gaetz parlamentare della Florida si è dimesso dopo la sua turbolenta settimana di nomina a Ministro di Giustizia. Duecentosedici repubblicani hanno votato per Johnson inizialmente senza però raggiungere i 218 voti necessari. Dopo una pausa nell’aula una telefonata di Trump a Ralph Norman (South Carolina), Keith Self (Texas), e Thomas Massie (Kentucky) che avevano votato per altri, i primi due hanno cambiato il voto e l’attuale speaker è riuscito a raggiungere 218 consensi.

Si tratta di una “vittoria” per Johnson considerando il caos di due anni fa quando ci vollero 15 votazioni per eleggere Kevin McCarthy speaker. La strada di Johnson alla presidenza della Camera è stata facilitata dall’altro endorsement ugualmente importante – quello di Elon Musk che alcuni analisti hanno già etichettato copresidente. I due endorsement, però, amplificano la precarietà di Johnson poiché già si intravedono ombre sui rapporti tra Musk e Trump. Da aggiungere anche altri grattacapi per Johnson rappresentati dall’ala destra del Partito Repubblicano come ci illustra l’odissea della legge sul bilancio di alcune settimane fa. Johnson aveva trovato un accordo per evitare lo “shutdown”, la chiusura dei servizi governativi non essenziali. Ma quel disegno di legge fu silurato da Musk con minacce di spendere milioni di soldi per sconfiggere i parlamentari che lo avrebbero votato. Il padrone di Tesla aveva dichiarato che lo shutdown era preferibile a quella mostruosità di legge.

Musk era preoccupato per i suoi interessi poiché il disegno di legge limitava notevolmente gli investimenti di aziende americane in tecnologie sensitive come intelligenza artificiale in Cina. In effetti, gli investimenti di Musk in Cina sono notevoli. Includono una fabbrica a Shanghai aperta nel 2019 e Musk ne ha in programma una seconda per produrre Tesla in Cina. Inoltre Musk sta lavorando con il governo cinese per perfezionare tecnologie per macchine a guida autonoma. Il disegno di legge avrebbe anche limitato future cooperazioni delle aziende di Musk in Cina. Trump aveva anche fatto opposizione il disegno di legge perché voleva l’eliminazione del tetto al debito federale. Ciò gli avrebbe risparmiato di doverlo fare durante la sua amministrazione, una macchia agli aumenti delle spese governative. Nell’eventuale versione finale fu esclusa la parte sugli investimenti in Cina ma anche l’aumento del tetto al debito. Musk ne uscì vincitore nonostante il voto contrario di 38 parlamentari repubblicani. Johnson è riuscito ad eliminare lo shutdown grazie ai voti dei democratici che lo hanno supportato perché includeva anche 100 miliardi di fondi per le vittime degli uragani e altri 10 per il settore agricolo.

La maggioranza risicata di Johnson alla Camera diventerà ancor più sottile poiché 2 dei parlamentari che hanno votato per la sua rielezione a speaker, Elise Stefanik (New York) e Mike Waltz (Florida), sono stati nominati da Trump per incarichi nella sua amministrazione. Quindi da 219 si scenderà a 217 repubblicani a 215 democratici, un margine di soli due voti. Ci vorranno parecchi mesi per ritornare a 219 per i ritardi nelle elezioni che sostituiranno questi due individui. Johnson dovrà dunque continuare ad affidarsi al supporto dei democratici, facendo necessari compromessi che a volte non faranno piacere all’ala destra del suo partito, a Trump o a Musk.

C’è sempre la possibilità che inimicandosi i democratici Johnson potrebbe perdere il suo posto di speaker se 9 parlamentari repubblicani metteranno in moto la sua rimozione. È quello che è successo a McCarthy che aveva fatto notevoli concessioni agli insubordinati i quali alla fine gli costarono la speakership e anche la fine della sua carriera politica. La vittoria di Johnson tranquillizza temporaneamente i repubblicani ma ombre scure sono già visibili. Subito dopo la vittoria di Johnson 11 parlamentari del Freedom Caucus, l’ala destra del Partito Repubblicano, che nonostante il loro supporto, hanno inviato una lettera dichiarando alcuni avvertimenti. I firmatari sottolineano che il loro supporto dipenderà dall’agenda di Johnson per avanzare le politiche di Trump. La legge sul bilancio approvata solo con la collaborazione dei democratici però ci chiarisce la precarietà del compito dello speaker. Johnson dovrà conciliare l’armonia fra Trump, Musk, l’ala destra del Partito Repubblicano e mantenere buoni rapporti con i democratici che fino adesso hanno dimostrato grande compattezza.

=============
* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della  National Association of Hispanic Publications

 

 

Prestito personale

Delibera veloce

 

 

ph United States Congress

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta