Comune di Bologna: la password 27UP1d0c0c091ion3 nasconde un insulto?

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Il Comune di Bologna è al centro di una controversia a causa della password assegnata per l’attivazione della “Card Cultura 2025,” un regalo che il sindaco Matteo Lepore ha destinato ai dipendenti comunali.

L’iniziativa, accompagnata da una lettera istituzionale, intendeva riconoscere l’impegno dei lavoratori e promuovere la cultura cittadina. Tuttavia, il sindacato di base Sgb ha denunciato la presunta presenza di un insulto celato nel codice per effettuare l’attivazione della Card.

La lettera del sindaco e la polemica sul codice

La Card Cultura, introdotta con l’obiettivo di incoraggiare i dipendenti a esplorare e valorizzare il patrimonio culturale bolognese, è stata presentata attraverso un messaggio istituzionale che recita: «Non solo un segno di gratitudine per il tuo lavoro, ma anche un invito a diventare testimone della cultura bolognese, esplorando, valorizzando e condividendo la ricchezza del nostro patrimonio culturale. Grazie per il tuo impegno quotidiano e buon divertimento con la tua Card Cultura».

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Tuttavia, secondo il sindacato Sgb che ha denunciato l’accaduto, il codice alfanumerico fornito per attivare la Card – “27UP1d0c0c091ion3” – conterrebbe un’offesa nascosta.

Interpretando il codice in chiave grafica e fonetica, infatti, si otterrebbe la frase «stupido coglione».

Come tradurre la password in un’offesa

La presunta traduzione del codice alfanumerico “27UP1d0c0c091ion3” in un’offesa si basa sull’utilizzo di somiglianze grafiche e fonetiche tra i caratteri alfanumerici e le lettere dell’alfabeto.

Questo approccio è noto come leet speak o social slang, una forma di scrittura utilizzata originariamente nei contesti informatici o su internet per sostituire lettere con numeri o simboli visivamente simili.

Cerchiamo di capire come funziona la traduzione.

Per comodità dividiamo la password incriminata in due segmenti: “27UP1d0” e “c0c091ion3”.

Questa la traduzione del primo segmento:

  • “27”: Qui si può associare il numero “2” alla lettera “S” per la somiglianza visiva, e “7” alla “T”, trasformando il segmento in “ST”.
  • “UP”: Rimane invariato, rappresenta le lettere “UP”.
  • “1d0”: Il numero “1” somiglia alla lettera “I”, “d” rimane “d” e “0” può essere letto come “O”. Risulta “IdO”.

Ed ecco formasi la parola “STUPIdO”.

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Veniamo al secondo segmento:

  • “c0”: La “c” rimane “c” e la “0” può essere letto come “O”, formando “cO”.
  • “c0”: Queste lettere vengono ripetute nuovamente.
  • “91i”: In questo caso il “9” potrebbe essere associato graficamente alla “g” e il numero “1” alla “l”, ottenendo quindi “gli”.
  • “on3”: Le prime due lettere del segmento non necessitano di traduzione “on”, mentre il “3” finale viene associato graficamente alla lettera “E” (il “3” ricorda una “E” al contrario).

Ed ecco formarsi anche la parolaccia…

La denuncia del sindacato Sgb

La segnalazione è stata diffusa da Massimo Betti, rappresentante del sindacato Sgb, che ha evidenziato come l’insulto fosse apparentemente celato nella password.

La procedura indicata dal Comune per ottenere la Card Cultura prevedeva l’inserimento del codice nel campo “Codice sconto” per azzerare il prezzo di 25 euro.

Il sindacato ha denunciato il fatto come un ulteriore segnale di mancanza di rispetto nei confronti del personale per il quale la Card sarebbe l’unico strumento di welfare riconosciuto dall’amministrazione comunale.

«Con il codice 27UP1d0c0c091ion3, sembra che il sindaco e i suoi dirigenti vogliano esultare per aver imposto un integrativo al massimo ribasso, ingannando i dipendenti comunali con propaganda mistificatoria», ha dichiarato il sindacato in un comunicato.

Il messaggio si conclude con un’affermazione tagliente: «I dipendenti comunali saranno pure dei cogl**ni, ma non tanto stupidi da non decifrare il codice in social slang, tacere e accettare la beffa».

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Reazioni e sviluppi

L’episodio pone interrogativi non solo sull’efficacia delle politiche di welfare adottate dall’amministrazione, ma anche sulla comunicazione istituzionale, evidenziando una frattura tra il personale comunale e la dirigenza. Resta da vedere se il Comune offrirà chiarimenti o apporterà modifiche alla proprie politiche per ricostruire un rapporto di fiducia con i propri dipendenti.



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