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Più colpi all’addome e al braccio. La vittima, l’ingegnere 52enne Stefano Milanese, è grave ma non in pericolo. Beghe di vicinato alla base del gesto. Schenone sciò a Cortina 1956, nel 1930 la famiglia aprì un negozio a Torino
Continui litigi per banali questioni di vicinato, una situazione che si trascinava ormai da diverso tempo. Sarebbe questa, secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, la ragione che avrebbe spinto l’ottantaquattrenne Vera Schenone a cercare di uccidere il vicino di casa. Un tentato omicidio andato in scena tra i boschi della collina, al confine tra Torino e Moncalieri.
La donna, in serata, è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio aggravato, quindi è stata accompagnata presso il reparto di psichiatria delle Molinette, in attesa di accertamenti sanitari e successiva collocazione agli arresti domiciliari così come disposto dall’autorità giudiziaria. Sul posto, anche il pm di turno, dottor Toso. Schenone è accusata anche di porto di armi o oggetti atti ad offendere. Nella circostanza è stato denunciato anche il marito, del 1935, per omessa custodia delle armi.
Non è chiaro che cosa abbia spinto la donna a impugnare la pistola e sparare, se ci sia stato un episodio percepito come goccia che ha fatto traboccare il vaso. E su questo proseguiranno le indagini dei carabinieri.
Il litigio e gli spari
È invece abbastanza chiaro quello che si è verificato nel primo pomeriggio, intorno alle 14.30. La donna ha impugnato la pistola del marito, un revolver regolarmente detenuto, ed è uscita di casa, dal civico otto di strada Cantamerla. Vera Schenone ha percorso un breve tratto di strada in discesa e ha raggiunto l’abitazione del dirimpettaio, al civico numero sette. Il cancello era aperto, dato il via vai di operai impegnati nei lavori di ristrutturazione della villetta. E così per l’ottantaquattrenne è stato facilissimo introdursi nel giardino della casa.
E proprio lì ha incrociato il vicino, il cinquantaduenne Stefano Milanese. I due avrebbero inizialmente discusso, fino al momento in cui la donna ha perso il controllo. Vera Schenone ha quindi impugnato la pistola e premuto tre o quattro volte il grilletto, colpendo l’uomo all’addome e al braccio. Colpi che non sono risultati fatali per il cinquantaduenne, trasportato in codice rosso all’ospedale delle Molinette.
Stefano Milanese, ingegnere, è ricoverato in gravi condizioni e la prognosi resta riservata. I medici lo hanno operato per una lesione toracico-addominale: un proiettile lo ha colpito tra fegato e diaframma. Dopo tre ore sotto i ferri l’uomo è ricoverato in terapia intensiva intubato.
I carabinieri hanno invece ascoltato come testimone la compagna del cinquantaduenne, che si trovava nell’abitazione di strada Cantamerla al momento della sparatoria. I militari dell’Arma e il pm Paolo Toso hanno inoltre interrogato l’ottantaquattrenne, che abita nella villetta della collina moncalierese insieme al marito e al figlio ed è ora in stato di arresto.
Eroina dello sci
La notizia della sparatoria ha scosso la città di Torino dove il nome di Vera Schenone è molto conosciuto, innanzitutto come volto noto dello sci. Torinese classe 1940, partecipò ad appena quindici anni – come atleta più giovane della spedizione azzurra – all’Olimpiade di Cortina d’Ampezzo del 1956. Ma è soprattutto ai campionati italiani che la sciatrice collezionò i successi più importanti, conquistando sei tricolori: due nella discesa libera nel 1956 e nel 1957, tre nello slalom (1956, 1957 e 1960) e uno nel gigante nel 1956. La famiglia Schenone aprì inoltre in città già nel 1930 un importante negozio di articoli sportivi che ancora oggi ne porta il nome.
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